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Dialoghi

La poesia, e i sogni, di Giulia Mattioli

La giovanissima poetessa milanese pubblica oggi con «In Dialogo» il suo secondo libro, «A volte sogno». Di lei il regista Ermanno Olmi ha detto che «scrive poesie per farci amare la bellezza».

di Silvio MENGOTTO

1 Luglio 2014

Giulia Maria Mattioli è una giovane poetessa milanese nata nel 1995. In questi giorni sta facendo la maturità al liceo linguistico. Ama scrivere come strumento di crescita e relazione. Dotata di una sensibilità straordinaria sin dalle elementari, inizia a scrivere pensieri e poesie con le quali descrive «il lato magico e nascosto della vita».

Dalla lettura costante nascono nuove ispirazioni. Scrive Vivere la vita, il suo primo libro di poesie, in edizione privata. Oggi pubblica A volte sogno (Edizioni “In Dialogo”), una raccolta di poesie e aforismi. Molti poeti affermano che la poesia nasce da esperienze negative della vita. Si pensi a Leopardi, Montale o agli esponenti dell’ermetismo che partivano dal dolore. «Io ho cercato di vedere – dice Giulia Maria – il lato positivo della vita».

Se le voci del mondo esaltano il negativo, la poesia di Giulia Maria è una calamita di positività dove i protagonisti sono la vita, la speranza, l’amore, la convivialità, i colori, la natura e la bellezza. Per Dostoevskij «la bellezza cambierà il mondo».

«Giulia scrive poesie – dice Ermanno Olmi – per farci amare la bellezza». «Quando ho letto il pensiero del regista Olmi – dice Giulia Maria – sono rimasta sbalordita, ma significa che qualcosa è arrivato e per me è importante».

Nella poesia La scrittura l’uso, non l’abuso frenetico, delle parole è una dimensione importante da recuperare?  
Ho scritto la poesia quando mi sono resa conto che nel mondo frenetico si dicono molte parole vuote senza significato. Un giorno sono stata colpita da un’opera teatrale titolata Bla, bla, bla. Un artista voleva comunicare e veicolare questo messaggio. Anche nelle relazionisociali me ne rendo sempre più conto. Le parole non sono fine a se stesse in un presente, ma se cariche di significato riescono a veicolare un messaggio, non solo oggi ma in tutte le epoche. Ci ricordiamo di grandi discorsi come quelli di Martin Luther King perché le parole erano cariche di significato, anche eterno, che hanno colpito al punto che ancora oggi se ne parla.

Nelle sue poesie il tema del silenzio è affrontato con costanza. Si ritiene un’esploratrice del silenzio? 
Il silenzio ha una duplice funzione. Nelle elementari era una piccola discola. Ricordo che le maestre dicevano che dovevo stare un po’ zitta. Se mi da un tema io parlo tanto. Il silenzio di cui parlo non è un invito a tacere, mi rivolgo piuttosto ad un silenzio interiore, cioè un momento di calma dove è possibile riflettere sulla propria vita, o un problema che stai affrontando. Nel silenzio tocchi il valore delle cose che va al di là. La vita ansiosa, frettolosa, dove tutti corrono senza fermarsi, senza riflettere, rischia di perdere i punti cardine, spesso anche i valori e solo dopo ci si accorge di aver perso tutto. E’ importante fare un silenzio più spirituale. Come dice lo scrittore e insegnante Alessandro Davenia, «chiudersi un quarto d’ora nella propria stanza», cioè scollegarsi dal mondo per pensare a cosa è veramente importante.

«Avrò paura di sbagliare ma mai di tentare». Può commentarci questo suo stimolante pensiero? 
Una frase semplice, ma carica di significato. E’ importante la meta ma soprattutto il viaggio perché è il cammino dell’esperienza che arricchisce. E’ vero che c’è il rischio di sbagliare ma il viaggio è importante perché apre l’opportunità di conoscere persone nuove. Anche sbagliare è parte integrante del viaggio. Tentare è sempre importante, ti lascia la coscienza a posto.

Nell’ultima poesia Universo lei dice: «Sentieri di stelle/si diramano nel cielo. Galassie come isole lontane,/ assemblee di stelle che scelgono il destino». E’ metafora dove auspica una convivialità tra gli uomini invitati a costruire il proprio futuro?   
Nella poesia volevo descrivere un aspetto poetico, grande, che inglobasse tutto. Quelle stelle potrebbero essere donne, uomini e anche bambini. Ho sempre visto la stella come simbolo del sogno. Come il titolo del libro A volte sogno , il sognare è importante perché è il motore di tutto. Il sognare, come metafora, è il puntare in alto nella vita. Nelle stelle vedo tantisogni, tante persone che si uniscono e partecipano all’Universo infinito. Ha un significato che si proietta al di là delle cose. La pienezza del mondo con i suoi sogni di grandezza in senso positivo. Non una ricchezza economica, ma una ricchezza che ci rende felice!