Share

16 febbraio

L’educazione dei figli, oggi:
limiti, speranze e senso del futuro

All'interno del ciclo di conferenze "Il limite" organizzao dal Centro Giovani Coppie San Fedele

8 Febbraio 2017

All’interno del ciclo di conferenze “Il limite”, giovedì 16 febbraio alle 21 presso la Sala Ricci in piazza San Fedele a Milano, avrà luogo la conferenza “L’educazione dei figli, oggi: limiti, speranze e senso del futuro” con Gianni Vacchelli, insegnante e scrittore.

Gianni Vacchelli è professore di letteratura italiana in un liceo classico milanese e insegna al Dipartimento di Italianistica (Scienze della Formazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Tiene corsi e conferenze, scrive libri per la scuola, racconti e saggi. La Bibbia e Dante, letti in una prospettiva simbolica che tenga insieme il livello interiore con quello letterario e mistico, sono i suoi principali oggetti di studio. La sua lettura, attenta al dialogo interculturale, è al crocevia delle tradizioni spirituali d’Oriente e d’Occidente.
Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo:  
•”Rileggere le scritture al crocevia di più tradizioni. Ermeneutica culturale, Pannikar, simbolo e liberazione”, Simple, 2016
•“Generazioni. Storie di liberazione e abisso”, Mimesis, 2016

La parola “oggi” è al centro delle riflessioni a dialogo proposte da questa conferenza. Qual è lo “spirito del tempo”, quali i segni che devono essere compresi e interpretati da chiunque abbia responsabilità educative genitoriali, ma anche di qualunque tipo?
Abbiamo bisogno di leggere con attenzione critica il nostro tempo, caratterizzato da un economicismo esasperato e tecnocratico. Senza pensiero critico non possiamo educare i nostri figli. Abbiamo bisogno anche di nuovi miti, di nuovi simboli, di una nuova cultura, non tanto e solo umanistica, ma realmente umana.
Con un pensiero critico e nuovi simboli di riferimento, possiamo meglio definire i limiti, che sono necessari alla crescita di ogni giovane. Limiti che devono essere costruttivi, e non solo di negazione. I limiti non servono per coartare, ma per far crescere e, spesso, per essere superati. Accanto ai limiti bisogna recuperare una cultura del desiderio e un principio-speranza, cioè una prospettiva di trasformazione e di ripensamento del mondo, un senso del futuro, che rischiano, altrimenti, di essere mangiati da una diffusa rassegnazione, da un’accettazione fatale dell’esistente, mentre abbiamo bisogno di una nuova teoria e di una nuova prassi.

L’ingresso libero.
In allegato il volantino con il programma.