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Chiese orientali antiche

4950 - per_appuntamenti Redazione Diocesi

23 Novembre 2009

Con il nome di Chiese orientali antiche si intendono generalmente quelle comunità che riconoscono solo i primi tre concili ecumenici di Nicea, Costantinopoli ed Efeso.

Le chiese copta (egiziana), sira, armena, etiopica e malankarese (indiana) sono dette anche pre o ante calcedonesi perché generalmente non riconoscono il quarto concilio ecumenico tenutosi a Calcedonia nel 451 dopo Cristo.

In realtà la Chiesa sira o assira è più correttamente definita come non efesina in quanto non riconosce il terzo concilio ecumenico tenutosi a Efeso nel 431.

I primi concili dibatterono le principali questioni cristologiche e segnarono alcune divisioni. Studi e colloqui ecumenici hanno in seguito evidenziato che alcune differenze concettuali vennero enfatizzate sia dalle difficoltà linguistiche e culturali che dall’influenza di interessi politici.

La chiesa copta fa risalire le proprie origini all’evangelista Marco, che avrebbe impiantato la comunità cristiana in Egitto, e l’antico patriarcato egiziano di Alessandria ha rappresentato una delle sedi principali della chiesa primitiva in seno all’impero romano.

La chiesa sira fa risalire la propria origine all’attività missionaria dell’apostolo Pietro e all’epoca della dominazione ellenistica negli anni del concilio di Calcedonia ha sofferto dure persecuzioni.

Il patriarcato subì più volte il cambiamento di sede fino a stabilirsi a Damasco. La chiesa armena fa risalire le proprie origini alla predicazione degli apostoli Taddeo e Bartolomeo. L’Armenia è stata la prima nazione ad accettare il cristianesimo come religione ufficiale di stato nel 301 dopo Cristo.

Il catholicòs (capo) di tutti gli armeni risiede a Etchmiadzin in Armenia. La chiesa etiopica è una comunità cristiana autenticamente africana che fa risalire la propria origine all’epoca apostolica.
La lunga tradizione di tutela da parte della chiesa copta si è interrotta nel 1950 con la dichiarazione di autocefalia (indipendenza) e da allora la chiesa etiopica è guidata da un proprio patriarca con sede ad Addis Abeba.

La chiesa malankarese fa risalire le proprie origini alla predicazione dell’apostolo Tommaso che viene considerato il padre fondatore del cristianesimo in India. Nel 1665 la chiesa indiana ha stabilito un canale privilegiato di dialogo con il patriarcato siro occidentale di Antiochia di cui ha accolto la tradizione liturgica e spirituale.

Le Chiese orientali antiche sono generalmente in comunione tra di loro alla maniera delle chiese ortodosse: ciò spiega l’ulteriore loro denominazione di Chiese ortodosse orientali. Le chiese copta, sira, armena, etiopica e malankarese, pur essendo nella piena comunione sacramentale e canonica, agiscono indipendentemente l’una dall’altra come chiese autocefale (letteralmente: con un proprio capo).
Le comunità cristiane di queste chiese, pur avendo un notevole grado di autogoverno, sono guidate da un vescovo formalmente nominato dal primate (capo) della chiesa a cui appartengono.

Le Chiese orientali antiche comprendono circa 40 milioni di fedeli. Generalmente l’organizzazione territoriale interna di ogni singola chiesa è basata sulle diocesi e solo in alcuni casi sono presenti delle arcidiocesi o delle metropolie da cui le diverse diocesi dipendono.
Le Chiese orientali antiche sono impegnate nel dialogo ecumenico e alcune di esse sono membri del Consiglio mondiale delle Chiese (protestanti e ortodossi).
Il dialogo ecumenico con le chiese cattolica e anglicana è molto forte.