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22 Novembre 2015

 

Is 19,18-24; Sal 86 (87); Ef 3,8-13; Mc 1,1-8

 

 

«A me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa secondo l’efficacia della sua grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo».           (Ef 3,8)

 

Paolo, ebreo convinto e perciò fedelissimo custode della fede d’Israele e quindi della predilezione di Dio nell’alleanza offerta solo agli ebrei, si stupisce di essere stato scelto da Dio per il ruolo di apostolo “per le genti”. In pratica, ogni volta che vi ritorna a pensare, si stupisce di questa vocazione e di questa scelta. Nelle mani di Dio nulla va perso: Gesù si serve della piccolezza e umiltà di Paolo per portare “alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo”. Non si tratta di esserne degni, si tratta di accogliere e di credere che il Signore passa anche attraverso le nostre parole, le nostre scelte, la nostra fede, le tribolazioni che richiedono una grande fedeltà.

E noi che siamo Chiesa, siamo chiamati a custodire “le impenetrabili ricchezze di Cristo” perché possano essere dono per il mondo intero. Un dono gratuito è ricevuto, e va riproposto e scambiato senza altro guadagno nel sapere che il Signore, per mezzo nostro, ha raggiunto altri e li rende fiduciosi, portatori di speranza e di grazia. E questo non lo possiamo dimenticare!

 

Preghiamo

 

Guarda, Signore, esaudiscici,

illuminaci, mostrati a noi,

Che io ti cerchi, desiderandoti

e ti desideri cercandoti,

che io ti trovi amandoti

e ti ami trovandoti.                                   (S. Anselmo d’Aosta)
 

 

Impegno Settimanale

Troverò tempo per un’adorazione davanti all’Eucaristia, pane che nutre la nostra vita.

 

[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]