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Vi ho chiamati amici

21 Maggio 2012

Ct 5,2a.5-6b; Sal 41(42); 1Cor 10,23.27-33; Mt 9,14-15

 

 

«Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno». (Mt 9,15)

 

Ci prepariamo in questi giorni all’effusione dello Spirito Santo, dopo aver celebrato il mistero dell’ascensione. Ci troviamo in mezzo a due momenti tra i più importanti della storia. Il Figlio, dopo aver compiuto la redenzione di tutti e di ciascuno, torna al Padre. Lo Spirito sta per irrompere sulla comunità amata e renderla incandescente, pronta ad incendiare il mondo. Ci troviamo nel tempo che sta in mezzo tra questi due misteri. La liturgia mette sulle nostre labbra le parole della Sposa del Cantico. L’assenza caratterizza questo tempo, che assomiglia al sabato santo. L’assenza è pre­ziosa, non va sprecata. Dobbiamo imparare a percepire come lacerante il non sentire la voce, il non vedere il volto dello Sposo. La comunità viene educata a ricono­scere la differenza tra Gesù e la sua mancanza. Lo Spirito scenderà a dare senso a questo vuoto, non a negarlo né a rimuoverlo. Solo dove è avvertita l’assenza dello Sposo arriva il Consolatore. Così lo Spirito e la Sposa pos sono dire in verità: «Vieni!» e chi ascolta ripeta: «Vieni!» (Ap 22,17).

 

Preghiamo

 

Lavami e sarò più bianco della neve,

fammi sentire gioia e letizia,

esulteranno le ossa che hai spezzato.

Crea in me o Dio un cuore puro,

rendimi la gioia della tua salvezza.

(dal salmo 50)

 

[La Parola ogni giorno –"La creazione geme e soffre le doglie del parto". Gesù Cristo, sposo dell’umanità – Tempo di Pasqua 2012 – Centro Ambrosiano]