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1 aprile

All’Ambrosianeum Parazzoli presenta «Il grande peccatore»

Con l'autore intervengono Helena Janeczek e Marco Garzonio

1 Aprile 2019

La Fondazione Ambrosianeum organizza per lunedì 1 aprile la presentazione del libro «Il grande peccatore» di Ferruccio Parazzoli, edito da Bompiani.
L’appuntamento è alle 18 presso la sede della Fondazione Ambrosianeum in Via Dalle Ore 3.
Insieme all’Autore interverranno anche Helena Janeczek e il Presidente Ambrosianeum, Marco Garzonio.
Coordina la serata il giornalista Alessandro Zaccuri.
In allegato la locandina con maggiori dettagli.
Per informazioni visita il sito http://ambrosianeum.org/

Il libro
In questo appassionato romanzo, antibiografia di un grande scrittore, Ferruccio Parazzoli è entrato in ogni particolare della vita di Dostoevskij, scoprendola e raccontandola nei risvolti più intimi, con l’amore e la spietatezza con cui un figlio guarda al proprio padre. 
Uscito dopo quattro anni dal penitenziario siberiano di Omsk, Fedor Michailovich è un uomo profondamente malato ma assetato di vita e di gloria letteraria. Nel suo animo, diviso tra l’orrore e l’attrazione del male, si agitano sentimenti opposti: l’amore, di cui va alla disperata ricerca, il rifiuto di concedersi, chiuso in un esasperato egocentrismo, e l’insanabile passione per il gioco d’azzardo. Chi lo racconta è Razumichin, personaggio di «Delitto e Castigo», e amico di Raskòlnikov. Razumichin vive di espedienti, è un giovane ambizioso, cinico, roso dall’invidia e pazzo di ammirazione verso chi è ciò che lui vorrebbe essere: un grande scrittore, un uomo capace, come Dostoevskij, di perdersi e mettersi a rischio fino in fondo. Seguirà ovunque Fedor Michailovich. palesemente o di nascosto, fin dal suo ritorno a Pietroburgo, nel suo fanatico innamoramento per Marija e nelle drammatiche vicende del loro matrimonio, nei più abbietti bassifondi, nei viaggi attraverso l’Europa, nella disperata avventura con Polina Suslova, nelle miserie di accanito giocatore. Guidato da un amore-odio, che rasenta l’omosessualità, per il suo idolo, Razumichin diventa l’ossessionato e ossessivo biografo di un Dostoevskij sconosciuto agli ammiratori di ogni tempo.