Share

Decanato

Melzo, fiducia nei giovani

Ieri a Gorgonzola il cardinale Tettamanzi ha celebrato la Messa a conclusione della visita pastorale decanale. Parla il decano don Fidelmo Xodo

di Cristina CONTI Redazione

15 Marzo 2010
DCF 1.0

A pochi chilometri a est di Milano si trova il Decanato di Melzo. Ieri il cardinale Tettamanzi ha celebrato la Messa nella parrocchia Santi Mm Protaso e Gervaso, a Gorgonzola, a conclusione della visita pastorale decanale. Ne parliamo con il decano, don Fidelmo Xodo.

Quali sono le caratteristiche del vostro decanato?
Ha un’origine antica: il primo nucleo era già presente nel Medioevo. Negli ultimi 30 anni la popolazione residente è molto cambiata e oggi gli abitanti sono circa 105 mila. Quelli che frequentano abitualmente le parrocchie sono circa il 20 per cento e di questi una buona parte chiede i sacramenti per i figli. La necessità più sentita da parte delle nostre comunità parrocchiali, un po’ come tutte oggi, è quella di contestualizzare il Vangelo e spiegarlo in modo da aiutare i fedeli a capire chi è Gesù. Per questo cerchiamo di sfruttare tutti i momenti di incontro, non solo quelli legati alla catechesi per gli adulti, ma anche quelli in cui i genitori devono accompagnare i loro figli all’incontro con Gesù nei sacramenti. In particolar modo abbiamo da circa 30 anni a Gorgonzola un cammino di pastorale battesimale. Ci sono poi esperienze di realtà consolidate che lavorano a stretto contatto con la gente.

Gli immigrati sono ormai presenti un po’ ovunque. E da voi?
L’immigrazione da noi è molto aumentata negli ultimi 10 anni. Oggi si aggira intono al 10 per cento. Alcuni sono ben integrati all’interno della società civile e della comunità cristiana e sono riusciti a ricongiungersi in Italia con le loro famiglie e con i loro figli. Le principali nazionalità presenti sono la rumena, l’albanese, la marocchina e la peruviana. Abbiamo anche un 10 per cento di stranieri che provengono dal Centro e dal Sud Africa, un 7 per cento dall’Asia e l’1 per cento dal Nord America.

Parliamo invece dei giovani: sono tanti? E quali sono i loro principali problemi?
Sì, ce ne sono molti. Abbiamo una Consulta di decanato che fa proposte proprio per loro. L’obiettivo di ogni nostra iniziativa e quello di fare in modo che chi già frequenta possa essere missionario e testimone per gli altri. I ragazzi delle nostre parrocchie non hanno problemi particolari. E qui tutti, sia noi preti sia gli adulti, abbiamo molta fiducia in loro.

E gli anziani?
Anche loro sono una presenza considerevole. La maggior parte prende parte alle iniziative del Movimento Terza Età, che a livello decanale è il più numeroso, e propone momenti di preghiera e di animazione per tutta la comunità cristiana. È una realtà presente in quasi tutte le parrocchie e che conta circa 350-400 persone.

La crisi economica è ancora forte per le vostre famiglie?
Anche qui la crisi ha fatto e sta facendo sentire le sue conseguenze sulle famiglie. Alcuni hanno perso il lavoro, altri sono precari e fanno molta fatica a ottenere quella stabilità economica che permette di fare progetti per il futuro. Il Fondo famiglia-lavoro voluto dall’Arcivescovo è stato sicuramente importante: qui abbiamo avuto circa 70 richieste e la metà ha già avuto esito positivo, mentre l’altra metà sta aspettando una risposta.

