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La nuova sfida del direttore di oratorio

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3400 - incroci Redazione Diocesi

28 Novembre 2008

26/11/2008

di Luisa BOVE

In 300 hanno partecipato sabato 22 novembre all’Assemblea degli oratori che si è svolta a Seveso sulle “nuove forme di regia educativa”. Ad aprire i lavori il Vicario generale mons. Carlo Redaelli che ha incoraggiato il rinnovamento in atto nella Pastorale giovanile e confermato l’attenzione con cui anche l’Arcivescovo segue questa fase importante per il futuro della Chiesa ambrosiana. Questa “ristrutturazione” coinvolge quattro istituzioni educative: comunità e unità pastorali, équipe di Pg, centro giovanile e oratorio.

All’assemblea di sabato intitolata “Direzione oratorio” il nuovo direttore della Fom don Samuele Marelli ha tenuto una relazione chiara e appassionata precisando ruolo, requisiti e motivazioni che dovranno muovere i direttori di oratorio, siano essi laici, consacrati o diaconi permanenti. Non si tratta di figure pastorali inedite, già in passato infatti esistevano i cosidetti “prefetti”.

Oggi però i loro compiti vanno ripensati tenendo conto che il contesto di Chiesa e di società è molto cambiato rispetto a qualche decennio fa. In ogni caso «non si andrà nella direzione di una soppressione delle parrocchie o degli oratori, ma della loro valorizzazione in un’ottica missionari», ha chiarito don Marelli.

Il direttore è anzitutto «un educatore tra gli educatori», che lavora in stretta intesa con il responsabile ultimo dell’oratorio, cioè il prete, gestisce l’ordinario e dà gli orientamenti educativi. Inoltre collabora con diversi soggetti (educatori, catechisti e animatori) e cura i rapporti con le istituzioni e con altre agenzie educative come gli scout e i gruppi sportivi.

«Nelle realtà molto piccole e con scarse risorse – spiega il direttore della Fom – il responsabile laico potrà occuparsi di più oratori contemporaneamente». In altri casi invece potrebbe rivestire anche il ruolo di coordinatore dell’équipe di Pastorale giovanile o di responsabile del centro giovanile».

A ognuno di loro saranno richiesti requisiti particolari: profonda spiritualità, spiccata sensibilità ecclesiale, passione educativa e disponibilità a servire la Chiesa. Dall’anno prossimo verranno anche predisposti percorsi di formazione per i futuri responsabili.

«Dove è possibile – dice ancora il direttore della Fom – bisogna privilegiare il volontariato: potranno essere papà, mamme, giovani o adulti impegnati in oratorio a tempo parziale». Se invece i parroci punteranno su figure professionali dovranno fare «una scelta ponderata» e «un’analisi attenta delle risorse e dei bisogni». E comunque dovranno rispettare i criteri stabiliti dalla diocesi.

Al termine della relazione di don Marelli, un video realizzato da “Ora Tv” con la testimonianza di quattro responsabili di oratorio ha chiarito ulteriormente i loro compiti e il rapporto con i sacerdoti. «Il prete non dovrà più fare tutto come una volta – ha detto don Marelli -, ma neppure essere disincarnato dalla realtà dell’oratorio». La presenza educativa del sacerdote, ha aggiunto mons. Severino Pagani, presidente della Fom, chiudendo l’Assemblea dopo i lavori di gruppo, sarà valorizzata ancora di più. Si terrà conto infatti «della specificità teologica, spirituale e pastorale del ministero ordinato, mostrando particolare attenzione alle condizioni di vita dei sacerdoti e ai cambiamenti sociali ed ecclesiali in atto».