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Nell’attesa: inizio di una comunione

9 Dicembre 2011

Ez 35,1; 36,1-7; Sal 30 (31); Os 3,4-5; Mt 21,23-27

 

«Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».         (Mt 21,23)

 

É un’immagine un po’ diversa dal solito quella che oggi il vangelo ci vuole rivelare: Gesù ha un atteggiamento altezzoso e indisponente. I capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si permettono di chiedere “con quale autorità fai queste cose?”. Chi avrebbe autorità rimane spiazzato perché Gesù non ha nessun titolo per parlare: è figlio di un falegname, non ha studiato né frequentato i grandi rabbini del suo tempo, eppure la gente lo ama, lo rispetta e ne ammira l’autorevolezza. Gesù è credibile perché parla di cose che vive, non deve difendere dei privilegi, egli è autentico in ciò che fa, in ciò che dice. Alle volte restiamo attoniti e confusi dalle voci di chi ci sta intorno: voci solo all’apparenza autorevoli ma che, alla resa dei conti, risultano illusorie. Siamo stanchi dei troppi tuttologi e opinionisti che si vantano delle proprie idee e alzano la voce! Sì, solo Gesù ha autorevolezza nel suo parlare, solo lui può dirci cose su Dio che nessuno, mai, avrebbe potuto immaginare. Smontiamo le nostre sicurezze, smettiamola di pensare di essere i dominatori dell’universo: Dio non guarda il cuore altezzoso e superbo ma volge lo sguardo su chi ha un cuore in ricerca, un cuore che sperimenta il proprio limite e che, perciò, sa tendere la mano per chiedere aiuto.

  

Preghiamo

Signore Gesù, la tua parola autorevole,

continua ad insegnarci a vivere.

Abbiamo bisogno di luce, Signore, in questi tempi confusi,

abbiamo bisogno di certezza e tu solo ce le puoi dare:

Vieni Signore Gesù.

 

da: La parola ogni giorno.“I miei occhi hanno visto la tua salvezza”(Lc 2,30). Il dono di un nuovo inizio.Avvento e natale 2011, ed.Centro Ambrosiano