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Santuari mariani

La Madonna della Ghianda nei boschi di Mezzana

di Luca FRIGERIO Redazione

26 Aprile 2010

Non poteva che sorgere in mezzo a un parco, e nel caso specifico il Parco del Ticino, un santuario dedicato alla Madonna della Ghianda. Solido come una fortezza, lineare e sobrio come lo stesso San Carlo Borromeo aveva raccomandato (è opera infatti del Pellegrini, il suo architetto di fiducia), l’antico tempio mariano si trova a Mezzana, frazione del Comune di Somma Lombardo (tel. 0331.256752).
Il curioso nome che lo distingue si deve a una tradizione medievale, secondo la quale la Vergine sarebbe apparsa tra i rami di una quercia a una pastorella sordomuta che ottenne miracolosamente la guarigione. La pietà popolare fece sorgere nel luogo dell’apparizione una piccola cappella, che agli inizi del Quattrocento fu ornata di un grande e complesso affresco, già attribuito all’illustre mano di Michelino da Besozzo. Tale dipinto raffigura, infatti, la Madonna col Bambino assisa fra le fronde di un albero, da cui pendono numerosi i frutti in forma di ghiande. Una pianta che «nasce» dal corpo di un uomo addormentato, il biblico Jesse, circondato dai profeti che annunciarono la venuta del regno messianico.
Merita una particolare attenzione, questo riferimento a Mezzana alla ghianda e, in particolar modo alla quercia, albero quanto mai legato alla figura di Maria, come anche l’arte cristiana medievale e rinascimentale ci testimonia con abbondanza (così appare, per esempio, anche nei dipinti di Lotto, di Raffaello e perfino di Caravaggio). Albero cosmico per eccellenza, asse del mondo in numerose tradizioni culturali (dai greci ai romani, dai celti agli slavi), anche nella Bibbia esso appare quale strumento di comunicazione tra cielo e terra: a Mamre e a Sichem, infatti, Dio si è rivelato ad Abramo proprio vicino a una quercia.
Nel mondo antico, e ancora in epoca medievale, inoltre, quest’albero era simbolo dell’immortalità, poiché il suo legno era considerato incorruttibile: secondo alcuni Padri della Chiesa, infatti, proprio con legno di quercia fu fatta la Croce su cui Cristo venne inchiodato. Non poteva che sorgere in mezzo a un parco, e nel caso specifico il Parco del Ticino, un santuario dedicato alla Madonna della Ghianda. Solido come una fortezza, lineare e sobrio come lo stesso San Carlo Borromeo aveva raccomandato (è opera infatti del Pellegrini, il suo architetto di fiducia), l’antico tempio mariano si trova a Mezzana, frazione del Comune di Somma Lombardo (tel. 0331.256752).Il curioso nome che lo distingue si deve a una tradizione medievale, secondo la quale la Vergine sarebbe apparsa tra i rami di una quercia a una pastorella sordomuta che ottenne miracolosamente la guarigione. La pietà popolare fece sorgere nel luogo dell’apparizione una piccola cappella, che agli inizi del Quattrocento fu ornata di un grande e complesso affresco, già attribuito all’illustre mano di Michelino da Besozzo. Tale dipinto raffigura, infatti, la Madonna col Bambino assisa fra le fronde di un albero, da cui pendono numerosi i frutti in forma di ghiande. Una pianta che «nasce» dal corpo di un uomo addormentato, il biblico Jesse, circondato dai profeti che annunciarono la venuta del regno messianico.Merita una particolare attenzione, questo riferimento a Mezzana alla ghianda e, in particolar modo alla quercia, albero quanto mai legato alla figura di Maria, come anche l’arte cristiana medievale e rinascimentale ci testimonia con abbondanza (così appare, per esempio, anche nei dipinti di Lotto, di Raffaello e perfino di Caravaggio). Albero cosmico per eccellenza, asse del mondo in numerose tradizioni culturali (dai greci ai romani, dai celti agli slavi), anche nella Bibbia esso appare quale strumento di comunicazione tra cielo e terra: a Mamre e a Sichem, infatti, Dio si è rivelato ad Abramo proprio vicino a una quercia.Nel mondo antico, e ancora in epoca medievale, inoltre, quest’albero era simbolo dell’immortalità, poiché il suo legno era considerato incorruttibile: secondo alcuni Padri della Chiesa, infatti, proprio con legno di quercia fu fatta la Croce su cui Cristo venne inchiodato.