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Nella vigilanza: inizio di un’attesa

23 Novembre 2011

Ez 6,1-10; Sal 31 (32); Abd 1,19-21; Mt 12,22-32

 

«Tutta la folla era sbalordita e diceva: “Che non sia costui il figlio di Davide?”». (Mt 12,23)

Sono ancora in scena gli scribi, rappresentanti del potere religioso del tempo, che malignano pesantemente su Gesù, definendolo posseduto dal principe dei demoni e come colui che nel nome di Beelzebul, scaccia i demoni. É una forma di cecità spirituale provocata dall’invidia, accresciuta dalla bramosia del potere e confermata da una falsa religiosità: una malattia dell’anima che ancora miete vittime ai nostri giorni specie dove l’integralismo religioso degenera in violenza.
Gesù, con la sua forte denuncia, cerca di convincerli della loro cecità, per guarirli, ma il loro cuore è indurito dal male e non vuole arrendersi alla verità. Com’è il nostro cuore? Indurito dalle nostre posizioni o disposto ad accogliere la parola di Gesù? Siamo capaci di ascoltare lo Spirito Santo che ci permette di conoscere la verità tutta intera?
Oggi dunque, nella mia pausa contemplativa, m’impegnerò a “monitorare” il cuore con estrema franchezza, riascoltando con gratitudine anche l’eco della correzione fraterna, che accoglierò come perla preziosa. In silenzio dinanzi al Signore lascerò che al mio sguardo superbo giunga il “collirio” dell’umile suo amore perché io possa accogliere il dono della sua salvezza.

Preghiamo

Il Signore si rivela a chi lo teme,
gli fa conoscere la sua alleanza.
Tengo i miei occhi rivolti al Signore,
perché libera dal laccio il mio piede.

(dal Sal 25)

 

da: La parola ogni giorno.“I miei occhi hanno visto la tua salvezza”(Lc 2,30). Il dono di un nuovo inizio. Avvento e natale 2011, ed. Centro Ambrosiano