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30 aprile

Lavoratori: pregare in tempo di crisi

Alla vigilia della festa del 1° maggio, in contemporanea nelle sette Zone pastorali, le Veglie presiedute dai Vicari episcopali

Carlo ROSSI Redazione

14 Aprile 2009

La Veglia diocesana dei lavoratori si terrà in contemporanea nelle 7 zone pastorali giovedì 30 aprile. Diverse le sedi, identico il programma: accoglienza alle 20.30 e, alle 21, inizio della celebrazione, presieduta dal vicario episcopale di Zona.
Anticipiamo alcune riflessioni che la Pastorale del lavoro della diocesi di Milano ha diffuso attraverso il proprio bollettino di informazione, in preparazione alle celebrazioni.
In tempo di crisi, durante la Veglia alla vigilia del 1° maggio, i lavoratori si ritroveranno a pregare, insieme, ricordando tutti i colleghi, le famiglie, le speranze, i timori e le angosce. La preghiera accomuna e dà forza. Senza chiedere i miracoli per un lavoro che cresce: questo dipende da tutti, dalla mentalità di coerenza e legalità, dalla responsabilità verso tutti e i beni di tutti, dall’impegno messo nel risolvere scelte di vita, contributi al bene comune, superamento di privilegi e di particolarismi. Pregare significa anche richiamare al dono dello Spirito del Signore che vuole costruire un’umanità fiduciosa nella tenerezza del Padre. Con questa consapevolezza il mondo può sperimentare che ogni persona che si sente garantita, capace di progettare, di legiferare, si impegna per il bene comune, soprattutto nel rischio di disoccupazione.
Si respira dunque il rischio delle aziende che chiudono, la fatica dei molti che hanno lavorato con contratto a tempo determinato: la crisi colpisce, prima di tutto, proprio loro a cui, nell’immediato, non si apre un orizzonte di fiducia. Si percepisce il disorientamento di famiglie che non hanno garanzie o reti familiari che le sostengano. Si nota che il costo della vita non è certo diminuito e quindi esige stipendi significativi a cui non corrispondono, per chi è fortunato, se non gli ammortizzatori sociali. Si sente l’angoscia per chi non ha supporti riconosciuti dagli accordi sindacali, dagli aiuti istituzionali o dalla legge.
I lavoratori pregheranno infine perché il Signore apra gli occhi di tutti su ciò che è giusto, su ciò che vale, su ciò che è sostegno e servizio. E anche perché nessuno si scoraggi, perché i sacrifici siano condivisi per sostenere anche chi fa più fatica, per avere la forza di ascoltare la Parola e le scelte del Signore, terribilmente alte e profondamente vicine al cammino degli uomini nei momenti di bisogno. La Veglia diocesana dei lavoratori si terrà in contemporanea nelle 7 zone pastorali giovedì 30 aprile. Diverse le sedi, identico il programma: accoglienza alle 20.30 e, alle 21, inizio della celebrazione, presieduta dal vicario episcopale di Zona.Anticipiamo alcune riflessioni che la Pastorale del lavoro della diocesi di Milano ha diffuso attraverso il proprio bollettino di informazione, in preparazione alle celebrazioni.In tempo di crisi, durante la Veglia alla vigilia del 1° maggio, i lavoratori si ritroveranno a pregare, insieme, ricordando tutti i colleghi, le famiglie, le speranze, i timori e le angosce. La preghiera accomuna e dà forza. Senza chiedere i miracoli per un lavoro che cresce: questo dipende da tutti, dalla mentalità di coerenza e legalità, dalla responsabilità verso tutti e i beni di tutti, dall’impegno messo nel risolvere scelte di vita, contributi al bene comune, superamento di privilegi e di particolarismi. Pregare significa anche richiamare al dono dello Spirito del Signore che vuole costruire un’umanità fiduciosa nella tenerezza del Padre. Con questa consapevolezza il mondo può sperimentare che ogni persona che si sente garantita, capace di progettare, di legiferare, si impegna per il bene comune, soprattutto nel rischio di disoccupazione.Si respira dunque il rischio delle aziende che chiudono, la fatica dei molti che hanno lavorato con contratto a tempo determinato: la crisi colpisce, prima di tutto, proprio loro a cui, nell’immediato, non si apre un orizzonte di fiducia. Si percepisce il disorientamento di famiglie che non hanno garanzie o reti familiari che le sostengano. Si nota che il costo della vita non è certo diminuito e quindi esige stipendi significativi a cui non corrispondono, per chi è fortunato, se non gli ammortizzatori sociali. Si sente l’angoscia per chi non ha supporti riconosciuti dagli accordi sindacali, dagli aiuti istituzionali o dalla legge.I lavoratori pregheranno infine perché il Signore apra gli occhi di tutti su ciò che è giusto, su ciò che vale, su ciò che è sostegno e servizio. E anche perché nessuno si scoraggi, perché i sacrifici siano condivisi per sostenere anche chi fa più fatica, per avere la forza di ascoltare la Parola e le scelte del Signore, terribilmente alte e profondamente vicine al cammino degli uomini nei momenti di bisogno. Il programma – Questi i luoghi delle Veglie di giovedì 30 aprile (alle 20.30 accoglienza, alle 21 Veglia di preghiera e riflessione).Zona 1 – Milano: parrocchia Ss. Redentore, via Pierluigi da Palestrina 5.Zona 2 – Varese: parrocchia S. Stefano, piazza S. Stefano, Tradate.Zona 3 – Lecco: oratorio, via Don Invernizzi 34, parrocchia di Dervio.Zona 4 – Rho: parrocchia di S. Martino, via Repubblica, Bollate.Zona 5 – Monza: parrocchia S. Giuseppe, via Fermi 1, Lissone.Zona 6 – Melegnano: parrocchia S. Antonio, piazza Giovanni XXIII, Corsico.Zona 7 – Sesto S. Giovanni: santuario Santa Maria Annunziata, via Piaggio, Paderno Dugnano. –