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30 aprile

Segni di Bellezza: «Ha sete di te l’anima mia»

In arrivo la quarta e ultima serata della seconda edizione della stagione musicale, che dopo i concerti tenuti per l'Epifania, per la Quaresima e per la Settimana Santa, dedica il prossimo appuntamento al mistico desiderio che l'uomo ha di Dio, per soddisfare la sua sete di Amore e di Misericordia

26 Aprile 2016

Ultimo incontro per la stagione musicale Segni di Bellezza, che anche per questo secondo anno di vita, ha avuto come proposito principale quello di comunicare la bellezza di Dio, attraverso l’arte e la musica.
La serata è organizzata per il 30 aprile, alle ore 21, nella Basilica di Sant’Eustorgio, luogo vissuto da molti come un vero patrimonio di arte sacra e di evangelizzazione, grazie alle sue varie ed efficaci forme per annunciare la Buona Notizia del Vangelo.

Come di consueto due i momenti previsti: la prima parte della serata sarà dedicata alla presentazione di un’opera d’arte presente in Basilica. Si tratta della Madonna col Bambino, particolare centrale del polittico “Madonna col Bambino san Giacomo e sant’Enrico”, opera di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone, nato a Milano nel 1453 circa e ivi morto nel 1523. L’opera è collocata sulla parete di fondo della Cappella Brivio, la prima a destra entrando in Basilica, ed è stata dipinta su tavola nei primi anni del ‘500.
A tenere la relazione e a farci capire meglio la bellezza e l’importanza della Madonna, sarà Mons. Marco Navoni, dottore della Biblioteca Ambrosiana, che già dal primo appuntamento della stagione musicale, in gennaio scorso, ci ha parlato e istruito sulle autentiche bellezze scelte e presentate nei vari appuntamenti che si sono avvicendati.
La “sete” di Dio che Maria ha conservato durante tutto l’arco della sua vita, ci ha dato un esempio vivo e mirabile da imitare e seguire nella ricerca della vera essenza della nostra esistenza e sopravvivenza. E’ Lei che ci insegna a cercarLo e a riconoscerLo come il regista perfetto del nostro vivere nell’amore e nella misericordia.   

A seguire il concerto che ha per titolo: “Ha sete di te l’anima mia”. È un versetto tratto dal Salmo 42 che descrive come la cerva, cioè l’amore umano, aneli all’acqua per dissetarsi e sopravvivere. Allo stesso modo al desiderio di acqua, cioè di Dio, del suo Amore, della sua Misericordia, necessari per tenerci in vita, cercherà di condurci la musica proposta nel concerto, che prevede le note del salmo 42 di F. Mendelssohn, dal titolo: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a Te”, e la sinfonia intitolata: “Dal Nuovo Mondo” di A. Dvorak, che simbolicamente descrive le sensazioni dell’uomo a contatto di quel “nuovo mondo”, spirituale oltre che terrestre, che il peregrinare gli ha fatto cercare e scoprire.
Il salmo sarà eseguito da tre compagini corali: Anzolim de la Tor di Riva del Garda, Choralia e MusicaIncanto di Milano, coadiuvati dall’Orchestra Sinfonica Carlo Coccia. Direttore artistico di Segni di Bellezza e della serata è il maestro Michele Brescia.
Nella prima parte del concerto sull’Altare maggiore di Sant’Eustorgio saranno presenti 100 persone per i cori, e 45 elementi nell’orchestra.
Le note che ascolteremo, del salmo e della sinfonia, ci aiuteranno a entrare nella condizione dell’uomo “pellegrino” in ogni ambito, nella cultura, nella scienza, nel sapere e nella fede. Il peregrinare conferma la “sete” che l’essere umano ha di una realtà più ampia e alta, che lo spinge a scrutare l’infinito interiore ed esteriore, per la ricerca di se stesso e della sua origine.  
“In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”.
(San Giovanni Paolo II – dalla Veglia di preghiera del Giubileo dei giovani, Tor Vergata-Roma, 19 agosto 2000)