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Anno pastorale

«Fare “insieme” per il Vangelo»

Intervista al Vicario generale, monsignor Carlo Maria Redaelli

di Annamaria BRACCINI Redazione

20 Settembre 2009

Non è solo uno slogan, ma la triade scelta dal cardinale Tettamanzi come filo rosso che dovrà ispirare l’anno pastorale, è di quelli che non si dimenticano: «Fare meno, fare meglio, fare insieme». Dove il “segreto” – lo definisce così il Vicario generale, monsignor Carlo Maria Redaelli – per comprendere l’espressione nel suo pieno significato è proprio l’ultimo termine: “insieme”. Perché, spiega, «insieme vuole dire operare condividendo tutti una stessa passione per il Vangelo».

I laici a pieno titolo in collaborazione con i sacerdoti?
Il documento La Chiesa di Antiochia regola pastorale della Chiesa di Milano si rivolge anche ai laici operatori nella pastorale con la proposta di adempimenti rilevanti, quali la Settimana di formazione di base. Inoltre la Carta di comunione della missione espressa a livello di decanati vedrà direttamente interpellate tutte le persone, in specie le più vicine ai Consigli pastorali, a partire dalla visita pastorale dell’Arcivescovo ai decanati che, nel 2009-2010, sarà quasi del tutto conclusa. E questo proprio per verificare quali siano i passaggi concreti da realizzare, in un’ottica di sobrietà pastorale, per divenire sempre più una Chiesa viva e missionaria.

Dunque, non un semplice anno “sabbatico”, ma di riposo in Dio. Ciò non significa abbandonare il “cantiere aperto”, anzitutto alle comunità pastorali…
Sicuramente. L’esperienza delle comunità, avviata tre anni fa, è recente, ma coinvolge già un milione di persone, pari a 1/5 della diocesi. È una realtà che non spiega soltanto l’attenzione al calo del numero dei preti – significativamente nelle comunità pastorali ve ne sono forse più che altrove -, ma dice di un mettersi insieme per testimoniare il Vangelo. Vorrei però ricordare che ci sono anche altri “cantieri”, come la Pastorale giovanile, gli itinerari dell’iniziazione cristiana, il completamento dell’attuazione della riforma del Rito. Non è solo uno slogan, ma la triade scelta dal cardinale Tettamanzi come filo rosso che dovrà ispirare l’anno pastorale, è di quelli che non si dimenticano: «Fare meno, fare meglio, fare insieme». Dove il “segreto” – lo definisce così il Vicario generale, monsignor Carlo Maria Redaelli – per comprendere l’espressione nel suo pieno significato è proprio l’ultimo termine: “insieme”. Perché, spiega, «insieme vuole dire operare condividendo tutti una stessa passione per il Vangelo».I laici a pieno titolo in collaborazione con i sacerdoti?Il documento La Chiesa di Antiochia regola pastorale della Chiesa di Milano si rivolge anche ai laici operatori nella pastorale con la proposta di adempimenti rilevanti, quali la Settimana di formazione di base. Inoltre la Carta di comunione della missione espressa a livello di decanati vedrà direttamente interpellate tutte le persone, in specie le più vicine ai Consigli pastorali, a partire dalla visita pastorale dell’Arcivescovo ai decanati che, nel 2009-2010, sarà quasi del tutto conclusa. E questo proprio per verificare quali siano i passaggi concreti da realizzare, in un’ottica di sobrietà pastorale, per divenire sempre più una Chiesa viva e missionaria.Dunque, non un semplice anno “sabbatico”, ma di riposo in Dio. Ciò non significa abbandonare il “cantiere aperto”, anzitutto alle comunità pastorali…Sicuramente. L’esperienza delle comunità, avviata tre anni fa, è recente, ma coinvolge già un milione di persone, pari a 1/5 della diocesi. È una realtà che non spiega soltanto l’attenzione al calo del numero dei preti – significativamente nelle comunità pastorali ve ne sono forse più che altrove -, ma dice di un mettersi insieme per testimoniare il Vangelo. Vorrei però ricordare che ci sono anche altri “cantieri”, come la Pastorale giovanile, gli itinerari dell’iniziazione cristiana, il completamento dell’attuazione della riforma del Rito.