Sirio 19-25 marzo 2024
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Verso gli altari

La Chiesa ambrosiana e la causa di beatificazione di Paolo VI

Il vice-postulatore sottolinea l'attenzione con cui la Diocesi segue il processo, nel grato riconoscimento delle numerose iniziative di cui il cardinale Montini fu artefice durante il suo episcopato milanese

di Ennio APECITI Vice-postulatore causa di beatificazione di Paolo VI Redazione

8 Novembre 2009

Oggi Benedetto XVI sarà in visita a Brescia, terra natale di papa Paolo VI. Si tratta certamente di un omaggio che il Pontefice tedesco vuole fare alla memoria del predecessore, come dice lo stesso vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari, nella lettera in cui annuncia l’importante evento ecclesiale: «Papa Ratzinger, come sapete, fu creato cardinale da Paolo VI e ha sempre avuto verso il nostro Papa bresciano una riconoscenza e un amore grande. Per questo verrà e vivrà con noi una giornata che sarà un momento intenso di comunione e di preghiera».
La giornata sarà infatti incentrata, oltre che sulla Messa in piazza Paolo VI, anche sulla visita ai luoghi montiniani: la casa in cui il piccolo Giovanni Battista nacque, a Concesio; la chiesa in cui fu battezzato; infine ci sarà l’inaugurazione della nuova sede dell’Istituto Paolo VI, che con tanta passione approfondisce da anni la figura del pontefice bresciano. Come è noto, da qualche tempo è aperta la causa di beatificazione di Papa Montini, causa che vede coinvolte, oltre a Roma, anche le Diocesi di Brescia e di Milano, tre città che videro la presenza e il ministero del sacerdote e del vescovo Montini: Brescia negli anni della formazione, Milano negli anni dell’episcopato sulla cattedra di Ambrogio, Roma nel periodo in cui egli era assistente della Fuci e Sostituto alla Segreteria di Stato prima e, dopo l’esperienza ambrosiana, Pontefice della Chiesa universale.
Per questo il cardinale Tettamanzi ha scelto chi scrive come vice-postulatore della Causa montiniana, indicando nel santuario del Sacro Monte sopra Varese la sede della vice-postulazione. Qui, nello splendido borgo arroccato accanto al santuario mariano, è viva la memoria di Paolo VI, grazie soprattutto all’opera del fedele monsignor Pasquale Macchi, già segretario del Papa bresciano, il quale passò gli ultimi anni della vita proprio al Sacro Monte, favorendo e stimolando la memoria e lo studio su Montini. Dunque la Diocesi di Milano è coinvolta in primo piano nel processo che, speriamo presto, potrà portare Paolo VI all’onore degli altari: è sicuramente un fatto di grande importanza, perché proprio la nostra Diocesi visse il fecondo ministero episcopale dell’arcivescovo Montini: come non essergli grati per le numerose iniziative che egli realizzò a Milano, dalla Missione del 1957 al progetto per la fondazione delle nuove chiese, dall’apertura delle missioni ambrosiane in Africa alle visite pastorali, talune anche a dorso di mulo? Come dimenticare poi il ruolo che egli ebbe, prima da vescovo e poi da Papa, nel grande Concilio Vaticano II? Montini volle coinvolgere sempre più la Diocesi nella grande assemblea convocata da Giovanni XXIII, comunicando continuamente ai fedeli milanesi quanto accadeva a Roma. E anche da Pontefice non mancò mai un’attenzione particolare nel suo cuore di pastore per la città di Ambrogio. Pertanto è con riconoscenza e gioia che dobbiamo accogliere la notizia del coinvolgimento della Diocesi nella sua causa di beatificazione, così come sarebbe bello favorire tutte quelle iniziative volte alla riscoperta della figura montinana.
Per questo ho accettato volentieri di essere il consulente storico di un progetto culturale che la Fondazione ambrosiana Paolo VI di Villa Cagnola ha realizzato con la compagnia teatrale “dell’eremo”. Si tratta di uno spettacolo teatrale, intitolato Dialoghi su Paolo VI, ciò che conta amare, scritto da Sergio Di Benedetto e Antonio Zanoletti (vedi box), imperniato sulla figura di Papa Montini, di cui di dà una lettura profonda, finalizzata a riattualizzarne il magistero, il pensiero e i gesti. La rappresentazione si svolge a 30 anni esatti dalla morte di Paolo VI: alcuni personaggi si ritrovano per partecipare a una Messa di suffragio e l’incontro diventa il motivo che avvia i quattro dialoghi che ritmano lo spettacolo. Oggi Benedetto XVI sarà in visita a Brescia, terra natale di papa Paolo VI. Si tratta certamente di un omaggio che il Pontefice tedesco vuole fare alla memoria del predecessore, come dice lo stesso vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari, nella lettera in cui annuncia l’importante evento ecclesiale: «Papa Ratzinger, come sapete, fu creato cardinale da Paolo VI e ha sempre avuto verso il nostro Papa bresciano una riconoscenza e un amore grande. Per questo verrà e vivrà con noi una giornata che sarà un momento intenso di comunione e di preghiera».La giornata sarà infatti incentrata, oltre