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2 ottobre

Raccontarsi e lasciarsi raccontare.
A che serve il dialogo interreligioso

Venerdì 2 ottobre alle 18 il quinto incontro del progetto “Conoscere il meticciato, governare il cambiamento” realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo

23 Settembre 2015

A volte potrebbe suonare come una categoria ormai logora per la pratica non sempre autentica che l’ha segnata. Eppure il dialogo interreligioso continua a imporsi nella storia come una via inevitabile, da percorrere fino in fondo, nonostante fatiche e incomprensioni. A partire da una posizione nuova: quanto l’incontro con l’altro cambia me, prima che l’altro? Quanto incide all’interno di una tradizione religiosa l’entrare in un vero paragone con un’altra? Pensando al rapporto tra cristiani e musulmani la questione oggi si fa particolarmente scottante.
Su questi temi si svolgerà il nuovo incontro del progetto “Conoscere il meticciato, governare il cambiamento” relativo all’area di ricerca su “Dialogo islamo-cristiano”, che si terrà presso il Collegio San Carlo (corso Magenta, 71 – Milano) il 2 ottobre, alle 18.
Questo incontro, realizzato in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la Biblioteca Ambrosiana e COREIS, è un’anteprima dell’iniziativa L’altra faccia della mezzaluna.

Intervengono:
– Bassam Tibi, Università di Goettingen
– Amer Al-Hafi, The Royal Institute for Inter-Faith Studies, Amman
– don Andrea Pacini, coordinatore della issue “Dialogo Islamo-Cristiano” del progetto Conoscere il meticciato, governare il cambiamento

Modera:
– Giorgio Bernardelli, giornalista di Mondo e Missione

Ingresso libero previa registrazione tramite il form  o comunicando la propria presenza alla Fondazione Oasis (oasis@fondazioneoasis.org; 02 386.097.00)
E’ previsto il servizio di traduzione simultanea.