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Il segreto: la passione della testimonianza

Lezionario Ambrosiano Al termine della Messa crismale l’Arcivescovo ha illustrato le novità introdotte dal Nuovo Lezionario all’interno del Rito ambrosiano   Scarica la versione gratuita di Windows Media Player - Scarica il file in versione Mp3

5 Giugno 2008

20/03/2008

di Maria Teresa ANTOGNAZZA

«Con voi cristiano, per voi laico, laica», convinta, gioiosa, responsabile, soddisfatta della propria vita e impegnata a renderla sempre più segno dell’amore di Dio fra noi. E ancora: «Con voi cristiano, per voi famiglia, sposa, madre, professionista, operatore sociale, politico…».

Potremmo parafrasare così la felice espressione di Sant’Agostino, richiamata dall’Arcivescovo nella sua omelia della messa crismale. Quanta passione, quanta forza nelle parole risuonate quest’anno sotto le guglie del Duomo di Milano! Pare proprio che il cardinale Tettamanzi abbia trovato la chiave di volta per far girare il vento della nostra vita ecclesiale, così che la vela della “barca” si gonfi e possa lanciarsi coraggiosamente attraverso quelle intemperie del tempo presente che tanto ci angustiano e ci deprimono, provocando spesso l’ingessatura, se non la paralisi delle nostre comunità credenti, rinunciando completamente al fascino della missione affidata da Gesù.

E sono proprio i fedeli laici, noi tutti battezzati nel nome del Signore, a rappresentare questo vento nuovo dello Spirito, che Tettamanzi ha invocato così ardentemente per l’oggi e il domani della Chiesa. Parole nuove e insieme antiche, sulle quali continuano a formarsi intere generazioni di laici, ragazzi, giovani e adulti, di Azione Cattolica. Le parole dei Padri, del Concilio Vaticano II, che affida ai fedeli, fatti sacerdoti, re e profeti per l’unzione battesimale, il compito di edificare la terra «trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio».

E allora, eccolo qui il segreto che ora il Cardinale ri-affida alle nostre mani e ai nostri cuori. Sentirci ogni giorno, in ogni incontro quotidiano, in ogni faccenda del nostro vivere operoso, fra le pareti di casa, nella complessità del mondo del lavoro o nell’agone politico, portatori di questa vocazione profetica e sacerdotale, perchè ovunque risuoni l’annuncio pasquale. C’è vita nuova, «profumo di Cristo», come dice bene Tettamanzi, da spandere ovunque, e il mondo è davvero sconfinato, non nasce e non muore in una sacrestia.

E allora la prendano sul serio, le nostre famiglie, questa responsabilità, questa sfida: «La missione – cioè, secondo le parole dell’Arcivescovo – di comunicare la fede e l’amore». Se lo faremo, ecco lo scenario che si schiuderà davanti ai nostri occhi riconoscenti: «Una forza meravigliosa e rispettosissima insieme potrà spargersi nei nostri quartieri e nelle nostre città e potrà così penetrare, rinnovandolo, nell’intimo dei cuori e contagiare la vita di ciascuno».

Una prospettiva e una partita da giocare insieme, però, ministri ordinati e “sacerdoti comuni”. Gli uni, indicando questa strada buona, di corresponsabilità operosa con tutti i fratelli nella fede, e in particolar modo sostenendo percorsi formativi adeguati e stabili verso la comunione-condivisione della missione della Chiesa; gli altri, fatti saldi nella propria identità cristiana, sempre più appassionati al dovere della testimonianza.

Con la certezza, tra l’altro, come ben ha evidenziato il cardinale Tettamanzi nella sua omelia, che «insieme è meglio»; che, se a fondamento della comunione tra presbiteri e fedeli laici stanno stima e fiducia reciproca, la rotta si intravede meglio e la barca viaggia più spedita.