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21 marzo

Giuseppe Dossetti e gli equivoci
del cattolicesimo politico

Fino a oggi inedito, quel fondamentale discorso dossettiano è riproposto in un volume di Alessandro Barchi, che sarà presentato lunedi a Milano

15 Marzo 2016

Lunedì 21 marzo, dalle 18 alle 20, presso la Sala San Satiro, in piazza Sant’Ambrogio a Milano, sarà presentato il volume di Giuseppe Dossetti “Gli equivoci del cattolicesimo politico”, edito da Il Mulino nel 2015. Dopo il saluto del Presidente dell’associazione Città dell’Uomo, Luciano Caimi, e l’intervento introduttivo di Enzo Balboni (Università Cattolica), interverranno Giorgio Feliciani (Università Cattolica), Francesco Margiotta Broglio (Università di Firenze) e Paolo Pombeni (Università di Bologna)
Le conclusioni saranno a cura di Alessandro Barchi (Piccola Famiglia dell’Annunziata)

Il libro
Agli inizi degli anni Sessanta, la famosa “apertura a sinistra”, giudicata dalle gerarchie ecclesiastiche contraria sia alla disciplina sia alla dottrina cattolica, sta invece giungendo a compimento. In tale contesto viene organizzato nel 1962 un convegno di studi sui rapporti tra stato e Chiesa il cui sostanziale obiettivo è comporre le posizioni. Da Dossetti ci si attende che dia un contributo al rilancio della presenza dei cattolici in politica, senza che ciò metta in discussione il magistero ecclesiastico. Ma l’ex costituente, ormai divenuto monaco e sacerdote, spiazza tutti con un discorso radicale in cui afferma che il compito primario del cristiano non è la costruzione della sfera politica, né la difesa in quell’ambito di verità cattoliche generali, ma è la ricerca della via della testimonianza evangelica dell’alterità della fede.
Fino a oggi inedito, quel fondamentale discorso dossettiano è ora riproposto per la cura di Alessandro Barchi che con acribia filologica ne illumina la genesi. Due saggi di Fabrizio Mandreoli e Paolo Pombeni lo inquadrano rispettivamente sul versante teologico e su quello storico, aiutando il lettore a comprendere a fondo questo singolare documento che segna il distacco di un leader del cattolicesimo politico dal mito novecentesco del rilievo e della possibilità di una “democrazia cristiana”.