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Dopo il terremoto

Abruzzo, otto parrocchie gemellate con le Caritas lombarde

Nell'elenco c'è Onna, il piccolo borgo visitato dal Papa. Nella recente missione in loco realizzato un primo monitoraggio dei bisogni. I direttori diocesani dovranno poi decidere le linee di intervento. Nel frattempo ogni realtà è mobilitata per il reperimento dei fondi e per il reclutamento dei volontari

Francesco CHIAVARINI Redazione

6 Maggio 2009
L'AQUILA - 9-4-2009
TERREMOTO IN ABBRUZZO 
LA VITA RIPRENDE LENTAMENTE NEI CAMPI DI ACCOGLIENZA 
PH: CRISTIAN GENNARI

Saranno otto le parrocchie gemellate con le Caritas della Lombardia. Tra queste ci sarà anche Onna, il piccolo borgo di appena 300 abitanti dove il terremoto ha fatto 40 vittime e che anche il Papa ha scelto come luogo-simbolo della tragedia nella sua visita del 28 aprile. Pesanti danni hanno riportato anche le altre comunità: Tempera, Camarda, Paganica, Bazzano, San Gregorio, Monticchio e San Felice d’Ocre, piccoli paesi che si trovano nei dintorni de L’Aquila e fanno parte del territorio municipale.
A poco più di tre settimane dalla tragica notte del sisma, infatti, vige su tutto il territorio ancora l’ordinanza di sgombero del sindaco, che vieta di rientrare nelle proprie abitazioni fino al completamento degli accertamenti sull’agibilità degli edifici. La popolazione è, dunque, interamente sfollata. «Qualcuno ha trovato rifugio nei campi della protezione civile, qualcun altro è accampato davanti alla propria abitazione. Altri ancora hanno scelto di trasferirsi negli alberghi sulla costa o accettato l’ospitalità di parenti e amici fuori provincia o fuori regione, in attesa di sapere qualcosa sul proprio futuro», racconta Alberto Minoia, responsabile emergenza di Caritas Ambrosiana, appena rientrato dalla prima missione esplorativa a cui hanno partecipato anche don Dario Crotti, direttore della Caritas di Pavia, e Claudio Dagheti, della Caritas di Crema.
Nella zona anche le attività produttive sono ferme. «Nell’area industriale di Bazzano tutte le fabbriche, anche quelle che non hanno apparentemente subito danni, non hanno ancora potuto riaprire», dice Minoia. Continuano invece i lavori per offrire una sistemazione più stabile agli sfollati. «I prefabbricati in legno sono già stati commissionati e sono stati individuati i luoghi dove installarli. In alcune aree sono già partiti i lavori per portare luce e gas. Ma è evidente che occorrerà tempo per dotare ogni area dei servizi necessari».
Durante la missione Caritas è stato possibile realizzare un primo monitoraggio dei bisogni. Sulla base di questa relazione i direttori delle Caritas lombarde dovranno decidere le linee di intervento. Nel frattempo ogni Caritas diocesana si è mobilitata per la raccolta dei fondi necessari alla realizzazione dei progetti di aiuto e per il reclutamento dei volontari.
«Le Caritas della Lombardia individueranno una piccola équipe di operatori che assicuri una presenza stabile e continuativa nel tempo – racconta don Claudio Visconti -. Sarà allestito un campo base dove questa équipe potrà organizzare il proprio lavoro e quello dei volontari che arriveranno da tutta la Lombardia. In ogni diocesi sono già diverse le persone che hanno offerto la loro disponibilità. La nostra attenzione, nello stile Caritas, sarà rivolta in modo particolare ai più deboli – anziani, bambini, disabili e migranti – e ogni progetto dovrà essere deciso e realizzato con le comunità locali, perché vogliamo che siano loro le protagoniste della rinascita». Saranno otto le parrocchie gemellate