Quali sono le iniziative culturali e di volontariato?
Ne abbiamo diverse. Si va dal gruppo missionario di Rodano e Gorgonzola che si occupa della raccolta fondi per le popolazioni più bisognose, ci sono poi realtà che si occupano, invece, dell’accoglienza. A Melzo abbiamo anche un Centro di aiuto alla vita, un consultorio familiare, che è collegato con vari distretti civili per l’affido, e poi ovviamente la Caritas, che in collaborazione con le Acli, dà il suo aiuto alle famiglie italiane e straniere che si trovano in difficoltà. A pochi chilometri a est di Milano si trova il Decanato di Melzo. Ieri il cardinale Tettamanzi ha celebrato la Messa nella parrocchia Santi Mm Protaso e Gervaso, a Gorgonzola, a conclusione della visita pastorale decanale. Ne parliamo con il decano, don Fidelmo Xodo.Quali sono le caratteristiche del vostro decanato?Ha un’origine antica: il primo nucleo era già presente nel Medioevo. Negli ultimi 30 anni la popolazione residente è molto cambiata e oggi gli abitanti sono circa 105 mila. Quelli che frequentano abitualmente le parrocchie sono circa il 20 per cento e di questi una buona parte chiede i sacramenti per i figli. La necessità più sentita da parte delle nostre comunità parrocchiali, un po’ come tutte oggi, è quella di contestualizzare il Vangelo e spiegarlo in modo da aiutare i fedeli a capire chi è Gesù. Per questo cerchiamo di sfruttare tutti i momenti di incontro, non solo quelli legati alla catechesi per gli adulti, ma anche quelli in cui i genitori devono accompagnare i loro figli all’incontro con Gesù nei sacramenti. In particolar modo abbiamo da circa 30 anni a Gorgonzola un cammino di pastorale battesimale. Ci sono poi esperienze di realtà consolidate che lavorano a stretto contatto con la gente.Gli immigrati sono ormai presenti un po’ ovunque. E da voi?L’immigrazione da noi è molto aumentata negli ultimi 10 anni. Oggi si aggira intono al 10 per cento. Alcuni sono ben integrati all’interno della società civile e della comunità cristiana e sono riusciti a ricongiungersi in Italia con le loro famiglie e con i loro figli. Le principali nazionalità presenti sono la rumena, l’albanese, la marocchina e la peruviana. Abbiamo anche un 10 per cento di stranieri che provengono dal Centro e dal Sud Africa, un 7 per cento dall’Asia e l’1 per cento dal Nord America.Parliamo invece dei giovani: sono tanti? E quali sono i loro principali problemi?Sì, ce ne sono molti. Abbiamo una Consulta di decanato che fa proposte proprio per loro. L’obiettivo di ogni nostra iniziativa e quello di fare in modo che chi già frequenta possa essere missionario e testimone per gli altri. I ragazzi delle nostre parrocchie non hanno problemi particolari. E qui tutti, sia noi preti sia gli adulti, abbiamo molta fiducia in loro.E gli anziani?Anche loro sono una presenza considerevole. La maggior parte prende parte alle iniziative del Movimento Terza Età, che a livello decanale è il più numeroso, e propone momenti di preghiera e di animazione per tutta la comunità cristiana. È una realtà presente in quasi tutte le parrocchie e che conta circa 350-400 persone.La crisi economica è ancora forte per le vostre famiglie?Anche qui la crisi ha fatto e sta facendo sentire le sue conseguenze sulle famiglie. Alcuni hanno perso il lavoro, altri sono precari e fanno molta fatica a ottenere quella stabilità economica che permette di fare progetti per il futuro. Il Fondo famiglia-lavoro voluto dall’Arcivescovo è stato sicuramente importante: qui abbiamo avuto circa 70 richieste e la metà ha già avuto esito positivo, mentre l’altra metà sta aspettando una risposta.Quali sono le iniziative culturali e di volontariato?Ne abbiamo diverse. Si va dal gruppo missionario di Rodano e Gorgonzola che si occupa della raccolta fondi per le popolazioni più bisognose, ci sono poi realtà che si occupano, invece, dell’accoglienza. A Melzo abbiamo anche un Centro di aiuto alla vita, un consultorio familiare, che è collegato con vari distretti civili per l’affido, e poi ovviamente la Caritas, che in collaborazione con le Acli, dà il suo aiuto alle famiglie italiane e straniere che si trovano in difficoltà. 24 parrocchie in 12 Comuni – Un territorio di 134 chilometri quadrati, che comprende 12 Comuni, 24 parrocchie e ospita circa 105 mila abitanti. Del Decanato di Melzo fanno parte, oltre a Melzo, Gorgonzola, Vignate, Bellinzago Lombardo, Gessate, Inzago, Liscate, Pessano con Bornago, Pozzuolo Martesana, Rodano, Settala, Truccazzano. Già attive la Comunità pastorale “San Francesco” (parrocchie di Melzo Santi Alessandro e Margherita, S. Maria delle Stelle e Sacro Cuore) e tre unità pastorali: la prima di Bellinzago Lombardo e Gessate; la seconda a Inzago (S. Maria Assunta e S. Maria Ausiliatrice); la terza a Rodano (S. Vincenzo a Cassignanica e S. Giovanni Evangelista a Lucino). – “Pantonoikia”, la casa per chi non ha un tetto