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Arte e Fede

La nuova icona del Pilastrello di Paderno

L'ha realizzata Iulian Rosu, pittore rumeno, già autore di diverse imprese pittoriche in Lombardia e nel suo Paese, per la piccola chiesa, oggi in via di recupero, lungo la strada Comasina. L'opera raffigura Maria con il Bambino Gesù, circondati da scene della vita di Cristo e della Vergine.

di Luciano BISSOLI

22 Giugno 2016

L’Icona del Pilastrello di Paderno Dugnano è stata dipinta nel corso dell’estate 2013, da Iulian Rosu pittore rumeno, socio dell’associazione La Compagnia del Pilastrello e autore di tante icone ormai diffuse in Lombardia (come nella chiesa dell’ex ospedale psichiatrico di Mombello di Limbiate e presso la parrocchia degli ortodossi rumeni di Cassano d’Adda), nonché ampi cicli di affreschi eseguiti in chiese e monasteri del suo Paese.

Tra le sue tante icone dipinte, quella del Pilastrello è certamente tra le più affascinanti e è vera occasione per avvicinarci al Mistero rappresentato. È stata dipinta, seguendo le auree e antiche regole bizantine, con materiali del tutto naturali, che brevemente riassumiamo: tavola di legno di cm 132,5 x 93; strato di gesso di Bologna; colla di ossa di coniglio (che dona elasticità allo strato di gesso); garza (per evitare il distacco in caso di screpolature) come una sorta di delicata “armatura”; tempera con pigmenti naturali mischiata con tuorlo d’uovo, come legante naturale; le elaborate aureole, quasi una sorta di cesellatura, sono eseguite con ripetute aggiunte di gesso misto ad acqua; foglia d’oro con decorazioni incise a fitti cerchi concentrici, applicata con minuziosa manualità per riempire lo sfondo e confermare la regalità di ciò che avvolge.

Al centro vediamo la figura intera di Maria stante che ha in braccio il Bambino Gesù. In alto a sinistra e a destra i simboli che indicano Maria madre di Dio: MP ΘY, abbreviazione per Mater Theou, ossia Madre di Dio.

Le sue vesti hanno i colori stabiliti dagli antichi canoni bizantini. Il manto è rosso porpora (simbolo regale e di sofferenza), con elaborate frange e decorazioni floreali inserite in una croce dal significato simbolico e profetico. Il rosso rivela che Maria è pervasa, adombrata dalla Grazia divina.

Una ricca collana con pendagli circonda il collo di Maria. Il manto prosegue sulla testa e svela, un poco, un velo a strisce azzurre e blu. Sul capo e su una spalla si vedono due delle abituali tre stelle che attestano la verginità di Maria, prima, durante e dopo il parto. Le tre stelle sono anche simbolo della Santissima Trinità. Spesso la figura di Gesù Bambino, come in questo caso, copre una delle stelle, simboleggiando così l’Incarnazione. La veste è di un intenso blu (simbolo di purezza). Si notino le elegantissime calzature che sono tipiche dei re o dei dignitari bizantini.

Il suo dolcissimo viso ha la traccia di un velo di mestizia già superata perché Maria è conscia di essere corredentrice dell’intera umanità: è la Donna del Sì, la Donna attesa dall’umanità.

Gesù sta rilevando a sua madre la sua missione redentrice e le accarezza il viso come per consolarla dal dolore che dovrà condividere nella sua passione e morte in croce.

Il Bambino, che Maria abbraccia delicatamente, è dipinto in una posizione innaturale e non potrebbe reggersi: si appiglia, infatti, al suo manto ma è come staccato e racchiuso da una striscia bianca che, come precisatoci dall’autore, non ricorda la placenta del grembo materno, ma piuttosto la Sua divinità e insieme, l’essere l’Uomo Nuovo, essere Altro.

Tutto è circondato da oro che significa la manifestazione della gloria e della potenza di Dio e materializzazione della luce “increata”, luce ultraterrena. Si notino le elaborate aureole, quasi un cesello. Sono state eseguite con ripetute aggiunte di gesso misto ad acqua sino a raggiungere il necessario volume.

Sedici miniature fanno da cornice e narrano la vita di Gesù e della Madonna.

Il Pilastrello, che ha una lunga storia ed esisteva probabilmente ancora prima della separazione della Chiesa Cattolica e quella Ortodossa, con tale opera ritrova le sue antiche e comuni radici consentendo una comunione spirituale con i nostri fratelli nella fede.

Rappresenta inoltre un significativo gesto di affetto e di alto contenuto culturale per la più antica testimonianza storica civile e religiosa della città di Paderno Dugnano. Con l’attività dell’associazione, La Compagnia del Pilastrello e il sostegno di tanti amici, l’antica chiesetta è rinata nel cuore di tanti ed ha trovato una nuova vita.