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Sesto San Giovanni

Preadolescenti, giornate piene e genitori assenti

Venerdì 15 maggio la presentazione di un'indagine conclude un ciclo di incontri ispirati alla Convenzione di New York sui diritti dell'infanzia

Luisa BOVE Redazione

12 Maggio 2009

Con la presentazione a Sesto San Giovanni di un’indagine sulla preadolescenza si conclude un ciclo di tre incontri dal titolo “Andando ‘Diritti’… verso i bambini” con chiaro riferimento alla Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia. I risultati della ricerca saranno resi pubblici venerdì 15 maggio, alle 20.45, presso l’oratorio S. Luigi della parrocchia di S. Stefano (piazza Petazzi 18), da cui è nata l’associazione “Passo dopo passo… insieme”.
«Questa indagine – dice il presidente Michele Ferri – nasce dal desiderio di progettare interventi educativi a livello sociale e pastorale che non siano basati sulla percezione degli adulti, ma che vedano protagonisti i minori». L’associazione, con quattro operatori e un centinaio di volontari, svolge attività di doposcuola e di rimotivazione allo studio con ragazzi delle medie in tre oratori della città. «A livello istituzionale, inoltre, facciamo parte del Tavolo minori e adolescenti per i Piani di zona nell’ambito di Sesto San Giovanni e Cologno Monzese».
«L’indagine, commissionata a Excursus, parte dalla lettura dei bisogni dei preadolescenti, fascia di età molto ricca e ancora facile da “agganciare”», dice Ferri. Oggi tuttavia – ammette la sociologa Eugenia Montagnini, curatrice dell’indagine – «dal punto di vista pedagogico e sociologico c’è pochissima riflessione sulla preadolescenza: lo stesso termine è poco usato. Per la ricerca abbiamo intervistato un campione di 15 preadolescenti, rifacendoci anche alle proiezioni Istat sul territorio di Sesto San Giovanni». Tre i blocchi di domande rivolte ai ragazzi: come trascorrono la giornata (da quando si svegliano a quando vanno a letto, sia durante i giorni scolastici, sia nel fine settimana); come vivono il territorio di Sesto; chi in città si occupa di loro…
Rispetto al tema della quotidianità, attraverso le interviste e un focus group con insegnanti, educatori e operatori che lavorano con i ragazzi, «è emerso che esistono preadolescenti con giornate pienissime e di cui si lamentano, e altri che invece hanno molto tempo libero». In entrambi i casi risulta che i genitori sono assenti e che si tranquillizzano organizzando la vita dei figli, non lasciando loro altri spazi. Dai racconti degli intervistati emerge che mamme e papà non ci sono neppure la sera e nei fine settimana. «Quasi tutti i preadolescenti finiscono la giornata chattando con i loro compagni di scuola – spiega Montagnini -, mentre ci saremmo aspettati che menzionassero la Play Station e la televisione». E se da una parte ci sono genitori che vigilano sull’uso del computer, dall’altra alcuni «non sanno neanche di che cosa si tratta». Rispetto al territorio, di cui hanno comunque ben poca esperienza, i preadolescenti criticano l’assenza di verde, «mentre apprezzano molto il Parco Nord che identificano come spazio di libertà».
Gli intervistati hanno avuto difficoltà a rispondere alla domanda: «Chi si occupa di voi sul territorio?», nonostante in città «molte realtà si occupano di ragazzi e famiglie ed esiste una rete istituzionale e del Terzo settore molto strutturata». L’unico luogo che riconoscono, continua Montagnini, «è l’oratorio, considerato come luogo di passaggio tra la casa e la piazza». Ognuno però vi attribuisce un significato diverso: per qualcuno è il luogo del catechismo o del gruppo preadolescenti, per altri del doposcuola e per la maggior parte dell’incontro con gli amici, per poi “uscire”. Con la presentazione a Sesto San Giovanni di un’indagine sulla preadolescenza si conclude un ciclo di tre incontri dal titolo “Andando ‘Diritti’… verso i bambini” con chiaro riferimento alla Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia. I risultati della ricerca saranno resi pubblici venerdì 15 maggio, alle 20.45, presso l’oratorio S. Luigi della parrocchia di S. Stefano (piazza Petazzi 18), da cui è nata l’associazione “Passo dopo passo… insieme”.«Questa indagine – dice il presidente Michele Ferri – nasce dal desiderio di progettare interventi educativi a livello sociale e pastorale che non siano basati sulla percezione degli adulti, ma che vedano protagonisti i minori». L’associazione, con quattro operatori e un centinaio di volontari, svolge attività di doposcuola e di rimotivazione allo studio con ragazzi delle medie in tre oratori della città. «A livello istituzionale, inoltre, facciamo parte del Tavolo minori e adolescenti per i Piani di zona nell’ambito di Sesto San Giovanni e Cologno Monzese».«L’indagine, commissionata a Excursus, parte dalla lettura dei bisogni dei preadolescenti, fascia di età molto ricca e ancora facile da “agganciare”», dice Ferri. Oggi tuttavia – ammette la sociologa Eugenia Montagnini, curatrice dell’indagine – «dal punto di vista pedagogico e sociologico c’è pochissima riflessione sulla preadolescenza: lo stesso termine è poco usato. Per la ricerca abbiamo intervistato un campione di 15 preadolescenti, rifacendoci anche alle proiezioni Istat sul territorio di Sesto San Giovanni». Tre i blocchi di domande rivolte ai ragazzi: come trascorrono la giornata (da quando si svegliano a quando vanno a letto, sia durante i giorni scolastici, sia nel fine settimana); come vivono il territorio di Sesto; chi in città si occupa di loro…Rispetto al tema della quotidianità, attraverso le interviste e un focus group con insegnanti, educatori e operatori che lavorano con i ragazzi, «è emerso che esistono preadolescenti con giornate pienissime e di cui si lamentano, e altri che invece hanno molto tempo libero». In entrambi i casi risulta che i genitori sono assenti e che si tranquillizzano organizzando la vita dei figli, non lasciando loro altri spazi. Dai racconti degli intervistati emerge che mamme e papà non ci sono neppure la sera e nei fine settimana. «Quasi tutti i preadolescenti finiscono la giornata chattando con i loro compagni di scuola – spiega Montagnini -, mentre ci saremmo aspettati che menzionassero la Play Station e la televisione». E se da una parte ci sono genitori che vigilano sull’uso del computer, dall’altra alcuni «non sanno neanche di che cosa si tratta». Rispetto al territorio, di cui hanno comunque ben poca esperienza, i preadolescenti criticano l’assenza di verde, «mentre apprezzano molto il Parco Nord che identificano come spazio di libertà».Gli intervistati hanno avuto difficoltà a rispondere alla domanda: «Chi si occupa di voi sul territorio?», nonostante in città «molte realtà si occupano di ragazzi e famiglie ed esiste una rete istituzionale e del Terzo settore molto strutturata». L’unico luogo che riconoscono, continua Montagnini, «è l’oratorio, considerato come luogo di passaggio tra la casa e la piazza». Ognuno però vi attribuisce un significato diverso: per qualcuno è il luogo del catechismo o del gruppo preadolescenti, per altri del doposcuola e per la maggior parte dell’incontro con gli amici, per poi “uscire”.