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Il titolare: guadagno per dipendenti e azienda

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21 Ottobre 2008

La sicurezza è una questione di valori e di persone. Non di leggi né di soldi. Parola di Angelo Bartesaghi (nella foto), 75 anni, fondatore e dinamico titolare della società Omet s.r.l. di Lecco, circa 200 i dipendenti. Una ditta sorta nel 1963 nel Distretto metalmeccanico lecchese inizialmente come azienda produttrice di macchinari per lavorazioni speciali e per l’assemblaggio di componenti meccanici. Verso la fine degli anni Sessanta, Omet si orienta con decisione verso una propria specializzazione di mercato, trovando sempre più spazio sul mercato nazionale e internazionale nella progettazione e produzione di cuscinetti a sfere speciali.
Negli 8 mila metri quadrati distribuiti tra due diversi complessi, però, non si parla solo di impresa, di profitto, di lavoro. Si parla soprattutto di valori. Ecco perché la sicurezza non è un concetto astratto, da lasciare sulla carta, in vista di eventuali ispezioni: «Per me sicurezza non è solamente un interesse dei lavoratori, ma dell’azienda – spiega Angelo Bartesaghi -. Il personale, la manodopera, gli operai fanno il bene dell’azienda e dare sicurezza a loro vuol dire fare il mio interesse. Se lavoriamo bene, se li organizzo bene, si crea stima e fiducia reciproca e ciò porta beneficio a tutti. Non lo faccio per beneficenza, ma per giustizia, correttezza e per quei valori che qui dentro, ma credo non solo qui, sono valori di tutti».
Premiato pubblicamente per i 40 anni di azienda, ormai ha già tagliato il traguardo dei 45 anni, ma Bartesaghi non cambia filosofia. Continua a vendere macchine che fanno tovaglioli e asciugamani e tutto ciò che è trasformazione e stampa di tissue (carta) film, etichette e cartoncino flessibile, di alta qualità, sui mercati asiatici, americani, canadesi, australiani, in un solo modo: rendendo sicuro il luogo di lavoro. «Le macchine da stampa – spiega l’imprenditore lecchese – sono molto delicate e pericolose; quando si infila una carta nei cilindri l’operazione diventa molto delicata. Sono rischi importanti e per minimizzarli abbiamo imposto regole precise e formato la gente a rispettarle. C’è un responsabile qualità molto bravo, pignolo e attento, che fa seguire tutti i dettami impartiti dalla direzione». Ma c’è sempre la possibilità che l’operaio non abbia voglia di indossare il casco di protezione per il caldo, i guanti perché sono scomodi… «Non avviene mai – taglia corto Bartesaghi -. Gli operai sono formati bene, l’ambiente è sano, c’è rispetto di tutti. Le regole della qualità e della correttezza sono fondamentali. Quello che faccio è doveroso farlo. Per questo i miei operai sanno che, di contro, hanno il dovere di lavorare bene e rispettare le regole. Assenteismo e infortuni? Non sappiamo cosa siano. Siamo ai quozienti più bassi d’Italia. Siamo allo zero virgola… Sono molto contento».
Sarà perché ha tre splendidi figli, dei quali uno, l’unico maschio, in ditta. Sarà per i nipotini che lo rendono felice. Ma Angelo Bartesaghi appare felice anche perché la sua ditta è davvero una grande famiglia. Sicura.
Marcello Villani