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Triuggio

Pastorale vocazionale, c’è il futuro in cantiere

Il Consiglio presbiterale diocesano si è riunito a Villa Sacro Cuore per fare il punto della situazione e guardare ai prossimi passi. Sono allo studio la costituzione di comunità residenziali sul territorio, come preparazione all'ingresso in Seminario e l'inizio di un cammino di riflessione anche per le ragazze

di Nino PISCHETOLA Redazione

2 Febbraio 2010

La Pastorale vocazionale nella Diocesi di Milano è stata oggetto di riflessione in occasione della sessione del Consiglio presbiterale diocesano, presieduta dall’Arcivescovo a Villa Sacro Cuore a Triuggio il 18 e 19 gennaio scorsi. Sta affrontando lo stesso tema il Consiglio pastorale diocesano e anche la Pastorale giovanile ha elaborato un contributo in proposito.
In concreto oggi l’azione vocazionale della Diocesi, rivolta ai ragazzi preadolescenti e adolescenti, è in gran parte (se non addirittura esclusivamente) coincidente con la Pastorale vocazionale del Seminario. Due sono le proposte vocazionali specifiche per i ragazzi: la Comunità S. Martino (per le Medie) e la Comunità Adolescenti (per i primi tre anni delle Superiori). Partecipano quest’anno ai cammini vocazionali 37 ragazzi: 14 nella Comunità S. Martino e 23 nella Comunità Adolescenti. Attualmente i seminaristi di teologia che da ragazzi hanno frequentato questi cammini vocazionali sono 17. Esistono poi 12 (altri due dovrebbero iniziare nell’arco di quest’anno pastorale) Centri Vocazionali legati ai Decanati, promossi da alcuni preti del territorio, su una proposta del Seminario, e che coinvolgono circa 500 ragazzi e ragazze. La Pastorale vocazionale nella Diocesi di Milano è stata oggetto di riflessione in occasione della sessione del Consiglio presbiterale diocesano, presieduta dall’Arcivescovo a Villa Sacro Cuore a Triuggio il 18 e 19 gennaio scorsi. Sta affrontando lo stesso tema il Consiglio pastorale diocesano e anche la Pastorale giovanile ha elaborato un contributo in proposito.In concreto oggi l’azione vocazionale della Diocesi, rivolta ai ragazzi preadolescenti e adolescenti, è in gran parte (se non addirittura esclusivamente) coincidente con la Pastorale vocazionale del Seminario. Due sono le proposte vocazionali specifiche per i ragazzi: la Comunità S. Martino (per le Medie) e la Comunità Adolescenti (per i primi tre anni delle Superiori). Partecipano quest’anno ai cammini vocazionali 37 ragazzi: 14 nella Comunità S. Martino e 23 nella Comunità Adolescenti. Attualmente i seminaristi di teologia che da ragazzi hanno frequentato questi cammini vocazionali sono 17. Esistono poi 12 (altri due dovrebbero iniziare nell’arco di quest’anno pastorale) Centri Vocazionali legati ai Decanati, promossi da alcuni preti del territorio, su una proposta del Seminario, e che coinvolgono circa 500 ragazzi e ragazze. I passi futuri Queste le scelte attualmente in atto. Quali i possibili passi per il futuro? Ne ha descritti alcuni nel suo intervento, durante i lavori del Consiglio presbiterale, il Rettore del Seminario arcivescovile di Milano, monsignor Peppino Maffi. Va accolto, innanzitutto – ha detto -, con rinnovato entusiasmo e con determinazione l’invito del cardinale Dionigi Tettamanzi, evidenziato sin dall’inizio del suo mandato, di celebrare l’adorazione eucaristica, a scadenza mensile, in ogni comunità, per chiedere vocazioni sacerdotali e religiose. Il Rettore si è soffermato poi sull’indicazione data dall’Arcivescovo nel volume La Chiesa di Antiochia, “regola pastorale” della Chiesa di Milano: «Auspico che con l’anno pastorale 2010-2011 – scrive l’Arcivescovo – si possa caratterizzare in termini di più intenso discernimento vocazionale l’Anno propedeutico e i cammini di preparazione all’ingresso in Seminario. Sempre per la stessa data, vorrei che si potesse avviare almeno un’esperienza di “Comunità vocazionale residenziale”, destinata ai giovani degli ultimi due anni delle Superiori e del triennio universitario, che preveda la possibilità di continuare gli studi nella propria scuola o università, proponendo un’intensa vita comunitaria caratterizzata da una certa austerità, dalla disponibilità al servizio comune e da un’impegnativa proposta di preghiera e di approfondimento culturale».Circa la possibilità di avviare una «Comunità vocazionale residenziale» di giovani tra i 18 e i 23 anni, è stato precisato che non deve essere un doppione del Seminario. È immaginata tutta «autogestita», dove i giovani insieme con i sacerdoti curano la vita domestica fin nei minimi dettagli e imparano così quello stile comunitario così importante per tutti i cammini vocazionali, ancor di più per quelli sacerdotali. Ecco che allora le comunità residenziali, dislocate sul territorio, potrebbero essere – è stato detto – delle ottime «dogane» di passaggio, dove condividere uno stile di vita diverso, fondato sulla sobrietà, sulla condivisione, sull’amicizia, sulla preghiera, e potrebbero far maturare ottime vocazioni cristiane.Inoltre, a Triuggio in sede di Consiglio presbiterale, uno sguardo sugli ultimi 15 anni della Pastorale vocazionale del Seminario ha aiutato a cogliere l’evoluzione, a volte piuttosto sofferta, dello stile e del linguaggio di approccio al tema vocazionale (a partire dal Sinodo 47° della Diocesi di Milano nel quale si afferma che «la pastorale giovanile è sempre una pastorale intrinsecamente vocazionale»).Infine, non è stata taciuta la delicata situazione legata alle vocazioni femminili. A questo proposito è in animo di promuovere, in parallelo alla Comunità S. Martino e in collaborazione con la Fom (Fondazione Oratori Milanesi), un gruppo di riflessione per le ragazze delle Medie che le abiliti, nella pre-adolescenza e nell’adolescenza, ad approfondire il proprio cammino spirituale senza escludere a priori una possibile chiamata alla Vita consacrata. – – Un problema che non riguarda solo i preti