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Sugli altari

«Il Papa beato nel cuore dell’umanità»

In occasione della beatificazione di Giovanni Paolo II il cardinale Tettamanzi sottolinea l’intensa partecipazione popolare alla celebrazione, i numerosi frutti del pontificato di Karol Wojtyla e l’affetto che lo legava alla Chiesa ambrosiana. La gratitudine della Diocesi sarà espressa nella messa che l’Arcivescovo presiederà in Duomo lunedì 2 maggio alle 20.45

del cardinale Dionigi TETTAMANZI Arcivescovo di Milano

1 Maggio 2011

Oggi la Chiesa è in festa: Papa Giovanni Paolo II viene proclamato Beato dal suo successore Benedetto XVI.
Moltissimi fedeli – anche dalla Diocesi di Milano – sono accorsi a Roma per questo evento; da tutto il mondo è alta l’attenzione verso la figura del nuovo Beato e la partecipazione – anche dei non credenti – all’evento di Piazza San Pietro: sono segni di quanto questo grande Pontefice abbia toccato profondamente il cuore dell’umanità con la sua presenza, la sua parola, soprattutto il suo amore per ogni uomo.
In particolare saranno presenti in gran numero i giovani che da Giovanni Paolo II si sono sentiti cercati, capiti, amati. Proprio i giovani sono stati tra coloro che per primi hanno riconosciuto la Sua santità e l’hanno espressa in quel «Santo subito» che più volte è risuonato in Piazza San Pietro durante i suoi funerali dell’8 aprile 2005.
Tutti insieme, ciascuno di noi, ogni comunità cristiana, tutta la Chiesa ambrosiana, sentiamo il bisogno di innalzare a Dio il rendimento di grazie per il dono di questo Pontefice che oggi dalla Chiesa viene proposto quale modello di vita santa: lo abbiamo conosciuto come padre e maestro nella fede, testimone dell’amore di Dio in ogni parte del mondo, tenace assertore del dialogo con le diverse religioni e culture, infaticabile e coraggioso costruttore di giustizia e di pace, uomo di preghiera che ha vissuto in intima comunione con il Signore.
Nel suo lungo pontificato sulla soglia tra il secondo e il terzo millennio dell’era cristiana egli ha guidato la Chiesa con mano provvida e sicura, esortando ogni cristiano a camminare con convinzione sulla via della santità. Conserviamo nella mente e nel cuore il suo appassionato appello che ha segnato sin dall’inizio il pontificato: «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!» e l’invito alla Chiesa al termine del Giubileo del Duemila a «prendere il largo» nel grande mare del tempo e della storia, ad aprirsi con fiducia al futuro.
Lo ricordiamo anche nel difficile periodo della sofferenza fisica da lui vissuta con straordinaria umanità, con piena dignità, con grande fede: proprio in questo momento, in cui pareva essere più “distante” a causa degli impedimenti della malattia, Egli si rendeva ancor più vicino alla sofferenza di ogni uomo, continuando così a servire la Chiesa e a dare tutto di se stesso, sino alla fine.
Papa Woityla ci ha invitato a guardare avanti, a sperimentare la presenza viva del Signore risorto in mezzo a noi, a intraprendere con decisione la strada della testimonianza autentica del Vangelo e dell’annuncio della misericordia di Dio per ogni uomo.
Mentre ancora ci lasciamo scuotere dalle sue esortazioni, facciamo tesoro dei suoi insegnamenti e riconosciamo con rinnovata ammirazione la sua mirabile testimonianza, ci vogliamo affidare alla sua intercessione.
A lui raccomandiamo la Chiesa ambrosiana, alla quale ha sempre guardato con profondo affetto e con singolare attenzione. Numerosi i legami di Giovanni Paolo II con la nostra Diocesi, alcuni dei quali precedenti la sua elezione a Pontefice. Particolare la sua devozione a San Carlo Borromeo, da lui filialmente venerato come patrono, tanto da venire a Milano nel 1984 in occasione del IV centenario della morte di San Carlo, dopo che vi era appena stato l’anno prima per il XX Congresso Eucaristico Nazionale. Riconosciamo particolarmente significativa la coincidenza della sua beatificazione con le celebrazioni per il IV centenario della canonizzazione del Borromeo.
I molteplici sentimenti di gratitudine miei personali insieme a tutti quelli della nostra Diocesi al Signore per il dono del Beato Giovanni Paolo II, li esprimerò oggi nella preghiera della solenne Santa Messa di Beatificazione che concelebrerò con il Santo Padre Benedetto XVI e con tanti altri confratelli.
Come Chiesa ambrosiana condivideremo insieme la preghiera domani, 2 maggio, alle 20.45, nella Santa Messa di ringraziamento per la Sua beatificazione che ho voluto venga celebrata in Duomo.Al Signore diremo il nostro grazie e rinnoveremo il proposito di continuare a percorrere i sentieri che Giovanni Paolo II ha aperto, fortificati dalla sua fede limpida e coraggiosa, dal suo sguardo al futuro segnato da incrollabile speranza, dalla sua rara e penetrante capacità di leggere i segni dello Spirito.

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