che sulla Messa in piazza Paolo VI, anche sulla visita ai luoghi montiniani: la casa in cui il piccolo Giovanni Battista nacque, a Concesio; la chiesa in cui fu battezzato; infine ci sarà l’inaugurazione della nuova sede dell’Istituto Paolo VI, che con tanta passione approfondisce da anni la figura del pontefice bresciano. Come è noto, da qualche tempo è aperta la causa di beatificazione di Papa Montini, causa che vede coinvolte, oltre a Roma, anche le Diocesi di Brescia e di Milano, tre città che videro la presenza e il ministero del sacerdote e del vescovo Montini: Brescia negli anni della formazione, Milano negli anni dell’episcopato sulla cattedra di Ambrogio, Roma nel periodo in cui egli era assistente della Fuci e Sostituto alla Segreteria di Stato prima e, dopo l’esperienza ambrosiana, Pontefice della Chiesa universale.Per questo il cardinale Tettamanzi ha scelto chi scrive come vice-postulatore della Causa montiniana, indicando nel santuario del Sacro Monte sopra Varese la sede della vice-postulazione. Qui, nello splendido borgo arroccato accanto al santuario mariano, è viva la memoria di Paolo VI, grazie soprattutto all’opera del fedele monsignor Pasquale Macchi, già segretario del Papa bresciano, il quale passò gli ultimi anni della vita proprio al Sacro Monte, favorendo e stimolando la memoria e lo studio su Montini. Dunque la Diocesi di Milano è coinvolta in primo piano nel processo che, speriamo presto, potrà portare Paolo VI all’onore degli altari: è sicuramente un fatto di grande importanza, perché proprio la nostra Diocesi visse il fecondo ministero episcopale dell’arcivescovo Montini: come non essergli grati per le numerose iniziative che egli realizzò a Milano, dalla Missione del 1957 al progetto per la fondazione delle nuove chiese, dall’apertura delle missioni ambrosiane in Africa alle visite pastorali, talune anche a dorso di mulo? Come dimenticare poi il ruolo che egli ebbe, prima da vescovo e poi da Papa, nel grande Concilio Vaticano II? Montini volle coinvolgere sempre più la Diocesi nella grande assemblea convocata da Giovanni XXIII, comunicando continuamente ai fedeli milanesi quanto accadeva a Roma. E anche da Pontefice non mancò mai un’attenzione particolare nel suo cuore di pastore per la città di Ambrogio. Pertanto è con riconoscenza e gioia che dobbiamo accogliere la notizia del coinvolgimento della Diocesi nella sua causa di beatificazione, così come sarebbe bello favorire tutte quelle iniziative volte alla riscoperta della figura montinana.Per questo ho accettato volentieri di essere il consulente storico di un progetto culturale che la Fondazione ambrosiana Paolo VI di Villa Cagnola ha realizzato con la compagnia teatrale “dell’eremo”. Si tratta di uno spettacolo teatrale, intitolato Dialoghi su Paolo VI, ciò che conta amare, scritto da Sergio Di Benedetto e Antonio Zanoletti (vedi box), imperniato sulla figura di Papa Montini, di cui di dà una lettura profonda, finalizzata a riattualizzarne il magistero, il pensiero e i gesti. La rappresentazione si svolge a 30 anni esatti dalla morte di Paolo VI: alcuni personaggi si ritrovano per partecipare a una Messa di suffragio e l’incontro diventa il motivo che avvia i quattro dialoghi che ritmano lo spettacolo. Lo spettacolo – Dialoghi su Paolo VI, ciò che conta è amare è lo spettacolo realizzato dalla Compagnia dell’Eremo con la consulenza di monsignor Ennio Apeciti. Il testo è di Sergio Di Benedetto e Antonio Zanoletti (regista) e le musiche di Riccardo Colombo; gli attori sono Angela Dematté, Gabriele Di Luca, Fabio Sarti, Massimiliano Setti, Angelo Zilio. L’opera, che vede la presenza in scena di 5 personaggi, si divide in quattro parti, più un epilogo. Ogni parte costituisce un dialogo su un tema particolare della vita, delle opere e della spiritualità di Paolo VI; le conversazioni puntano sul dialogo, sulla verità, sulla missione e sulla bellezza. Sullo sfondo rimane il confronto tra il Papa e l’apostolo Paolo. L’epilogo riguarda il racconto degli ultimi istanti di vita di Paolo VI, in cui si ricorda anche il servizio fedele di monsignor Macchi. Tra un dialogo e l’altro c’è un breve stacco musicale, realizzato da un musicista-sacerdote, presente in scena. Al termine della recitazione viene proiettato un filmato di pochi minuti su Paolo VI, come ultimo, muto dialogo diretto tra il Pontefice e il pubblico. Lo spettacolo, realizzato in collaborazione con la Fondazione ambrosiana Paolo VI, è già stato messo in scena nella Basilica del Sacro Monte sopra Varese, nella chiesa di Bobbiate (Va) e in quella di S. Giorgio a Morbio Inferiore (Svizzera). Il 30 ottobre la rappresentazione è avvenuta nel Duomo Vecchio di Brescia in preparazione alla visita di Benedetto XVI. Il pubblico ha molto apprezzato lo spettacolo, che ora viene proposto a parrocchie e centri culturali.Info: compagniadelleremo @gmail.comhttp://compagniadelleremo. blogspot.com�tel. 0332.462104. –