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“Pio XI, un Papa interessante”

Il libro, scritto da Umberto Dell'Orto, è edito dalla San Paolo. Prefazione di mons. Cesare Pasini e postfazione dell'on. Giulio Andreotti

5 Giugno 2008

08/02/2008

di Luisa BOVE

“Pio XI, un Papa interessante” di Umberto Dell’Orto è un volume agile, di facile approccio che permette di conoscere un grande Pontefice che ha vissuto in un periodo storico molto delicato. L’autore documenta con precisione ogni fatto – non a caso insegna Storia della Chiesa -, usando un linguaggio semplice e immediato. Per rivelare aspetti inediti del carattere e della figura di Achille Ratti riporta aneddoti della sua vita da ragazzo, da prete e da Papa. Oltre ad annotare che da seminarista otteneva «brillanti risultati scolastici», Dell’Orto ricorda che aveva «un corpo vigoroso, atletico» e che era «un campionissimo del tamburello», come ebbe a dire il suo futuro segretario Carlo Confalonieri.

L’autore ha pure scoperto che Ratti non era affatto l’uomo serio, per non dire «serioso», come spesso è stato raffigurato, ma aveva «una vena di gentilezza che predispone ai rapporti interpersonali». Se da una parte era un grande studioso (vastissima sarà la sua produzione di documenti e scritti), lavorando alla Biblioteca Ambrosiana e poi Vaticana «con pazienza, diligenza» e «investendo molto tempo», dall’altra non disdegnava una bella passeggiata montagna. Da giovane si accontentava delle Prealpi lombarde, da adulto sceglierà le cime del Monte Bianco, Monte Rosa, Cervino.

Dopo l’esperienza di Nunzio e Alto Commissario tra Varsavia e Oppeln, il prelato viene nominato Arcivescovo di Milano. Il suo fu un episcopato molto breve tra il settembre 1921 e il gennaio 1922, quando andrà a Roma per il Conclave e ne uscirà Pontefice il 6 febbraio con il nome di Pio XI. Neppure la “parentesi ambrosiana” sarà per lui un riposo, in realtà «non sapeva cos’erano le vacanze» e «non si tenne alcun giorno libero». Instancabile in ogni suo ministero, basta scorrere la sua agenda dell’epoca per capire quanto fosse impegnato.

Gli anni in Vaticano alla guida della Chiesa universale non furono certo facili, ma lui stesso diceva, anche in merito alla possibilità di diventare santi, «l’importante non è proporsi delle cose impossibili», ma «che ciascuno voglia davvero quello che, anche nella più modesta misura, è a lui possibile».

Durante il suo pontificato celebrò tre Anni Santi che certo non dispiacevano al regime fascista «che se ne poteva servire come una vetrina internazionale». Pio XI ebbe comunque da ridire quando il governo fascista pretendeva di avere l’esclusiva sull’educazione dei giovani italiani. «La missione dell’educazione», dirà a Mussolini, «spetta innanzitutto, soprattutto, in primo luogo, alla Chiesa e alla famiglia, alla Chiesa e ai padri e alle madri». E ancora: «Lo Stato non è fatto per assorbire, per inghiottire, per annichilire l’individuo e la famiglia».

Sono noti anche i suoi attacchi al nazismo, attraverso il famoso documento “Mit brennender Sorge” dove dichiarava che i diritti e la libertà della Chiesa e dei fedeli dovevano essere rispettati e non calpestati dal regime nazista. Nelle ultime pagine del volume il senatore Giulio Andreotti ricorda il suo primo incontro con Pio XI quando, ancora bambino, si infilò in una comitiva di belgi che si stava recando dal Papa. In seguito lo rivide personalmente partecipando il 31 maggio 1931 al discorso che Ratti pronunciò contro le persecuzioni da parte dei fascisti nei confronti dei circoli dell’Azione Cattolica, della Giac e della Fuci.

Umberto Dell’Orto
“Pio XI, un Papa interessante”
Prefazione di mons. Cesare Pasini
San Paolo, Cinisello Balsamo 2008
97 pagine, 10 euro