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Besana Brianza

«Noi laici nelle case per la visita natalizia»

di Assunta e Gianluca MAURI Redazione

16 Novembre 2010

L’Ac partecipa al cammino che il cardinale Tettamanzi ha tracciato per quest’anno sulle orme di san Carlo con il desiderio di dare concretezza al nostro essere “pietre vive”. In particolare con questa testimonianza da parte di Assunta e Gianluca Mauri, soci Ac nella Comunità pastorale “Santa Caterina” di Besana Brianza, l’Ac desidera esprimere piena accoglienza e impegno per la realizzazione di questo gesto missionario della visita natalizia alle famiglie

La visita natalizia alle famiglie è una tradizione ancora viva nelle parrocchie della nostra Comunità pastorale. A partire dal Natale 2008 si è presa coscienza che i sacerdoti per ragioni diverse non avrebbero potuto raggiungere tutte le famiglie, così il Direttivo e il Consiglio pastorale hanno deciso di introdurre figure di laici, accanto a sacerdoti e diaconi.
Anche noi ci siamo resi disponibili per questo servizio, con qualche paura e senso di inadeguatezza, come tutti, tra lo scetticismo e le perplessità di molti ma spronati dal nostro don Francesco e sostenuti dalla formazione e dallo stile missionario dell’Ac. Dopo alcuni incontri di preparazione, nell’Avvento 2008, è iniziata l’“avventura”. Nel primo anno abbiamo contattato circa 40 famiglie, siamo entrati in 28 case, alcuni infatti non hanno aperto (ci hanno detto che succede anche ai preti), altri non erano presenti, una famiglia ci ha detto di non essere credente per cui ci siamo scambiati semplicemente gli auguri.
Nel 2009 è andata meglio, le famiglie erano già preparate alla novità dei laici e noi visitatori abbiamo meglio impostato l’incontro delle famiglie che a seconda dell’età hanno diverse esigenze. Coloro che ci hanno aperto, ci hanno accolto con gioia e calore, hanno partecipato attivamente alla preghiera e si sono dimostrati disponibili al dialogo. In queste serate abbiamo incontrato situazioni diverse: famiglie numerose e persone sole, famiglie unite e serene e altre colpite da malattie, famiglie separate o con problemi, generazioni diverse nella stessa casa. È stato bello anche ritrovarci con gli altri visitatori per uno scambio di impressioni.
L’esperienza è stata arricchente: ci ha permesso di conoscere uno spaccato della realtà “vera” delle nostre case e di non lasciar mancare a queste famiglie un momento di preghiera natalizia “comunitaria”. Il nostro intento non è certo quello di sostituire il prete, ma di far passare l’idea che esiste una comunità cristiana, fatta prevalentemente di laici, legata sì ai propri sacerdoti, che riconoscono come guida, ma che vive e cresce anche quando questi lasciano o si avvicendano nel loro servizio alla Chiesa (i preti cambiano, la comunità resta).
Anche le modalità della visita sono naturalmente diverse dalla benedizione natalizia del sacerdote: dopo un saluto cordiale e la presentazione reciproca, viene proposto un momento di preghiera alla famiglia, con particolare attenzione agli anziani e ai bambini, al termine della quale il visitatore bagna con l’acqua benedetta la mano con la quale ciascuno fa il segno della croce. Segue l’ascolto di eventuali problemi o situazioni, la presentazione degli opuscoli da lasciare; quindi i saluti e gli auguri. Questa esperienza continua: la Commissione evangelizzazione è stata incaricata di redigere un progetto con il quale raggiungere ogni anno tutte le famiglie della comunità, cristiane e non, facendo sì che, in un certo arco temporale, ogni famiglia possa incontrare, almeno una volta, il sacerdote. Certo le difficoltà non mancano, ma la strada è tracciata, e la parola dell’Arcivescovo per questo anno pastorale ci incoraggia