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Vi ho chiamati amici

20 Maggio 2012

At 1,15-26; Sal 138(139); 1Tm3,14-16; Gv 17,11-19

 

«Per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità». (Gv 17,19)

 

 

Acausa della nostra condizione di umanità pecca­trice e ingiusta, si è posta la necessità dell’incar­nazione, morte e resurrezione del Figlio. Non sap piamo se, nell’eventualità di un’umanità incorrotta, egli avrebbe comunque assunto la condizione umana anche se è dolcissimo pensarlo; ma la necessità resta tutta nostra. Dio non ha creato dolore e morte (Sap 2,23­24) né peccato e ingiustizia. Nel vangelo di oggi, pur dichiarando la compiutezza della sua opera, Gesù non dice: «… Io quello che dovevo fare l’ho fatto!». La co ­munità amata resta oggetto della sua cura. Egli non si sot trae al conflitto. Lui sa che nel mondo il maligno, seb­bene detronizzato per mezzo della sua croce, ha vita faci­le. La menzogna che ci ha messo nel cuore al principio (Gen 3,4-5) ha radici profonde. Per noi Gesù consacra se stesso. Consacrare significa “mettere da parte per…”, “dedicare esclusivamente a…”. Per lui veniamo consa­crati nella verità e mandati al mondo. C’è un annuncio che guarisce il mondo. Dio vuole guarire il mondo per contagio! Lasciamoci guarire e diverremo contagiosi. Co me diceva san Serafino di Sarov: «Acquista la pace e migliaia intorno a te troveranno la salvezza».

 

Preghiamo

 

Ecco, l’occhio del Signore veglia su chi lo teme,

su chi spera nella sua grazia,

per liberarlo dalla morte

e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore,

egli è nostro aiuto e nostro scudo.

(dal salmo 32)

 

 

[La Parola ogni giorno –"La creazione geme e soffre le doglie del parto". Gesù Cristo, sposo dell’umanità – Tempo di Pasqua 2012 – Centro Ambrosiano]