Sirio 26-29 marzo 2024
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Esperimenti

L’inchiostro dei monaci ritrovato

Attraverso un'interessante ricerca, gli studenti dell'Istituto Bodoni di Lecco, guidati dai loro insegnanti di italiano, chimica e religione, hanno ricostruito i processi con cui si realizzavano i materiali usati dagli amanuensi nel medioevo.

19 Maggio 2014

«…dalle querce saliva nebbia. Il monastero era in trepida attesa del carro che trasportava le galle. I  monaci silenziosi percorrevano i chiostri molli d’acqua per raggiungere i manoscritti nelle biblioteche. Era tempo di fare l’inchiostro…».

La classe 2^ Informatica B dell’Istituto Badoni di Lecco, coordinata dalla professoressa  Aurora Arrigoni di Chimica, dalla professoressa Anna Ioime di Italiano, dal professor Carlo Polvara di Religione, ha riprodotto l’inchiostro ferro-gallico usato dai monaci nella trascrizione degli antichi manoscritti che hanno contribuito a tracciare la via della cultura europea. 

«Oltre alla realizzazione dell’inchiostro, i ragazzi, con l’insegnante di religione cattolica, hanno conosciuto la storia del monachesimo e la vita dei monaci che, grazie alla trasmissione scritta dei testi altrimenti andati perduti,  hanno conservato il patrimonio culturale dell’Europa unita» afferma il prof. Carlo Polvara.
Il progetto è stato realizzato con l’ausilio del calligrafo Raouf Gharbia, di origini mussulmane.

Nel Medioevo venivano usati 2 tipi di inchiostro: il nerofumo, una sospensione ottenuta con carbone, acqua e gomma arabica, e l’inchiostro ferro-gallico ottenuto dalle galle di quercia. 
La galla è conosciuta come cecidio ed è una escrescenza che si forma sulle foglie, i rami, il tronco e le radici dei vegetali dovuta ai parassiti come funghi, batteri, acari, insetti…La galla della quercia è provocata dall’imenottero Andricus Quercuscalicis.

I tannini di cui le galle sono ricche vengono fatti reagire con del solfato ferroso, il risultato è l’inchiostro dei monaci. L’inchiostro gallico fu considerato da subito una scoperta molto preziosa da tutti i popoli, persino dal diavolo… che in molte miniature medioevali di San Giovanni di Pathmos è rappresentato mentre  tenta di rubarlo al Santo…

Le galle vengono anche chiamate “pallecucche” perché la loro forma tondeggiante deriva dalla reazione della pianta, alle sostanze chimiche iniettate dal parassita, con il moltiplicarsi delle cellule che formano una nicchia rotonda.
Sugli scritti di Leonardo da Vinci, Johann Sebastian Bach, Rembrandt e Van Gogh, ad esempio,  ci sono tracce  d’inchiostro ferro gallico…

La classe 2^Informatica B ha inoltre appreso i primi rudimenti di scrittura gotica minuscola e maiuscola arrivando alle ‘grazie’ dei capilettera, creando altresì dei calamai con canne di palude e le lettere dell’alfabeto sotto la guida del calligrafo.
«La scrittura è uno mezzo che unisce le diverse culture e religioni…gli studenti hanno capito che la ricerca di ciò che unisce esalta le potenzialità umane e la gioia dello stare insieme, mentre ciò che disunisce porta scontento, rabbia e tristezza…», conclude il professor Carlo Polvara.