Share

Riscoperte

La chiesa dell’Addolorata al Policlinico

Aperta al culto nel 1966, sorge al centro dell'Ospedale Dermo. Vi predicarono padre Turoldo e fratel Ettore, come ricorda l'allora cappellano monsignor Giorgio Colombo. All'interno fu posta una bella pietà di fine Seicento, proveniente dalla Rotonda della Besana.

29 Luglio 2015

Grazie all’iniziativa dell’associazione “Per il Policlinico onlus”, nei mesi scorsi la chiesa della Beata Vergine Addolorata di via Pace a Milano ha accolto una trentina di persone senza fissa dimora che solitamente trascorrevano la notte nei sotterranei dell’ospedale stesso. Offrendo così un riparo dignitoso a questi clochard, con brandine e una colazione calda, e garantendo, allo stesso tempo, maggiore sicurezza e igiene negli spazi ospedalieri.

Del resto è una storia che merita di essere ricordata, quella della chiesa dell’Addolorata, ancor oggi affidata alla Cappellania del Policlinico. Una storia che ha raggiunto ormai quasi il mezzo secolo, se si considera che il tempio di via Pace venne consacrato e aperto al culto il 14 settembre del 1966, alla presenza dell’allora vicario arcivescovile degli ospedali, monsignor Carlo Dongo.

La nuova chiesa era stata fortemente voluta dall’allora cappellano del Policlinico milanese, monsignor Giorgio Colombo, classe 1921, ancor oggi instancabile propagatore di memorie sui protagonisti della Chiesa ambrosiana.

Il sacro edificio, infatti, doveva sostituire la modesta cappellina ricavata negli spazi della Rotonda di via Besana, che dal 1935 era diventata di proprietà del Comune di Milano, non essendo più idonea a svolgere tale servizio.

Il progetto per la nuova chiesa venne affidato all’architetto dell’ufficio tecnico del Policlinico stesso, Pippo Manzoni, sotto la supervisione dell’ingegnere capo Alessandro Pria. L’edificio di via Pace fu eretto, così, fra il padiglione Bertarelli e la Fondazione Luigi Villa, in modo da poter essere comodamente raggiungibile da diverse direzioni, con un percorso tutto al coperto.

La pianta a ventaglio, tipica delle costruzioni ecclesiastiche della seconda metà del secolo scorso, favorisce un’ottimale partecipazione dei fedeli alle celebrazioni, anche perché l’utilizzo di una particolare copertura metallica ha permesso l’abolizione di colonne ed elementi portanti all’interno dell’aula.

La capienza è di oltre 800 persone, con settori che, in origine, erano appositamente riservati ai malati, anche in carrozzina o in barella. Una balconata soprastante l’ingresso, in particolare, è finalizzato a consentire l’accesso diretto ai degenti della Clinica di semeiotica medica, particolarmente impossibilitati a scendere al pian terreno.

La prima pietra fu posta da monsignor Schiavini il 14 settembre 1963: esattamente tre anni dopo, quindi, la chiesa era già ultimata. Dopo la consacrazione, nel 1970 fu visitata e inaugurata “ufficialmente” anche dall’allora arcivescovo di Milano, il cardinale Giovanni Colombo.

Da allora la chiesa del Policlinico «divenne un centro spirituale vivissimo», ricorda il cappellano dell’epoca, monsignor Colombo. Padre David Maria Turoldo vi predicò in diverse occasioni, così come fratel Ettore, con una notevolissima partecipazione di fedeli, fra degenti e loro famigliari, ma anche del personale ospedaliero. Più recentemente, animatore delle attività religiose della cappella è stato don Raffaello Ciccone (a lungo responsabile della pastorale sociale della diocesi di Milano), anche in occasione di alcuni suoi ricoveri presso la struttura.

Nella chiesa della Beata Vergine Addolorata di via pace, adorna nella parte del presbiterio di pregiati marmi, è stato posto al centro dell’abside un importante gruppo statuario in cotto policromo raffigurante il compianto di Maria sul corpo di Gesù, deposto dalla croce. L’opera, di notevole valore artistico e databile all’ultimissimo scorcio del XVII secolo, fu plasmata dallo scultore Giovan Battista Dominone e dipinta da Stefano Maria Legnani detto il Legnanino, uno dei protagonisti del barocco lombardo. In origine tale Pietà apparteneva alla chiesa milanese di San Michele ai Nuovi Sepolcri, ovvero il sacro edificio posto al centro della Rotonda della Besana, oggi sconsacrato e adibito a esposizioni temporanee.

La chiesa di via Pace presenta, inoltre, anche una Via Crucis, con pannelli in rame e smalto su supporti lignei, realizzata nel 1966 dalla Scuola Beato Angelico e un bel crocifisso in bronzo che Achille Alberti donò nel 1936 alla Ca’ Granda, all’epoca lodato dalla critica per il suo misticismo. (L.F.)