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«… Siano una sola cosa, come noi»

9 Maggio 2012

At 23,12-25a.31-35; Sal 123(124); Gv 12,20-28

 

 

«… proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre glorifica il tuo nome». (Gv 12,27-28)

 

 

Siamo in un momento cruciale del vangelo di Gio ­vanni. Il capitolo 12 si apre con l’unzione di Beta ­nia e l’ingresso messianico in Gerusalemme. Alcu ­ni Greci (probabilmente pagani convertiti) vogliono ve ­de re Gesù. Queste, del capitolo 12, sono le ultime paro­le pubbliche di Gesù. Seguiranno i lunghi capitoli del-l’ultima cena, in cui Gesù parlerà in intimità coi soli di ­scepoli e col Padre suo. Poi Passione e Resurrezione. Gio vanni, dunque, conclude in questo capitolo la vita pubblica di Gesù. Suona come un ultimo appello. A più riprese il Signore aveva detto che nessuno poteva andare dove lui stava andando. Adesso allarga la prospettiva, dicendo di seguirlo là dove sarà lui. Sarebbe utile legge­re il brano fino al v. 36. Gesù indica la morte di cui deve morire e ne rivela il potere nascosto: innalzato giudica il mondo e ne detronizza il principe, attirando a sé tutto il creato (v. 32). Il discepolo, giudeo o greco, è chiamato a seguirlo fin sotto la croce, per contemplarne la gloria.

 

Preghiamo

 

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,

agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore,

della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto

la vittoria del nostro Dio.

(dal salmo 97)

 

[La Parola ogni giorno – "La creazione geme e soffre le doglie del parto". Gesù Cristo, sposo dell’umanità – Tempo di Pasqua 2012 – Centro Ambrosiano]