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Nell’incarnazione: inizio della speranza

30 Dicembre 2011

VI giorno dell’ottava di Natale

 

Mi 4,6-8; Sal 95 (96); 2Cor 1,1-7; Lc 11,27b-28

 

«Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano».          (Lc 11,28)

                               

Ascoltare non è facile, in qualche maniera è un’arte di fede ed amore. Ascoltare significa uscire da sé, dimenticarsi, prendere l’altro sul serio, aprirsi all’altro e alla sua parola. Ascoltare è come uno spogliarsi di se stessi per poter capire meglio, senza pregiudizi, l’interlocutore. Ascoltare è dire all’altro: “Sei importante per me, m’interessa quello che stai dicendo”. Se questo è valido nei rapporti umani, quanto più lo è nei rapporti dell’uomo con Dio. La persona di Dio, la sua Parola è ciò che più conta nella vita di ogni uomo.

“Cos’è, infatti, la scrittura, se non una lettera di Dio Onnipotente alla sua creatura? Se tu risiedessi altrove e ricevessi posta da un personaggio importante, non ti daresti pace, non riposeresti finché non avessi preso conoscenza del contenuto di quella lettera. Il Re del cielo, il Signore degli uomini e degli angeli, ti ha scritto una lettera perché tu viva, e tuttavia, illustre figlio, trascuri di leggerla con ardente amore. Cerca dunque, ti prego, di meditare ogni giorno le parole del tuo Creatore. Impara a conoscere il cuore di Dio nelle parole di Dio” (S. Gregorio Magno).

 

Preghiamo

Fa’ che ascoltiamo, Signore, la tua voce, che è voce di verità, di forza e di salvezza. Aiutaci, Padre, a non indurire il cuore; liberaci da ogni pregiudizio verso di te e verso i tuoi messaggeri. La tua Parola, o Dio, sia pronunziata con le nostre labbra, con il nostro cuore, con la nostra vita. Amen.