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Campagna

Precotto aderisce al Fondo famiglia-lavoro

Il Comitato di quartiere milanese disponibile a collaborare con il Consiglio pastorale sul fronte della sensibilizzazione e della raccolta fondi. Nel Direttivo prevista la presenza del sacerdote e di un membro del Consiglio pastorale

di Silvio MENGOTTO

17 Febbraio 2009

Anche un Comitato di quartiere milanese aderisce all’iniziativa del Fondo proposto dall’Arcivescovo. Lo ha deciso venerdì scorso il nuovo Consiglio direttivo di Precotto. Sono stati eletti infatti i nuovi componenti del Comitato (Zona 2 di Milano), costituito nell’aprile 2007 con lo scopo di affrontare i problemi dovuti alla realizzazione di nuovi progetti urbanistici che hanno trasformato interi quartieri e moltiplicato i problemi del traffico, della viabilità, la necessità di servizi pubblici come la biblioteca, i problemi posti dalla metrotramvia e l’arresto dei lavori alla Casa di riposo zonale.
Ciò che rende interessante il Comitato è la presenza, come prevede lo Statuto, del sacerdote e di un membro del Consiglio pastorale parrocchiale. Ferdinando Scala, riconfermato nel nuovo Consiglio e memoria storica del quartiere, afferma che il sacerdote «non sempre è presente alle riunioni, ma è sua facoltà esserlo. Per noi la sua presenza è importante perché siamo convinti che la Chiesa debba vivere in simbiosi con la società civile. Non può astrarsi, rimanere isolata dentro un’idea di cattolicesimo spirituale, senza sporcarsi le mani nella quotidianità dei problemi che vive la gente».
Proprio nella prima riunione tra i punti all’ordine del giorno anche la collaborazione con il Consiglio pastorale della parrocchia di S. Michele Arcangelo alle iniziative operative e formative collegate al Fondo famiglia-lavoro promosso dal cardinale Tettamanzi. Noi, spiega Scala, come in altre occasioni «a fronte di una domanda precisa del parroco abbiamo dichiarato la nostra disponibilità a collaborare con lui. In primis il sacerdote ha consultato il Consiglio pastorale e dopo ci ha rivolto questa domanda. Certamente lo faremo in stretta collaborazione con il Consiglio pastorale o con gli incaricati che vorrà indicare per occuparsi di questa iniziativa».
C’è anche una disponibilità, sempre in collaborazione con il Consiglio pastorale, a effettuare iniziative di sensibilizzazione e raccolta di fondi. Stupisce non poco il fatto che all’ultimo punto dell’ordine del giorno ci sia l’attivazione di iniziative di formazione per i giovani riguardo la vita sociale e politica, intesa come realizzazione del bene comune, secondo l’ispirazione e gli orientamenti della Dottrina sociale della Chiesa. Temi che trovano sensibilità e interesse negli adulti, mentre i giovani ne sono sempre più lontani, perché – sostiene Scala – oggi «non sentono più parlare di queste cose: non lo fa la famiglia, la scuola, tanto meno le parrocchie. Eppure tutti sappiamo quanto un’educazione civile alla lettura della politica in chiave solidaristica sia quanto mai necessaria per evitare che questa società non si trasformi in una logica di barbarie di cui oggi vediamo alcuni sintomi».