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26 e 27 giugno

Le Acli: una svolta culturale per uscire dalla crisi

Incontro di studi all'Università Cattolica per riflettere sulla necessità di costruire una realtà sociale più giusta e più democratica. Tra i relatori, monsignor Franco Giulio Brambilla, Giuseppe Guzzetti e Andrea Olivero

Carlo ROSSI Redazione

22 Giugno 2009

Il 26 e il 27 giugno, presso l’Università Cattolica di Milano, si svolgerà il XXVI Incontro di studi delle Acli milanesi sul tema “Una svolta culturale per uscire dalla crisi”. Sono trascorsi oltre 25 anni dal precedente Incontro, svoltosi nell’ateneo di largo Gemelli, con la presenza del cardinale Carlo Maria Martini e dell’allora rettore della Cattolica, Giuseppe Lazzati, maestro e guida di generazioni di cattolici democratici milanesi e non, di cui in questi giorni si celebra il centenario della nascita.
L’Incontro delle Acli verterà sulla necessità di affrontare la crisi progettando nel contempo quello che verrà dopo. La crisi prima o poi finirà, ma non è affatto detto che la realtà sociale che ne uscirà sarà più giusta e più democratica di quella precedente. E non basta nemmeno l’appello al “ritorno alla normalità”, visto che la normalità da cui la crisi ci ha tratto era quella di una globalizzazione neocapitalistica che ha prodotto quelle ingiustizie sociali diffuse, che la Cei in un recente documento ha giustamente stigmatizzato come prima causa dello sfilacciamento del corpo sociale.
Il convegno vuole sottolineare la necessità di uno stretto legame tra l’azione politica, l’emergenza sociale e congiunturale dettata dalla crisi e le competenze del mondo della ricerca e della cultura. Di fronte alla crisi è necessaria una svolta culturale, prima ancora che politica o economica. Un nuovo modo di pensare adeguato ai tempi che si prospettano, in cui il ruolo dell’Europa sarà inevitabilmente diverso rispetto al passato, per costruire una piattaforma riformista solida capace di risultare comprensibile alla gente comune, credibile e in grado di attrarre la fiducia e il consenso.
Proprio nel momento di massima crisi del progetto riformatore in Italia c’è bisogno di riflettere sulle numerose ragioni e proposte volte a rilanciarlo. Le Acli milanesi intendono partire da questo convegno per dare forza e consistenza al loro progetto culturale e politico, che prospetta un’alleanza fra forze sociali per il bene comune e la qualità della democrazia nel nostro Paese. Il 26 e il 27 giugno, presso l’Università Cattolica di Milano, si svolgerà il XXVI Incontro di studi delle Acli milanesi sul tema “Una svolta culturale per uscire dalla crisi”. Sono trascorsi oltre 25 anni dal precedente Incontro, svoltosi nell’ateneo di largo Gemelli, con la presenza del cardinale Carlo Maria Martini e dell’allora rettore della Cattolica, Giuseppe Lazzati, maestro e guida di generazioni di cattolici democratici milanesi e non, di cui in questi giorni si celebra il centenario della nascita.L’Incontro delle Acli verterà sulla necessità di affrontare la crisi progettando nel contempo quello che verrà dopo. La crisi prima o poi finirà, ma non è affatto detto che la realtà sociale che ne uscirà sarà più giusta e più democratica di quella precedente. E non basta nemmeno l’appello al “ritorno alla normalità”, visto che la normalità da cui la crisi ci ha tratto era quella di una globalizzazione neocapitalistica che ha prodotto quelle ingiustizie sociali diffuse, che la Cei in un recente documento ha giustamente stigmatizzato come prima causa dello sfilacciamento del corpo sociale.Il convegno vuole sottolineare la necessità di uno stretto legame tra l’azione politica, l’emergenza sociale e congiunturale dettata dalla crisi e le competenze del mondo della ricerca e della cultura. Di fronte alla crisi è necessaria una svolta culturale, prima ancora che politica o economica. Un nuovo modo di pensare adeguato ai tempi che si prospettano, in cui il ruolo dell’Europa sarà inevitabilmente diverso rispetto al passato, per costruire una piattaforma riformista solida capace di risultare comprensibile alla gente comune, credibile e in grado di attrarre la fiducia e il consenso.Proprio nel momento di massima crisi del progetto riformatore in Italia c’è bisogno di riflettere sulle numerose ragioni e proposte volte a rilanciarlo. Le Acli milanesi intendono partire da questo convegno per dare forza e consistenza al loro progetto culturale e politico, che prospetta un’alleanza fra forze sociali per il bene comune e la qualità della democrazia nel nostro Paese. Programma e relatori – Il XXVI Incontro Acli si terrà nella cripta dell’Aula magna della Cattolica (largo Gemelli 1, Milano). Il programma prevede il 26 giugno alle 15.30 il saluto del rettore, Lorenzo Ornaghi; alle 16 intervento di monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo ausiliare di Milano, su “La Dottrina sociale della Chiesa e gli scenari della crisi”. Alle 16.45 tavola rotonda su “Come la crisi ci interpella”, con Giovanni Bianchi, già presidente nazionale delle Acli, Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, Pierluigi Castagnetti, vicepresidente della Camera dei deputati, e Nando Pagnoncelli, presidente dell’Ipsos. Presiede Giambattista Armellini, presidente delle Acli Lombardia. Sabato 27 giugno, alle 9.45, Mauro Magatti, preside della Facoltà di Sociologia della Cattolica, interverrà su “Le conseguenze sociali della crisi”. Alle 10.30 tavola rotonda su “Senza solidarietà non c’è futuro”, con Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli, Gigi Pettini, segretario generale della Cisl Lombardia, il sociologo Luciano Gallino e Patrizia Toia, parlamentare europeo. Presiede Gianni Bottalico, presidente delle Acli milanesi. –