Sirio 26-29 marzo 2024
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Emergenza

Alluvione nei Balcani,
ora il rischio sono le epidemie

L’operatore Caritas Daniele Bombardi: «Il ritorno del sole velocizza il ritiro delle acque, ma crea preoccupazioni igienico-sanitarie». Da Milano una raccolta fondi per aiutare le Caritas locali impegnate nei soccorsi

22 Maggio 2014
Cars are parked on a flooded street in Obrenovac, some 30 kilometers (18 miles) southwest of Belgrade, Serbia, Friday, May 16, 2014. Rain-swollen rivers across the Balkans have flooded roads, cut off power and caused more than 200 landslides. (AP Photo/Marko Drobnjakovic)

«Da tre giorni ormai non piove, anzi al contrario è arrivato un tempo quasi estivo: sole e temperature sui 25-28 gradi. Questo se da un lato velocizza il processo di ritiro delle acque, dall’altro sta creando enormi preoccupazioni igienico-sanitarie»: lo afferma Daniele Bombardi, operatore di Caritas Italiana inviato in Bosnia Erzegovina, che insieme ai colleghi Carlo Bernardis e Angela Cesaroni segue l’evolversi dell’emergenza provocata nelle regione dall’alluvione dei giorni scorsi.

«Succede infatti – racconta Bombardi – che le persone stiano ritornando nelle loro case dopo che la piena è passata: quello che trovano ai piani terra e nei seminterrati è un ammasso di rifiuti, mobilio, elettrodomestici travolti dal fango. Così, come prima azione, tutti gettano questo ammasso di cose fuori di casa, per poter iniziare almeno un po’ a ripulire e disinfettare l’interno delle proprie case. Gettano però tutto in mezzo alla strada, dove altro fango e altri rifiuti si sono nel frattempo accumulati. Nessuno al momento è in grado di raccogliere e portare via tutto perché il sistema di raccolta dei rifiuti non è ancora stato riattivato. Nelle città più colpite, inoltre, a questo si aggiungono le carcasse degli animali annegati durante l’alluvione e i reflui del sistema fognario che è debordato anch’esso. Il risultato è un enorme ammasso di rifiuti, carcasse e acque fognarie che marcisce sotto il sole, provocando odori irrespirabili e grossi rischi sanitari di malattie, infezioni, epidemie».

Si stima che la zona colpita sia grande quasi quanto l’intera pianura padana. È come se da Torino a Venezia tutto fosse finito sotto 2 metri di acqua. Sale purtroppo di giorno in giorno il numero delle vittime e delle persone sfollate. Il governo serbo oggi ha comunicato che le vittime finora accertate in Serbia sono 22 e le persone sfollate sono al momento 31.873. In Bosnia Erzegovina non ci sono ancora cifre ufficiali, si sa che le vittime sono circa 25, e le autorità parlano di 950.000 persone costrette a lasciare le proprie case. Ettari di raccolto sono andati perduti, le frane ostruiscono ancora parecchie strade, a causa del crollo di ponti alcune vie di comunicazione sono interrotte. Ieri è stata proclamata una giornata di lutto nazionale in Bosnia Erzegovina, e 3 giorni in Serbia. La gente sta dimostrando una grande capacità di reazione.

«Sono numerosissimi i volontari locali in campo per la distribuzione degli aiuti, per l’accoglienza nelle strutture temporanee, per spalare il fango dalle case e dalle strade. Se da un lato questa solidarietà è incoraggiante – osserva Bombardi -, dall’altro gli operatori si chiedono se l’impegno reggerà anche quando sarà passata l’ondata emotiva. Si teme soprattutto per le strutture di accoglienza temporanea che sono gestite per lo più da volontari. Non è chiaro come potranno restare attive se dovesse ridursi o venir meno l’impegno di chi finora si è speso moltissimo».

Che cosa si può fare?

Su richieste delle Caritas locali, in accordo con Caritas Italiana e il coordinamento europeo delle Caritas nazionali, Caritas Ambrosiana, in attesa di conoscere gli sviluppi della situazione, ha lanciato una raccolta fondi per coprire le spese della prima emergenza e sostenere il lavoro dei volontari e operatori impegnati sul posto. Ecco come donare:

Donazione on line con carta di credito
C.C.P. n. 000013576228 intestato Caritas Ambrosiana Onlus – Via S.Bernardino 4 – 20122 Milano.
C/C presso il Credito Valtellinese, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN: IT17Y0521601631000000000578
C/C presso la Banca Popolare di Milano, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN: IT51S0558401600000000064700
C/C presso Banca Prossima, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN: IT97Q0335901600100000000348
Causale Emergenza Alluvione Bosnia e Serbia

Le offerte posso essere effettuate anche attraverso donazioni dirette secondo le seguenti modalità:
presso l’Ufficio Raccolta Fondi in via S. Bernardino 4, Milano; dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30, il venerdì dalle 9.30 alle 12.30
con carta di credito telefonando al numero 02.76.037.324

Davanzo: «Imparare una “carità ambientale”»

«Agire nelle emergenze è necessario, indispensabile, ma anche insufficiente. È venuto il tempo di affiancare alla nostra proverbiale generosità e intraprendenza, la fatica e l’impegno di imparare una “carità ambientale”, cioè una carità capace di educare i nostri cittadini a considerare l’ambiente nel quale ci troviamo a vivere come a un destinatario della nostra azione. Un ambiente che noi cristiani chiamiamo con il nome di “creato”, che consideriamo come un dono che Dio ha fatto all’uomo, come dice Papa Francesco “non perché l’uomo vi spadroneggi, ma perché ne abbiamo cura e lo utilizziamo a beneficio di tutti, sempre con grande rispetto e gratitudine”». Lo scrive nel suo editoriale per il sito di Caritas Ambrosiana il direttore don Roberto Davanzo. Oltre che nei Balcani, in questi giorni la Caritas Ambrosiana sta sostenendo gli interventi di soccorso nelle Marche, regione anch’essa interessata in queste settimane da pesanti alluvioni.