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Teologia e psicologia di fronte alla fedeltà nelle scelte di vita

In questi ultimi decenni, almeno nel contesto occidentale, nulla ha lunga vita. Anche per le scelte di vita un tempo ritenute irrevocabili, perché legate alla fede - consacrazione religiosa, sacerdozio, matrimonio come sacramento -, si assiste al loro sbriciolarsi nelle età più diverse e per le circostanze più varie. L'analisi e le domande di suor Carla Corbella.

Silvio MENGOTTO Redazione

3 Giugno 2009

E’ possibile vivere una scelta di fedeltà nella propria vita, oppure è diventata una difficile chimera? Questa domanda attraversa tutte le pagine del libro «Resistere o andarsene?» nel quale si propone una riflessione non solo teologia e psicologica, ma anche antropologica del tema della fedeltà nelle scelte di vita. E’ il primo libro scritto da Carla Corbella delle Suore ausiliatrici del Purgatorio, nata a Como, laureata in teologia morale all’Accademia Alfonsiana di Roma. Oggi insegna a Torino in alcuni master universitari e al collegio Sociale della Compagnia di Gesù. E’ possibile vivere una scelta di fedeltà nella propria vita, oppure è diventata una difficile chimera? Questa domanda attraversa tutte le pagine del libro «Resistere o andarsene?» nel quale si propone una riflessione non solo teologia e psicologica, ma anche antropologica del tema della fedeltà nelle scelte di vita. E’ il primo libro scritto da Carla Corbella delle Suore ausiliatrici del Purgatorio, nata a Como, laureata in teologia morale all’Accademia Alfonsiana di Roma. Oggi insegna a Torino in alcuni master universitari e al collegio Sociale della Compagnia di Gesù. Scelte di vita Nel suo noviziato torinese, che risale nel 1996, l’autrice viene a contatto con un vasto e variegato pubblico giovanile. In quella frequentazione quotidiana registra un crescente aumento di abbandoni, sia a livello di scelta di vita matrimoniale, sia a livello di scelta di vita religiosa. Un fenomeno già emergente nella prima esperienza pastorale a Como. Tra le sue amicizie sono diverse le persone che hanno intrapreso la via dell’abbandono, del distacco, dai rispettivi cammini matrimoniali o sacerdotali. Una realtà che ha portato Carla Corbella a riflettere e scrivere. In modo provocatorio, credo propositivo, si domanda se tale scelta di fedeltà, o del definitivo, sia possibile oppure non lo sia. «Anche per le scelte di vita un tempo ritenute irrevocabili, perché legate alla fede – consacrazione religiosa, sacerdozio, matrimonio come sacramento -, si assiste al loro sbriciolarsi nelle età più diverse e per le circostanze più varie. Ciò sta portando alcuni, anche all’interno del mondo cattolico, a teorizzare l’impossibilità, oggi, di una fedeltà per sempre». Forse, si interroga, questa fedeltà: « è una richiesta d’altri tempi e non si incontra con l’identità di oggi perche non è solida, ma fluida e mutevole?». La logica dell’usa e getta Non è un caso che nella cultura occidentale, nulla ha lunga vita, tutto viene assorbito nella logica mercantile dell’usa e getta quale conseguenza del delirio consumistico non del necessario, ma del superfluo. C’è la convinzione diffusa che se una persona rimane fedele è perché brava e buona, sa resistere sino al martirio. Se un’altra persona non riesce nel cammino della fedeltà la si giudica di carattere fragile, svogliato e mutevole. Questa interpretazione non convince l’autrice. Per questo propone una pista di riflessione diversa. Si tratta di: «cogliere se il valore della fedeltà è intrinseco all’identità umana oppure no. L’identità umana, per essere tale nella sua maturità, può implicare il valore della fedeltà? Oppure è qualcosa che viene confezionato dall’esterno? E dentro a questa prospettiva la fede ha da dire qualche cosa? Caratteristica di questo libro è che al dato biblico si arriva solo al termine, non lo si pone come condizione di partenza. Siccome Dio è fedele, anche gli uomini devono esserlo. Mi sembra che una presa di posizione del genere possa parlare solo ad una minoranza e che non consenta la possibilità di riflessione. Se la prospettiva di vita è cristiana non si può non arrivare alla fedeltà. Di fatto, per un tratto anche breve, ci si arriva per un’altra strada che è condivisibile anche da chi non ha questo substrato di fede». Un cammino di domande Il libro non formula certezze o risposte perché, lo esprime anche nel titolo interrogativo, è un cammino fatto di domande, riflessioni, ragionamenti che invitano il lettore a cercare in sé la risposta. Il volume si colloca in questo dibattito formulando «la domanda se la fedeltà sia necessariamente connessa con il crescere e svilupparsi dell’identità personale oppure sia una forzatura esterna. Nella ricerca di una risposta mette in dialogo le ragioni della teologia con le acquisizioni della psicologia del profondo». Tutti i capitoli hanno come peculiarità un discorso iniziale e finale che permette una loro autonoma lettura. Un libro adatto per corsi di formazione e per fidanzati. Carla CorbellaResistere o andarsene?Teologia e psicologia di fronte alla fedeltà nelle scelte di vitaEdit. EDB(pp. 190, Euro 16.90)