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Milano

Con Alliata alla scoperta del «respiro di Dio» nella letteratura

Una volta al mese, nella chiesa di Santa Maria Incoronata, il sacerdote propone letture di testi laici in cui fa capolino il trascendente

di Marta VALAGUSSA

16 Settembre 2020
Don Paolo Alliata

«I cristiani sono fieri di essere discepoli di un Maestro che raccontava storie. Inventava racconti. Per accompagnare all’Invisibile attingeva alle immagini feriali, intrecciava le trame di fatti ordinari, mestieri usuali, piccolezze che per parlare hanno bisogno di essere ascoltate con cuore profetico»: così don Paolo Alliata spiega il motivo per cui anche quest’anno torna a proporre incontri di lettura di testi laici, all’interno dei quali intravedere la mano di Dio, anzi il respiro di Dio.

«Gesù raccontava perché le storie sono potenti: diceva che le storie hanno la forza discreta, ma irrefrenabile del seme e del lievito. Racconti una storia e quella lavora nel cuore di chi l’ha ascoltata con fiducia. E allora gli cresce e lievita dentro, e va a finire che gli cambia lo sguardo: lo accompagna a veder le cose del mondo come le guarda Gesù», prosegue don Paolo.

Gli incontri si terranno a cadenza mensile, sempre il giovedì sera, dalle 20 alle 21.30, nella chiesa di Santa Maria Incoronata. Le serate verranno video-registrate e poi caricate sul canale Youtube di don Paolo. Si comincia giovedì 24 settembre con Il nome della rosa di Umberto Eco, si prosegue il 15 ottobre con Favole al telefono di Gianni Rodari, il 12 novembre con De profundis di Oscar Wilde e il 10 dicembre con Il pastore d’Islanda di Gunnar Gunnarsson. Poi il 21 gennaio un incontro sul Purgatorio di Dante, il 18 febbraio con L’occhio del lupo di Daniel Pennac, l’11 marzo con Giobbe di Joseph Roth, il 6 maggio con Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque e infine il 10 giugno con Padrone e servo di Lev Tolstoj.

«Il respiro di Dio diventa linguaggio, nelle storie di Gesù. E in tutte le storie che si lasciano raggiungere da quel Respiro, che si schiudono al mondo perché radicate nella Parola: bibliche o meno, cristiane oppure no, quando affrontano i grandi temi dell’umana avventura vogliono nutrire il cuore e spalancare orizzonti. Dio è Dio: non sopporta di essere rinchiuso in confini, fossero anche quelli, peraltro sempre sfumati e misteriosi, della Chiesa cattolica romana – prosegue Alliata -. Passeggiamo con curiosità e fiducia nella grande foresta della letteratura, anche in quelle pagine dove Dio respira di nascosto. Dove non si parla di Lui, ma dove Lui parla delle cose del mondo, che gli piacciono tanto. Perché poi l’annuncio biblico è questo, in fin dei conti: lo Spirito del Signore è innamorato della sua creazione, e vuole che fiorisca e porti frutto fin dalle radici. È impegnato in questo, dall’inizio di tutti i tempi».