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Sabato 23 gennaio

Padre Matteo Ricci: in dialogo fra Oriente e Occidente

Nel quarto centenario della morte,�i gesuiti del San Fedele di Milano ricordano la grande figura del missionario con una giornata di incontri, fra arte, dibattiti e documenti.

20 Gennaio 2010

Nel 2010 ricorre il IV centenario della morte di Padre Matteo Ricci (Macerata, 1552 – Pechino 1610), gesuita missionario in Cina oltre che uomo assai dotto nelle scienze matematiche e astronomiche, ancora oggi definito da papa Benetto XVI una figura attualissima in quanto “proficuo modello di incontro tra la civiltà europea e quella cinese”.
Per omaggiare l’attività apostolica di questo gesuita italiano che fece del dialogo tra le culture il principio guida della propria missione, sabato 23 gennaio 2010 la Fondazione Culturale San Fedele di Milano in collaborazione con la Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù promuove una giornata di eventi dedicata durante la quale si inaugura anche la mostra dell’artista giapponese Hidetoshi Nagasawa “Nel segno della Croce”, in programma negli spazi della Galleria fino al 6 marzo. Nel 2010 ricorre il IV centenario della morte di Padre Matteo Ricci (Macerata, 1552 – Pechino 1610), gesuita missionario in Cina oltre che uomo assai dotto nelle scienze matematiche e astronomiche, ancora oggi definito da papa Benetto XVI una figura attualissima in quanto “proficuo modello di incontro tra la civiltà europea e quella cinese”.Per omaggiare l’attività apostolica di questo gesuita italiano che fece del dialogo tra le culture il principio guida della propria missione, sabato 23 gennaio 2010 la Fondazione Culturale San Fedele di Milano in collaborazione con la Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù promuove una giornata di eventi dedicata durante la quale si inaugura anche la mostra dell’artista giapponese Hidetoshi Nagasawa “Nel segno della Croce”, in programma negli spazi della Galleria fino al 6 marzo. la mostra: «Nel segno della Croce» La mostra «Hidetoshi Nagasawa: nel segno della Croce. Arte antica e contemporanea a confronto», che sarà inaugurata sabato 23 gennaio alle ore 12.45, è interamente dedicata al tema della Croce, simbolo per eccellenza del “religare”, quindi dell’unire, concetto chiave nello stile missionario di Padre Ricci per il quale la missione non si deve tradurre in una strategia di conquista ma in una relazione di reciproca accoglienza e di amicizia perché “Il mondo senza amicizia sarebbe come il cielo senza sole e come un corpo senza occhi”.Centro del progetto espositivo è una grande Croce ideata dallo scultore giapponese Hidetoshi Nagasawa che ha interpretato nella sua visione di artista orientale un soggetto caro alla spiritualità occidentale. L’opera, realizzata in marmo bianco di Carrara, è composta di otto braccia, ciascuno dei quali poggia da un lato a terra e dall’altro tende verso l’alto, così da rappresentare al tempo stesso il legame tra terra e cielo e la possibile unione tra le diverse culture del mondo. All’interno della mostra la Croce di Nagasawa è volutamente posta in relazione con un’antica Croce astile in rame dorato con tondi incisi e integrazioni in argento sbalzato, conservata oggi in San Fedele e originariamente appartenuta alla chiesa di Santa Maria della Scala a Milano. Questa croce, risalente al XV – XVI secolo, ha subito negli anni diversi interventi quasi a testimoniare le differenti fasi dell’esperienza della fede cristiana durante i secoli. Dal punto di vista iconografico la croce presenta medaglioni lavorati a niello e bassorilievi in argento risalenti alla prima metà del secolo XVI, il cui tema dominante è la salvezza dell’uomo con scene ispirate al Nuovo Testamento. Tra i bassorilievi spiccano all’intersezione dei bracci una Crocifissione da un lato e una Trinità dall’altro.La mostra è completata da documenti e opere antiche appartenenti alla memoria spirituale e culturale della Compagnia di Gesù, come le incisioni del celebre libro Evangelicae historiae imagines del 1593 che ebbe tanta importanza nell’evangelizzazione dell’Oriente nel XVII secolo. In esposizione anche opere di autori contemporanei, tra cui Mirco Marchelli, Pietro Coletta, Giancarlo Marchese, realizzate in passato per la Galleria San Fedele, a testimonianza della volontà della Compagnia di Gesù di farsi sempre interprete del proprio tempo. Tra film, convegni e concerti La giornata di sabato 23 gennaio, interamente aperta al pubblico, si apre la mattina con la conferenza introduttiva del Padre Generale dei Gesuiti Adolfo Nicolás, intitolata “Matteo Ricci: l’amicizia come stile missionario”. Padre Ricci rappresenta infatti un esempio paradigmatico di come l’annuncio del Vangelo non possa prescindere dalla relazione e dall’incontro tra i popoli: solo facendosi anello di congiunzione tra la cultura europea del Rinascimento e la civiltà cinese, egli riuscì nell’impresa di portare il Cristianesimo in Cina.L’intervento di Padre Nicolás è seguito dalla conferenza del direttore della Galleria San Fedele Andrea Dall’Asta, “Per una maggiore gloria di Dio. Missione e arte nella Compagnia di Gesù”, volta a sottolineare come l’attenzione verso la cultura e la scienza siano un aspetto fondamentale dell’orizzonte missionario della Compagnia di Gesù, testimoniato esemplarmente anche dall’esperienza di Padre Ricci. Il tema viene sviluppato attraverso il commento di alcune opere capitali per l’Ordine dei Gesuiti, tra cui la volta del Gesù del Baciccio e quella di Sant’Ignazio di Andrea Pozzo a Roma.Nel primo pomeriggio è prevista la proiezione nell’Auditorium San Fedele del docufilm di Gjon Kolndrekaj “Matteo Ricci, un gesuita nel Regno del Drago” presentato anche all’ultimo Festival di Venezia, cui segue la tavola rotonda dal titolo “Gli eredi di Matteo Ricci” per discutere dei rapporti attuali tra Cina e Occidente attraverso gli interventi del sinologo Federico Masini, della giornalista Renata Pisu, del teologo M. Antoni J. ��erler e del pastore Pietro Cui Xingang.A conclusione della giornata la Chiesa di San Fedele ospita il concerto “Musicisti gesuiti tra la Cina e le Indie Occidentali” con musiche di compositori gesuiti tra cui Domenico Zipoli, Joseph – Marie Amiot e Antonio Pileggi, alcune delle quali eseguite per la prima volta in Italia dal coro Voci di San Fedele, dall’ Ensemble strumentale del Teatro la Scala, con la partecipazione della celebre musicista Lingling yu, tra le poche in Europa a suonare strumenti tradizionali cinesi.In occasione della ricorrenza ricciana la Fondazione Culturale San Fedele ha inoltre previsto un’iniziativa editoriale speciale per l’intero anno 2010: la rivista Popoli pubblicherà infatti ogni mese un inserto dedicato al valore, anche contemporaneo, della esperienza missionaria di Padre Ricci analizzata attraverso il contributo e le riflessioni di diversi studiosi gesuiti e laici. Per informazioni, Fondazione Culturale San Fedele di Milano (via Hoepli 3A).Tel. 02.86352231