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Esperienze

Comunità pastorale: a Lecco il segreto è il “clima”

Il primo, positivo bilancio della "Beato Giovanni Mazzucconi e beato Luigi Monza", che riunisce le tre ex parrocchie di San Giovanni, Laorca e Rancio

Marcello VILLANI

23 Gennaio 2009

Si chiama comunità pastorale “Beato Giovanni Mazzucconi e beato Luigi Monza” e riunisce le tre ex parrocchie di San Giovanni, Laorca e Rancio, i tre rioni del Comune di Lecco più vicini alla Valsassina. Sono parrocchie che, fino all’apertura della nuova Lecco-Ballabio, erano strette nella morsa del traffico che si dipanava nell’angusto budello di questi rioni per raggiungere la valle. Quasi contemporaneamente all’apertura della nuova strada, è arrivata anche la creazione di questa nuova comunità.
Il vicario episcopale della Zona Pastorale III, monsignor Bruno Molinari, ha sottolineato come buona percentuale del “successo” di questa comunità pastorale stia nell’atteggiamento positivo e contagioso assunto dai sacerdoti, dal diacono (Giorgio Oggioni) e dalle religiose che compongono il “direttivo”, l’organismo di sintesi della nuova realtà che unisce le tre parrocchie. Originale, poi, la scelta del parroco don Emilio Colombo, di don Lauro Consonni e di monsignor Giuseppe Locatelli di risiedere ciascuno in una delle tre comunità, ma di operare – a rotazione – nelle altre parrocchie. Il parroco, don Colombo, non ha difficoltà ad ammettere che, pur nelle difficoltà, la comunità funziona veramente: «C’è una disponibilità a lavorare insieme da parte di noi sacerdoti – spiega il parroco – Il polso della situazione l’avremo durante la visita pastorale che l’arcivescovo Tettamanzi farà da noi a ottobre e, ancor prima, in primavera, con la visita del decano monsignor Franco Cecchin. Sarà un momento di verifica importante: noi sacerdoti cerchiamo di servire i nostri parrocchiani al meglio delle nostre possibilità».

Il coinvolgimento dei laici

Don Emilio, per far andare al meglio le cose, delega ai laici molti servizi. Un coinvolgimento virtuoso, oltreché necessario, e che sta dando ottimi frutti. «L’importante è fare le cose un passo alla volta; certo, devi lasciare un po’ di autonomia alle ex parrocchie e lasciare un sano e giusto spazio per loro. Poi si fanno delle iniziative insieme e allora la gente ti segue, collabora, non ti ostacola». In consiglio pastorale ci sono una trentina di persone dei tre rioni. La scelta di lasciare don Lauro Consonni nella ex casa parrocchiale di Laorca e monsignor Giuseppe Locatelli in quella di Rancio, si è rivelata vincente: «C’erano le tre case parrocchiali e non ci andava di lasciarle vuote. Però fare una comunità pastorale vuol dire viverla insieme e così turniamo molto. Questa settimana don Lauro andrà a San Giovanni a dir Messa, io sarò a Laorca e don Giuseppe sarà a Rancio. Poi cambieremo il giro…».
I laici sono soddisfatti. Patrizia Cattaneo, che abita a Rancio e fa parte del Consiglio pastorale ammette: «Questi tre sacerdoti per noi costituiscono sicuramente una grande ricchezza spirituale. C’è stato un ricambio, se n’è andato don Vincenzo Sorini, prete residente a Villa Aldè, e l’anno scorso a settembre è arrivato monsignor Giuseppe Locatelli; poi c’è un altro sacerdote residente, don Lauro Consonni, oltre al parroco don Emilio. La turnazione dei sacerdoti funziona bene: con un po’ di disagio da parte loro, visto che sono anziani (tranne don Emilio)». Tutto rose e fiori? «Lo scontento – riflette Cattaneo – nei grandi cambiamenti c’è sempre, ma sono sicuramente più i “pro” dei “contro”. La comunità pastorale è un arricchimento. Inoltre mio marito Eugenio coordina lo strumento del bollettino dal nome “Comunità”: ci siamo accorti che le persone, anche grazie a questo strumento, si stanno avvicinando alle realtà di tutti e tre i rioni».