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Bruxelles

Il nome di Sophie Scholl su un edificio del Parlamento Ue

L’omaggio dell'Ue alla giovane tedesca, che lottò contro il nazismo, e a Clara Campoamor, giurista spagnola che si battè per il suffragio femminile. Parla Fabio Caneri, presidente della Rosa Bianca

di Gianni BORSAAgenzia Sir

10 Marzo 2021
Sophie Scholl tra il fratello Hans e Christoph Probst

Sarà ricordato anche nel cuore del quartiere europeo a Bruxelles il sacrificio di Sophie Scholl e dei ragazzi della Rosa Bianca, coraggiosi oppositori al nazismo, che pagarono con la vita l’impegno generoso e coerente contro la dittatura. In occasione della Giornata internazionale della donna, l’Ufficio di presidenza del Parlamento europeo ha infatti approvato la proposta di intitolare due dei suoi edifici a Bruxelles a importanti figure di donne europee. La prima è proprio la studentessa tedesca e attivista politica antinazista che, spiega lo stesso Parlamento europeo, faceva parte di «un gruppo di resistenza pacifista guidato da studenti dell’Università di Monaco». L’edificio dell’Europarlamento che porterà il suo nome è collocato in Rue Wiertz 30-50 a Bruxelles.

Il gruppo della Rosa Bianca era composto da Hans Scholl e dalla sorella minore Sophie, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf. Una piccola comunità di impronta ecumenica, abbeveratasi agli scritti di molti autori cristiani, fra cui Romano Guardini e Jacques Maritain, alla quale si era aggiunto il professore Kurt Huber. Tra la metà del 1942 e il febbraio del ’43, la Rosa Bianca diffuse centinaia di volantini contro il regime, con l’obiettivo di risvegliare il senso critico dei connazionali, chiamati a prendere le distanze dalla violenza hitleriana. Sophia Magdalena Scholl (nata il 9 maggio 1921 a Forchtenberg) fu arrestata mentre distribuiva alcuni volantini all’interno dell’Università di Monaco. Dopo una breve detenzione, il 22 febbraio 1943 fu processata sommariamente assieme al fratello Hans e a Christoph Probst, e ritenuta colpevole di tradimento: i tre giovani furono ghigliottinati lo stesso giorno. Il potere nazista si abbatté poi anche sugli altri membri del gruppo.

Fabio Caneri, presidente della Rosa Bianca – “associazione liberal e personalista di cattolici per l’educazione alla politica e alla democrazia che ha preso nome e ispirazione dal gruppo di studenti della Die Weisse Rose”, – afferma al Sir: «Il 9 maggio 2021 sarà il centenario dalla nascita di Sophie Scholl. Ci sembra importante raccogliere questa occasione di memoria per una testimonianza importante e significativa, un seme di speranza rivolto al futuro. Riproporre la figura di Sophie, la sua passione e il suo impegno in una prospettiva europea sottolinea l’impegno senza tempo dei giovani della Rosa Bianca per la libertà, la pace e la nonviolenza». Caneri aggiunge: «Un atto di fiducia rivolto a un’Europa che i giovani di Monaco ancora non conoscevano, ma che rappresenta una speranza e possibilità reale per superare gli egoismi e i fanatismi alimentati dagli “stati criminali” denunciati nei volantini della Weisse Rose di Monaco, per strappare il mantello dell’indifferenza rispetto alle crudeltà della guerra e alle violenze esercitate su persone ai margini, dimenticate, lontane dai riflettori, qualificate da vite non degne di essere vissute».

I giovani della Rosa Bianca mostrarono «un cuore tenero per farsi parte della sofferenza del mondo e uno spirito duro per stare in piedi di fronte al potere denunciando la violenza e impegnandosi, anche a costo della vita per un bene supremo – sottolinea Caneri -. È una libertà capace di andare oltre i confini tracciati dai fili spinati, anche oltre alla cella in cui erano prigionieri. Una libertà auspicata, desiderata e attesa da tante persone che sono rinchiuse o vivono oggi una libertà limitata, rinchiuse in un campo profughi per la loro provenienza o trattenute in una prigione a causa delle loro idee: si pensi a Aung San Suu Kyi, a Nasrin Sotoudeh o al carcere prolungato per Patrick Zaky».

«Libertà», scriverà infatti Sophie sul retro del capo di accusa che la porterà ad essere condannata a morte. «Dove l’Europa è terra di incontro – commenta Caneri – la libertà anche oggi ci richiede di recuperare la dignità delle persone e i fondamenti del vivere e agire per un bene comune, per tutte e tutti e non per pochi». Il presidente dell’associazione annuncia: «In vista del 9 maggio promuoveremo alcuni appuntamenti come Rosa Bianca riassunti con #SophieforEurope, ricordando la forte valenza per la costruzione europea della testimonianza di Sophie e dei giovani della Rosa Bianca tedesca. Un respiro, un soffio per una nuova Europa».

Un altro edificio, situato in Rue Montoyer 63, sarà invece intitolato a Clara Campoamor (1888-1972), avvocato e politico spagnolo, che, spiega una nota del Parlamento, «ha lavorato per promuovere i diritti delle donne e combattere la discriminazione basata sul genere. Il suo impegno ha contribuito a sancire il suffragio femminile nella Costituzione spagnola del 1931».