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Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato

9 Marzo 2013

 

Ez 20,2-11; Sal 105 (106); 1Ts 2,13-20; Mc 6,6b-13

"Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient‘altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche". (Mc 6,7-9)

Essere Figli di Dio è una grazia, ma camminare come figli è un’esigenza.
Gesù ci chiama per stare con lui e per inviarci a promuovere e difendere la vita. Stare con Gesù comporta necessariamente condividerne la missione: “Sono venuto perché abbiate vita e vita in abbondanza” (Gv 10,10).
Stare con Lui è anche stare con gli altri discepoli. Un cristiano solo è un cristiano in pericolo. Anche quando si va nel mondo, a costruire il Regno, ci si va a due a due. Due è il numero minimo della comunità, non è solo una questione di strategia logistica, c’è un messaggio che deve passare senza parole: “essere una sola cosa perché il mondo creda”, “se vi amate sapranno che io vi ho inviato…”.
Nell’inviare, Gesù offre ai suoi delle indicazioni molto precise: ci sono delle cose che possono aiutare ed altre che intralciano.

Preghiamo

Mi insegnerai le strade della vita,
mi darai la pienezza della gioia, Signore.
Per il sangue di Cristo ci riscatterai,
i peccati saranno perdonati
per la ricchezza del suo dono.
(Salmo 15)