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Appuntamenti

L’11 maggio concerto per il Festival dell’Ascensione in San Calimero

Con l’Ensemble Vocale Harmonia Cordis

3 Maggio 2013

Sabato 11 maggio, alle 21, nella Basilica di San Calimero a Milano, concerto di inaugurazione del Festival dell’Ascensione: “Splendor Gratiae. Dalla scuola italiana allo stile tedesco tra Cinque e Seicento”, con brani di Hassler, Erbach, Aichinger, Sweelinck, Buxtehude eseguiti dall’Ensemble Vocale Harmonia Cordis diretto da Giuditta Comerci (Alessio Corti al cembalo).

Continua il percorso dell’Ensemble Vocale Harmonia Cordis, iniziato lo scorso dicembre, su quella via ideale che nel XVI secolo ha indelebilmente collegato Venezia alla cultura musicale tedesca. Se da un lato Andrea Gabrieli, che ben conosce la grandezza di Orlando di Lasso, ne indica la maestria compositiva al nipote Giovanni (che studia con Lasso a Monaco per alcuni anni), dall’altro Hans Leo Hassler si muove dalla sua natìa Norimberga verso la laguna veneta per imparare la levigatezza del gusto italiano, la sperimentazione armonica ormai avviata a Venezia e la ricerca del colore di cui proprio i Gabrieli furono maestri insigni.

Dal ritorno di Hassler a Norimberga e nell’Augsburg dei Fugger la compenetrazione tra le due sensibilità musicali sarà inevitabile e incredibilmente fruttuosa. La Germania accoglie la lezione veneziana, ma la compenetra ai propri gusti musicali (differenti per territorio), alla fedeltà al contrappunto e – a ridosso di una Riforma protestante già avviata – al suono della lingua tedesca. Accade attraverso compositori come Erbach, Lechner, Schutz, fino al fiammingo Jan P. Sweelinck, che sperimentano il passaggio di linguaggio, gusto, filosofia dal Rinascimento verso una nuova modalità espressiva ricca e carica di umanità. Accade nel campo vocale e ancor più nel campo strumentale, avviato ad autonomia rispetto alla voce e promettente di novità di forme e di contenuti. Da tutto ciò scaturisce un bacino di elementi originali e possibilità sonore ai quali attingeranno tutti i compositori del Seicento, da Buxtehude a Schein, da Scheidt a Kuhnau, giungendo maturi e ancora densi di prospettive fino a Johann Sebastian Bach.