Sirio 26-29 marzo 2024
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Progetto

Dalle fabbriche dismesse a Sesto nascerà “un’oasi di pace”

L'idea piace a tutti in città: c'è l'unanimità dei parroci, il parere favorevole di sindaco e giunta, l'approvazione della popolazione -

di Luisa BOVE Redazione

20 Maggio 2010

A Sesto San Giovanni sorgerà un monastero. L’idea piace a tutti in città: c’è l’unanimità dei parroci, il parere favorevole di sindaco e giunta, l’approvazione della popolazione. È un buon punto di partenza quando istituzioni, società civile e religiosa trovano il consenso su un progetto. Certo ci vorrà ancora tempo, ma intanto le premesse fanno ben sperare. Esiste già un contatto diretto con padre Pierre-Marie Delfieux, fondatore e priore delle Fraternità Monastiche di Gerusalemme, che sarà parte in causa.
Nella “Stalingrado d’Italia” c’è una vasta area dismessa, ben un milione e 300 metri quadri, di cui una parte dovrà essere destinata a usi religiosi. Di qui l’idea di potenziare la parrocchia di S. Giorgio con l’oratorio e la ristrutturazione della chiesa e allo stesso tempo di costruire un monastero in città. Negli ultimi decenni il volto di Sesto S. Giovanni è molto cambiato.
C’è chi dice che dagli anni ’90 il territorio «ha perso l’anima», diventando una zona di terziario, e ora rischia di trasformarsi in una grande periferia milanese. Senza dimenticare che a Sesto dovrà anche sorgere una delle più grandi moschee del nord Italia…
Per questo è nata l’idea di creare «un’oasi di pace» in città, cioè un luogo destinato alla meditazione, al dialogo interreligioso e all’accoglienza. Padre Delfieux è già andato a Sesto San Giovanni per vedere dove potrebbe sorgere il monastero, in ogni caso toccherà al Comune individuare l’area su cui si costruirà così da poter procedere con la bonifica del terreno.
I rapporti con l’amministrazione locale sono buoni, intanto la Fraternità monastica francese ha già incaricato un suo architetto che incontrerà il responsabile dell’urbanistica comunale sestese. A livello locale si sta avviando qualche contatto con le banche, ma in seguito si dovrà creare una cordata di imprenditori, sponsor e privati disposti a sostenere economicamente l’ambizioso progetto.
L’idea di un monastero in città aperto alla gente, che diventi oasi di preghiera e luogo di incontro e di dialogo per tutti può davvero convincere, non solo per riqualificare un’area, ma per ridare un volto nuovo a Sesto. L’ipotesi è di anticipare l’arrivo di qualche monaco della Fraternità di Gerusalemme in una struttura già esistente con chiesa annessa, prima dell’insediamento definitivo nel nuovo monastero. A Sesto San Giovanni sorgerà un monastero. L’idea piace a tutti in città: c’è l’unanimità dei parroci, il parere favorevole di sindaco e giunta, l’approvazione della popolazione. È un buon punto di partenza quando istituzioni, società civile e religiosa trovano il consenso su un progetto. Certo ci vorrà ancora tempo, ma intanto le premesse fanno ben sperare. Esiste già un contatto diretto con padre Pierre-Marie Delfieux, fondatore e priore delle Fraternità Monastiche di Gerusalemme, che sarà parte in causa.Nella “Stalingrado d’Italia” c’è una vasta area dismessa, ben un milione e 300 metri quadri, di cui una parte dovrà essere destinata a usi religiosi. Di qui l’idea di potenziare la parrocchia di S. Giorgio con l’oratorio e la ristrutturazione della chiesa e allo stesso tempo di costruire un monastero in città. Negli ultimi decenni il volto di Sesto S. Giovanni è molto cambiato.C’è chi dice che dagli anni ’90 il territorio «ha perso l’anima», diventando una zona di terziario, e ora rischia di trasformarsi in una grande periferia milanese. Senza dimenticare che a Sesto dovrà anche sorgere una delle più grandi moschee del nord Italia…Per questo è nata l’idea di creare «un’oasi di pace» in città, cioè un luogo destinato alla meditazione, al dialogo interreligioso e all’accoglienza. Padre Delfieux è già andato a Sesto San Giovanni per vedere dove potrebbe sorgere il monastero, in ogni caso toccherà al Comune individuare l’area su cui si costruirà così da poter procedere con la bonifica del terreno.I rapporti con l’amministrazione locale sono buoni, intanto la Fraternità monastica francese ha già incaricato un suo architetto che incontrerà il responsabile dell’urbanistica comunale sestese. A livello locale si sta avviando qualche contatto con le banche, ma in seguito si dovrà creare una cordata di imprenditori, sponsor e privati disposti a sostenere economicamente l’ambizioso progetto.L’idea di un monastero in città aperto alla gente, che diventi oasi di preghiera e luogo di incontro e di dialogo per tutti può davvero convincere, non solo per riqualificare un’area, ma per ridare un volto nuovo a Sesto. L’ipotesi è di anticipare l’arrivo di qualche monaco della Fraternità di Gerusalemme in una struttura già esistente con chiesa annessa, prima dell’insediamento definitivo nel nuovo monastero.