Sirio 26-29 marzo 2024
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Giornata del Malato

«La Madonna di Lourdes non lascia mai i suoi figli»

L'Arcivescovo ha celebrato la messa nella chiesa milanese che ricorda le apparizioni della Vergine: «La grazia da implorare è fare la volontà di Dio»

di Rosangela VEGETTI Redazione

12 Febbraio 2010

Una grande festa si ripete ogni anno, in occasione del ricordo delle apparizioni della Madonna a Lourdes, nella chiesa a lei intitolata a Milano. Siamo al 152° anno da quel tempo e l’affetto della gente, non solo dei malati, si rinnova con immutato entusiasmo attorno all’Arcivescovo. Il Cardinale manifesta piena gioia di stare con tante persone, giovani e meno giovani, impegnati a favorire i più deboli, portatori di handicap e di patologie varie, che non vorrebbero mai perdere l’opportunità di stare insieme a cantare e pregare Maria. nonostante il clima invernale e i disagi dovuti al traffico, l’intero quartiere si mobilita per la ricorrenza dell’11 febbraio e circonda la chiesa di festoni, senza dimenticare l’ospedale pediatrico che sorge proprio appresso.
Proprio la particolare sensazione del gioioso stare insieme è il tema centrale dell’omelia del cardinale Tettamanzi. L’Arcivescovo ricorda subito quanti non sono potuti arrivare fin lì, che seguono con la mente e col cuore la liturgia eucaristica; pensa ai sacerdoti malati e anziani che si sono spesi nel bene e che continuano la loro preziosa presenza nella Chiesa ambrosiana; ma soprattutto ricorda come la ricorrenza riunisca fedeli mariani in chiese e santuari di tutto il mondo, a partire dall’incontro del Papa con i malati a Roma. «Sentiamoci uniti – ripete l’Arcivescovo -, non solo a quanti sono credenti e devoti, ma anche a quanti sono nella cappella del nostro cuore» nel palpito d’amore per Maria.
«La nostra presenza dice il nostro affetto, la nostra devozione, la fiducia in Maria»: questo stare insieme con questi sentimenti non può non commuovere Maria verso tutti i suoi figli. «È l’affetto, la vicinanza di Maria verso tutti e ciascuno, come una mamma che non lascia mai i suoi figli: siamo presenti noi al suo cuore e lei lo è nel nostro cuore e ci guida verso Gesù». L’insegnamento fondamentale è che dobbiamo sempre, anche nei momenti di prova, di debolezza, di incertezza, fare la volontà di Dio e fidarci della sua guida: «Questa è la grazia da implorare: fare la volontà di Dio».
Nei tempi in cui il dubbio, il senso di inadeguatezza, di incapacità sembrano avere il sopravvento, quando la malattia ci toglie le forze e ci limita nelle nostre attività, è ancora e sempre la fiducia in Dio che si sostiene e che può riportarci sul cammino. «L’amore del Padre e di Cristo è sempre a nostra disposizione – conclude l’Arcivescovo con tono di paterno incoraggiamento -; c’è sempre la carezza di Dio che ci raggiunge attraverso la carezza che ci scambiamo gli uni con gli altri». Una grande festa si ripete ogni anno, in occasione del ricordo delle apparizioni della Madonna a Lourdes, nella chiesa a lei intitolata a Milano. Siamo al 152° anno da quel tempo e l’affetto della gente, non solo dei malati, si rinnova con immutato entusiasmo attorno all’Arcivescovo. Il Cardinale manifesta piena gioia di stare con tante persone, giovani e meno giovani, impegnati a favorire i più deboli, portatori di handicap e di patologie varie, che non vorrebbero mai perdere l’opportunità di stare insieme a cantare e pregare Maria. nonostante il clima invernale e i disagi dovuti al traffico, l’intero quartiere si mobilita per la ricorrenza dell’11 febbraio e circonda la chiesa di festoni, senza dimenticare l’ospedale pediatrico che sorge proprio appresso.Proprio la particolare sensazione del gioioso stare insieme è il tema centrale dell’omelia del cardinale Tettamanzi. L’Arcivescovo ricorda subito quanti non sono potuti arrivare fin lì, che seguono con la mente e col cuore la liturgia eucaristica; pensa ai sacerdoti malati e anziani che si sono spesi nel bene e che continuano la loro preziosa presenza nella Chiesa ambrosiana; ma soprattutto ricorda come la ricorrenza riunisca fedeli mariani in chiese e santuari di tutto il mondo, a partire dall’incontro del Papa con i malati a Roma. «Sentiamoci uniti – ripete l’Arcivescovo -, non solo a quanti sono credenti e devoti, ma anche a quanti sono nella cappella del nostro cuore» nel palpito d’amore per Maria.«La nostra presenza dice il nostro affetto, la nostra devozione, la fiducia in Maria»: questo stare insieme con questi sentimenti non può non commuovere Maria verso tutti i suoi figli. «È l’affetto, la vicinanza di Maria verso tutti e ciascuno, come una mamma che non lascia mai i suoi figli: siamo presenti noi al suo cuore e lei lo è nel nostro cuore e ci guida verso Gesù». L’insegnamento fondamentale è che dobbiamo sempre, anche nei momenti di prova, di debolezza, di incertezza, fare la volontà di Dio e fidarci della sua guida: «Questa è la grazia da implorare: fare la volontà di Dio».Nei tempi in cui il dubbio, il senso di inadeguatezza, di incapacità sembrano avere il sopravvento, quando la malattia ci toglie le forze e ci limita nelle nostre attività, è ancora e sempre la fiducia in Dio che si sostiene e che può riportarci sul cammino. «L’amore del Padre e di Cristo è sempre a nostra disposizione – conclude l’Arcivescovo con tono di paterno incoraggiamento -; c’è sempre la carezza di Dio che ci raggiunge attraverso la carezza che ci scambiamo gli uni con gli altri». – – Photogallery