a proseguire e a migliorare in questa nuova forma di evangelizzazione, “segno dei tempi”. L’Ac partecipa al cammino che il cardinale Tettamanzi ha tracciato per quest’anno sulle orme di san Carlo con il desiderio di dare concretezza al nostro essere “pietre vive”. In particolare con questa testimonianza da parte di Assunta e Gianluca Mauri, soci Ac nella Comunità pastorale “Santa Caterina” di Besana Brianza, l’Ac desidera esprimere piena accoglienza e impegno per la realizzazione di questo gesto missionario della visita natalizia alle famiglieLa visita natalizia alle famiglie è una tradizione ancora viva nelle parrocchie della nostra Comunità pastorale. A partire dal Natale 2008 si è presa coscienza che i sacerdoti per ragioni diverse non avrebbero potuto raggiungere tutte le famiglie, così il Direttivo e il Consiglio pastorale hanno deciso di introdurre figure di laici, accanto a sacerdoti e diaconi.Anche noi ci siamo resi disponibili per questo servizio, con qualche paura e senso di inadeguatezza, come tutti, tra lo scetticismo e le perplessità di molti ma spronati dal nostro don Francesco e sostenuti dalla formazione e dallo stile missionario dell’Ac. Dopo alcuni incontri di preparazione, nell’Avvento 2008, è iniziata l’“avventura”. Nel primo anno abbiamo contattato circa 40 famiglie, siamo entrati in 28 case, alcuni infatti non hanno aperto (ci hanno detto che succede anche ai preti), altri non erano presenti, una famiglia ci ha detto di non essere credente per cui ci siamo scambiati semplicemente gli auguri.Nel 2009 è andata meglio, le famiglie erano già preparate alla novità dei laici e noi visitatori abbiamo meglio impostato l’incontro delle famiglie che a seconda dell’età hanno diverse esigenze. Coloro che ci hanno aperto, ci hanno accolto con gioia e calore, hanno partecipato attivamente alla preghiera e si sono dimostrati disponibili al dialogo. In queste serate abbiamo incontrato situazioni diverse: famiglie numerose e persone sole, famiglie unite e serene e altre colpite da malattie, famiglie separate o con problemi, generazioni diverse nella stessa casa. È stato bello anche ritrovarci con gli altri visitatori per uno scambio di impressioni.L’esperienza è stata arricchente: ci ha permesso di conoscere uno spaccato della realtà “vera” delle nostre case e di non lasciar mancare a queste famiglie un momento di preghiera natalizia “comunitaria”. Il nostro intento non è certo quello di sostituire il prete, ma di far passare l’idea che esiste una comunità cristiana, fatta prevalentemente di laici, legata sì ai propri sacerdoti, che riconoscono come guida, ma che vive e cresce anche quando questi lasciano o si avvicendano nel loro servizio alla Chiesa (i preti cambiano, la comunità resta).Anche le modalità della visita sono naturalmente diverse dalla benedizione natalizia del sacerdote: dopo un saluto cordiale e la presentazione reciproca, viene proposto un momento di preghiera alla famiglia, con particolare attenzione agli anziani e ai bambini, al termine della quale il visitatore bagna con l’acqua benedetta la mano con la quale ciascuno fa il segno della croce. Segue l’ascolto di eventuali problemi o situazioni, la presentazione degli opuscoli da lasciare; quindi i saluti e gli auguri. Questa esperienza continua: la Commissione evangelizzazione è stata incaricata di redigere un progetto con il quale raggiungere ogni anno tutte le famiglie della comunità, cristiane e non, facendo sì che, in un certo arco temporale, ogni famiglia possa incontrare, almeno una volta, il sacerdote. Certo le difficoltà non mancano, ma la strada è tracciata, e la parola dell’Arcivescovo per questo anno pastorale ci incoraggia a proseguire e a migliorare in questa nuova forma di evangelizzazione, “segno dei tempi”.