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Acclamate al nostro re, il Signore

16 Agosto 2014

 

Nm 14,26-35; Sal 97; Eb 3,12-19; Mt 13,54-58

 

“Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?…Ed era per loro motivo di scandalo”. (Mt 13,54-57)

 

E’ il figlio del falegname, di Maria. Al massimo posso chiedergli di fabbricarmi una sedia, o rimettermi a posto la porta della mia casa. Ma i prodigi? E quella cose che dice? Ma chi si crede di essere?. Assidui frequentatori della sinagoga conoscono le parole ma non riconoscono la voce di Dio.

Potremmo conoscere a memoria tutta la bibbia e non capire niente del cuore di Dio. Di quel Dio sorprendente, che ci spiazza, che viene inaspettato, che nasce come ogni bimbo da una donna. Figlio di Maria e Figlio di Dio. Così, con la nostra incredulità, potremmo correre il rischio di esercitare il più terribile dei poteri: legare le mani al Dio onnipotente. Anche Gesù fu impedito di fare molti prodigi dall’incredulità di suoi concittadini. Forse la ‘scarsità’ di prodigi rilevata ai nostri tempi non dovrebbe essere attribuita a Dio che si rende assente, ma alla nostra scarsa riconoscenza nei suoi riguardi, o  addirittura al nostro rifiuto.

 

 

Preghiamo col Salmo

 

Cantate inni al Signore con la cetra,

con la cetra e al suono di strumenti a corde;

con le trombe e al suono del corno

acclamate davanti al re, il Signore.