con le Caritas della Lombardia. Tra queste ci sarà anche Onna, il piccolo borgo di appena 300 abitanti dove il terremoto ha fatto 40 vittime e che anche il Papa ha scelto come luogo-simbolo della tragedia nella sua visita del 28 aprile. Pesanti danni hanno riportato anche le altre comunità: Tempera, Camarda, Paganica, Bazzano, San Gregorio, Monticchio e San Felice d’Ocre, piccoli paesi che si trovano nei dintorni de L’Aquila e fanno parte del territorio municipale.A poco più di tre settimane dalla tragica notte del sisma, infatti, vige su tutto il territorio ancora l’ordinanza di sgombero del sindaco, che vieta di rientrare nelle proprie abitazioni fino al completamento degli accertamenti sull’agibilità degli edifici. La popolazione è, dunque, interamente sfollata. «Qualcuno ha trovato rifugio nei campi della protezione civile, qualcun altro è accampato davanti alla propria abitazione. Altri ancora hanno scelto di trasferirsi negli alberghi sulla costa o accettato l’ospitalità di parenti e amici fuori provincia o fuori regione, in attesa di sapere qualcosa sul proprio futuro», racconta Alberto Minoia, responsabile emergenza di Caritas Ambrosiana, appena rientrato dalla prima missione esplorativa a cui hanno partecipato anche don Dario Crotti, direttore della Caritas di Pavia, e Claudio Dagheti, della Caritas di Crema.Nella zona anche le attività produttive sono ferme. «Nell’area industriale di Bazzano tutte le fabbriche, anche quelle che non hanno apparentemente subito danni, non hanno ancora potuto riaprire», dice Minoia. Continuano invece i lavori per offrire una sistemazione più stabile agli sfollati. «I prefabbricati in legno sono già stati commissionati e sono stati individuati i luoghi dove installarli. In alcune aree sono già partiti i lavori per portare luce e gas. Ma è evidente che occorrerà tempo per dotare ogni area dei servizi necessari».Durante la missione Caritas è stato possibile realizzare un primo monitoraggio dei bisogni. Sulla base di questa relazione i direttori delle Caritas lombarde dovranno decidere le linee di intervento. Nel frattempo ogni Caritas diocesana si è mobilitata per la raccolta dei fondi necessari alla realizzazione dei progetti di aiuto e per il reclutamento dei volontari.«Le Caritas della Lombardia individueranno una piccola équipe di operatori che assicuri una presenza stabile e continuativa nel tempo – racconta don Claudio Visconti -. Sarà allestito un campo base dove questa équipe potrà organizzare il proprio lavoro e quello dei volontari che arriveranno da tutta la Lombardia. In ogni diocesi sono già diverse le persone che hanno offerto la loro disponibilità. La nostra attenzione, nello stile Caritas, sarà rivolta in modo particolare ai più deboli – anziani, bambini, disabili e migranti – e ogni progetto dovrà essere deciso e realizzato con le comunità locali, perché vogliamo che siano loro le protagoniste della rinascita». – Lo “stile” CaritasIl parere dello psicologoSolidarietà in parrocchiaMonza, porte aperte alle madri con figli – Per contribuire – Causale terremoto Abruzzo 2009DONAZIONE DIRETTA presso l’Ufficio Raccolta Fondi in via San Bernardino 4, Milano (lun-gio, h 9.30-12.30 e 14.30-17.30, ven h 9.30-12.30)CCP n. 13576228 intestato a Caritas Ambrosiana OnlusCC BANCARIO n. 578 – Cin P, ABI 03512, Cab 01602 presso l’agenzia 1 di Milano del Credito Artigiano e intestato a Caritas Ambrosiana Onlus, Iban: IT16 P 0351201602000000000578TRAMITE CARTE DI CREDITO: on line sul sito www.caritas.it, oppure telefonando al n. 02.76.037.324 in orari di ufficio (l’offerta è detraibile fiscalmente) –