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La sfida contro l’Hiv

Grazie a “Positivi nell’anima”
contagio ridotto all’1 per cento

La campagna diocesana ha registrato risultati estremamente incoraggianti sia sul fronte delle cure presso l’ospedale di Chirundu (assistite oltre 2500 donne in gravidanza), sia su quello della sensibilizzazione e di una preventiva consapevolezza

19 Settembre 2013

La campagna “Un sogno per crescere” a favore del Mtendere Mission Hospital prende le mosse dal bilancio estremamente positivo registrato dal precedente progetto diocesano “Positivi nell’anima”. Lanciato nell’aprile 2011, ha raccolto fino a oggi € 175.436,30 grazie a 429 donazioni complessive così suddivise:
373 da privati (€ 92.418,67)
34 da parrocchie (€ 43.978,84)
14 da altri enti (€ 12.365,00)
8 da cappellanie ospedaliere e case di cura (€ 4.410,00)
oltre 11 mila sms solidali (€ 22.263,79).

Le offerte sono pervenute al Ce.L.I.M. (€ 22.152,00 via posta; € 118.493,63 in banca, inclusi gli sms solidali; € 819,07 on line con paypal e carta di credito) e all’Arcidiocesi di Milano (€ 155,00 via posta, € 11.310,00 in banca e € 22.506,60 allo sportello).

Questi fondi sono stati utilizzati per coprire i costi del programma di intervento per il 2011 (€ 37.387,00), per coprire i costi del programma di intervento per il 2012 e per la formazione degli operatori (€ 40.000,00) e per l’acquisto di un nuovo ecografo per il monitoraggio delle gravidanze (€ 18.850,00). I fondi attualmente ancora a disposizione (€ 79.199,30) garantiscono l’operatività per il 2013 e il 2014, ma ovviamente l’auspicio è quello di dare continuità a questo progetto che coinvolge sempre più donne e bambini.

Perché – al di là dei dati finanziari e a fronte della necessità sempre maggiore di cure contro l’Aids – ci sono i risultati estremamente incoraggianti dell’intervento sanitario in termini di partecipazione ed efficacia. Grazie al passaparola e al lavoro di sensibilizzazione nei villaggi da parte di volontari, infatti, sta aumentando la consapevolezza: sono sempre più numerose le donne in gravidanza che accettano di sottoporsi al test dell’Hiv e, se sieropositive, accettano di curarsi.

Negli ultimi due anni “Positivi nell’anima” ha permesso di seguire nell’ospedale diocesano oltre 2500 donne in gravidanza. A loro e ai loro partner è stato offerto il test per Hiv e circa 300 donne (il 12%) sono risultate Hiv positive. Quando una donna accetta di curarsi intraprende un percorso di counselling che la prepara a ricevere un trattamento antiretrovirale di tre farmaci, allo scopo di ridurre la carica virale e la probabilità che il suo bambino contragga la malattia. Il parto viene eseguito in ospedale e il bimbo riceve a sua volta la terapia per sei settimane. In seguito il neonato passa alla Umoyo Clinic, cioè alla Clinica della vita, dove ogni mese, fino all’età di due anni, viene visitato e riceve i farmaci per la prevenzione di infezioni opportunistiche e un supporto alimentare.

Solo nei primi otto mesi del 2012 sono stati accolti 128 nuovi bimbi nati da mamma sieropositiva e il numero totale dei piccoli assistiti in tenera età è attualmente arrivato a 407 (erano meno di 300 prima del lancio della campagna nel 2011). Nel 2012 si è registrata una media di 160 bimbi in terapia antiretrovirale.

I dati confermano che le cure somministrate all’ospedale di Chirundu funzionano, tanto che (se la madre è fedele alle terapie) il rischio contagio si riduce fino all’1%. Infatti, nei primi otto mesi del 2012, su 270 test Hiv effettuati presso l’Umoyo Clinic su bimbi nati da madre sieropositiva per cercare l’anticorpo virale nel sangue del bimbo, solo 4 sono risultati positivi. Quando il test effettuato a due anni risulta negativo, il bimbo è considerato sano e smette di recarsi periodicamente all’Umoyo Clinic.

Oggi tante mamme devono dire “grazie” ai medici del Mmh e a quanti, con le loro donazioni, hanno contribuito a garantire l’assistenza, migliorare la qualità della vita ed evitare il contagio dei loro piccoli.