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Fondo Famiglia-Lavoro

“Non aspettiamo Babbo Natale” Al via la nuova campagna natalizia

Ancora una nuova iniziativa di sensibilizzazione a favore del Fondo. 70 manifesti (6 metri per 3) saranno affissi nel capoluogo lombardo e a Sesto San Giovanni, Monza, Lecco, Rho e Cologno Monzese

3400 - incroci Redazione Diocesi

20 Dicembre 2010

Uno�slogan pubblicitario sobrio ma efficace: «Non aspettiamo Babbo Natale. Milano sostiene chi ha perso il lavoro». Ben 70 manifesti (6 metri per 3) saranno affissi a nel capoluogo lombardo e altri a Sesto San Giovanni, Monza, Lecco, Rho e Cologno Monzese. Spazi e manifesti sono stati messi a disposizione gratuitamente.
Quando il messaggio è «forte, diretto e concreto», spiega Marco Fornaro del Gruppo Pigreco, non occorrono tante parole e questo «è anche in linea con il pragmatismo del Fondo». Al di là della contingenza della crisi, grazie a questa campagna «si sta creando un modello culturale fondato sulla sobrietà e solidarietà».
«"Finora per il Fondo sono stati raccolti 10.013.401,43 euro e aiutate 4.667 famiglie, ma altre 800 stanno ancora spettando», dice Luciano Gualzetti, segretario generale del Fondo. Attraverso i 104 distretti gestiti da Caritas Ambrosiana e Acli sono stati erogati 9.287.655 euro distribuendo in media 2 mila euro per nucleo familiare: si va da 400 euro al mese fino a picchi di 4 mila euro «una tantum».
Per il Fondo stanno operando gratuitamente oltre 600 volontari di Caritas e Acli, «con grande discrezione e rispetto – dichiara l’Arcivescovo Tettamanzi – con uno stile mai umiliante nei confronti di chi vive situazioni di disagio». In due anni di attività sono state coinvolte 570 parrocchie, dice Gianni Bottalico, presidente Acli Milano e Monza-Brianza, «non solo per la raccolta fondi ma anche nella formazione».
«Ora non abbiamo in cassa denaro sufficiente – dichiara Gualzetti -, per questo il Fondo deve essere rilanciato». I contributi maggiori sono arrivati dai privati cittadini ed è ancora a loro che oggi ci si rivolge per riuscire ad aiutare le famiglie che hanno già fatto richiesta. In ogni caso, ha ricordato Bottalico, «il Fondo è sussidiario e integrativo, non va a sostituirsi alle iniziative dello Stato, di Regioni e Comuni».
Quello che stupisce è che a chiedere un sostegno sono anche insegnanti, dipendenti e qualche dirigente, ciò significa che la crisi non ha risparmiato nessuno. Ma l’aiuto che gli operatori dei distretti offrono non è solo economico, ma anche relazionale: sul territorio infatti stanno nascendo nuovi Gruppi di acquisto solidale, altri di mutuo aiuto e famiglie tutor. (L.B.) Uno�slogan pubblicitario sobrio ma efficace: «Non aspettiamo Babbo Natale. Milano sostiene chi ha perso il lavoro». Ben 70 manifesti (6 metri per 3) saranno affissi a nel capoluogo lombardo e altri a Sesto San Giovanni, Monza, Lecco, Rho e Cologno Monzese. Spazi e manifesti sono stati messi a disposizione gratuitamente. Quando il messaggio è «forte, diretto e concreto», spiega Marco Fornaro del Gruppo Pigreco, non occorrono tante parole e questo «è anche in linea con il pragmatismo del Fondo». Al di là della contingenza della crisi, grazie a questa campagna «si sta creando un modello culturale fondato sulla sobrietà e solidarietà». «"Finora per il Fondo sono stati raccolti 10.013.401,43 euro e aiutate 4.667 famiglie, ma altre 800 stanno ancora spettando», dice Luciano Gualzetti, segretario generale del Fondo. Attraverso i 104 distretti gestiti da Caritas Ambrosiana e Acli sono stati erogati 9.287.655 euro distribuendo in media 2 mila euro per nucleo familiare: si va da 400 euro al mese fino a picchi di 4 mila euro «una tantum». Per il Fondo stanno operando gratuitamente oltre 600 volontari di Caritas e Acli, «con grande discrezione e rispetto – dichiara l’Arcivescovo Tettamanzi – con uno stile mai umiliante nei confronti di chi vive situazioni di disagio». In due anni di attività sono state coinvolte 570 parrocchie, dice Gianni Bottalico, presidente Acli Milano e Monza-Brianza, «non solo per la raccolta fondi ma anche nella formazione». «Ora non abbiamo in cassa denaro sufficiente – dichiara Gualzetti -, per questo il Fondo deve essere rilanciato». I contributi maggiori sono arrivati dai privati cittadini ed è ancora a loro che oggi ci si rivolge per riuscire ad aiutare le famiglie che hanno già fatto richiesta. In ogni caso, ha ricordato Bottalico, «il Fondo è sussidiario e integrativo, non va a sostituirsi alle iniziative dello Stato, di Regioni e Comuni». Quello che stupisce è che a chiedere un sostegno sono anche insegnanti, dipendenti e qualche dirigente, ciò significa che la crisi non ha risparmiato nessuno. Ma l’aiuto che gli operatori dei distretti offrono non è solo economico, ma anche relazionale: sul territorio infatti stanno nascendo nuovi Gruppi di acquisto solidale, altri di mutuo aiuto e famiglie tutor. (L.B.) – – Il manifesto (orizzontale) (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/manifesti_6x3.pdf) – Il manifesto (verticale) (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/FFL_Natale_v.pdf) – Affissioni poster: come e dove (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/N_76_All_Elenco_affissioni.doc) – I poster nelle vie di Milano e dell’hinterland (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/N_76_posizioni_manifesti.xls)