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Dal 5 agosto

Cinque cerchi a Rio de Janeiro tra ritardi e timori

In agosto le Olimpiadi, a settembre le Paralimpiadi. Attesi 10 mila atleti e circa 300 mila visitatori, previsti 3 miliardi di telespettatori. Paure per la sicurezza, sullo sfondo di una grave crisi politica ed economica. Le iniziative della Chiesa brasiliana

di Patrizia CAIFFA

31 Luglio 2016

Dopo la Giornata mondiale della gioventù nel 2013 e i Mondiali di calcio nel 2014 Rio de Janeiro attende le Olimpiadi tra timori e tremori. La cerimonia ufficiale d’inizio si svolge il 5 agosto, i Giochi dureranno fino al 21 agosto, poi dal 7 al 18 settembre si svolgeranno le Paralimpiadi per gli sportivi con disabilità. Previsti 3 miliardi di persone che rimarranno incollati davanti alle televisioni a guardare le varie gare. Attesi 10 mila atleti e circa 300mila visitatori (sono stati venduti il 70% dei biglietti), che troveranno il gigante Brasile con i piedi un po’ affossati nell’argilla.

Ritardi nei lavori e rischio repressione

Tra i problemi segnalati, i ritardi nell’ultimazione delle infrastrutture e dei trasporti, con sprechi astronomici per una metropolitana che funzionerà solo parzialmente. Poi i soliti temuti picchi di repressione nelle favelas in un Paese tra i più violenti del mondo: nei primi quattro mesi di quest’anno sono stati registrati in media 12 omicidi al giorno, oltre a furti e rapine a mano armata e alla nuova moda dei “sequestri lampo”: se le famiglie dei rapiti non pagano subito, le vittime rischiano di subire torture e stupri. Fonti locali informano su particolari che non trovano spazio sull’informazione mainstream. «C’è il rischio di politiche di rimozione di parte della popolazione che viveva nelle zone destinate alle strutture per le Olimpiadi», raccontano. Gli abitanti delle favelas temono anche che dopo le Olimpiadi le Upp (Unidades de polícia pacificadoras), un progetto di polizia comunitaria contro l’azione delle bande criminali, possano essere rimosse.

Sicurezza, zanzare, inquinamento

Capitolo importante è il timore per l’eventualità di attacchi terroristici, come avvenuto a Londra dopo le Olimpiadi del 2012. Durante i Giochi il livello di sicurezza sarà altissimo, così come è stato per la Coppa del mondo e la Giornata mondiale della gioventù: uno spiegamento di decine di migliaia di poliziotti e militari, che si avvarranno di corpi speciali, tiratori scelti, carri armati. Anche se la possibilità di lupi solitari in azione, ammettono tutti, è difficile da prevenire. In più ci si mettono anche le paure – ridimensionate di recente dall’Organizzazione mondiale della sanità – per il virus Zika: alcuni atleti hanno per questo rinunciato a partecipare. Dal canto suo il Comitato organizzatore Rio2016 ha annunciato la distribuzione massiccia di repellenti contro le zanzare. Di recente alcuni scienziati hanno inoltre segnalato la presenza di un superbatterio resistente agli antibiotici entrato nel sistema dell’acqua di Rio de Janeiro, che rischia di contaminare anche le belle spiagge di Copacabana, Leblon, Ipanema, dove si svolgeranno le gare di vela.

La crisi economica e politica

Sullo sfondo, e non da poco, la grave crisi politica ed economica, con la presidente Dilma Roussef sotto accusa (il Senato deciderà l’impeachment il 20 agosto), un presidente ad interim e tre ministri dimessi per il coinvolgimento nello scandalo Petrobras, l’economia a rischio default, anche a causa del calo del prezzo del petrolio. Lo Stato di Rio de Janeiro non se la passa meglio, perché è praticamente in bancarotta. Alla presidente Roussef, fiduciosa di uscire pulita dallo scandalo, sarà riservato comunque un posto d’onore durante la cerimonia d’apertura allo stadio Maracanà, una attenzione per evitare che la procedura a suo carico appaia come un golpe delle opposizioni.

Una squadra di rifugiati

Tra le notizie positive, la presenza di una squadra di dieci rifugiati di diverse nazionalità (Siria, Sudan, Kenya) che parteciperà ai Giochi, in diverse discipline. Un gesto per attirare l’attenzione sulla gravità della crisi migratoria in tutto il mondo. Grande attenzione, come esperienza consolidata nella cultura e prassi brasiliana, verrà data al tema della sostenibilità ambientale e allo smaltimento e recupero dei rifiuti.

La Chiesa brasiliana

La Chiesa brasiliana è mobilitata da tempo. Tanti vescovi condividono riflessioni sull’importanza dello sport nella promozione di alcuni valori. Sono stati organizzati eventi e iniziative per chiedere di mettere a tema, nei giorni delle Olimpiadi, l’esclusione sociale, la lotta al traffico di esseri umani, al lavoro schiavo e allo sfruttamento. Un centro interreligioso con luoghi di culto per cristiani, musulmani, ebrei, buddisti e indù è stato costruito nel Villaggio olimpico, che ospiterà 10 mila atleti, in collaborazione tra Comitato olimpico internazionale e Arcidiocesi di Rio de Janeiro. Sul sito della diocesi carioca è anche ospitata la piattaforma “Meu lugar no Rio” per tutti coloro che vorranno mettersi a disposizione come volontari o aprire le porte di casa all’accoglienza durante i Giochi. La Chiesa locale approfitterà inoltre del grande evento per l’evangelizzazione: centinaia di giovani, formati dalla “Comunità do caos à gloria”, andranno a parlare del Vangelo ai turisti durante i week-end.

 

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