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Chiamati per nome, usciamo dal nostro torpore

29 Marzo 2012

 

Gen 50,16-26; Sal 118 (119),145-152); Pr 31,1.10-15.26-31; Gv 7,43-53

 

Tra la gente nacque un dissenso riguardo al Signore Gesù. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei ed essi dissero loro: “Perché non l’avete condotto qui?”. Risposero le guardie: “Mai un uomo ha parlato così!”. (Gv 7,43-46)

 

Segno di contraddizione, così il vecchio Simeone aveva definito il piccolo Gesù. Questa profezia si rivela in tutta la sua verità proprio nell’episodio del Vangelo odierno. Tra chi ascolta Gesù c’è chi lo apprezza e difende e chi lo vorrebbe uccidere. Le stesse guardie mandate ad arrestarlo lo lasciano libero perché conquistate dalle sue parole. Segno di contraddizione anche oggi. Riconoscere Gesù solo come uomo porta ad apprezzarlo e stimarlo, oppure a disprezzarlo e rifiutarlo, o ancora ritenerlo insignificante al mio modo di vivere. Lo Spirito Santo, invece, ci muove a riconoscere in Lui il Figlio di Dio, e allora possiamo solo ascoltarlo, amarlo ed adorarlo, e ci riveliamo come cristiani.

 

 

Preghiamo

Servite il Signore nella gioia voi tutti della terra.

Riconoscete che il Signore è Dio.

Egli ci ha fatti e noi siamo suoi,

suo popolo e gregge del suo pascolo.

 

dal Salmo 99(100)

 

[La Parola ogni giorno – "Questo è il mio corpo, che è dato per voi". Pane di vita per le genti – Quaresima 2012 – Centro Ambrosiano]