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Caritas Ambrosiana

Sport in parrocchia e cantieri della solidarietà

La significativa esperienza di scambio realizzata quest'anno in collaborazione con la Missione Sociale Diaconia della Chiesa Rumena di Moldavia. Da metà luglio a metà agosto i campi di lavoro in Italia e all'estero

di Cristina CONTI Redazione

28 Giugno 2010

Uno scambio internazionale all’insegna della solidarietà. Anche quest’anno Caritas Ambrosiana ha promosso il progetto “Sport in parrocchia”, in collaborazione con la Missione Sociale Diaconia della Chiesa Rumena di Moldavia. Un’iniziativa che prevede assistenza nei villaggi durante l’anno e scambi internazionali nel periodo estivo. Quest’anno sono stati dieci i giovani moldavi ospitati in Italia: un’occasione per conoscere le attività che gli oratori svolgono nella nostra diocesi e come si formano i loro animatori.
«L’anno scorso il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Csi, quest’anno con la Fom e ha dunque coinvolto gli oratori. Lo scorso fine settimana i ragazzi hanno partecipato a un week-end di formazione a gruppi in preparazione ai gruppi di lavoro estivi e ai “Cantieri di Solidarietà” – spiega Sergio Malacrida, responsabile del Progetto -. Mentre questa settimana cinque ragazzi moldavi hanno partecipato all’oratorio estivo presso la parrocchia di San Luigi a Lissone e gli altri cinque giovani adulti, tra cui un sacerdote ortodosso, hanno preso parte a un’iniziativa di formazione residenziale dedicata ai giovani animatori degli oratori estivi». Anche quest’anno, poi, grazie a un finanziamento della Caritas è stato possibile acquistare alcuni calciobalilla e tavoli da ping pong per la Moldavia, oltre a 2500 magliette.
Capire come nasce un oratorio estivo, com’è organizzato, quali percorsi seguono i giovani che lo animano. «Si tratta di momenti molto importanti che danno modo ai moldavi di introdurre poi l’esperienza dell’oratorio estivo nelle loro parrocchie», continua Malacrida. Ma anche un’opportunità di crescita per i ragazzi italiani, che in questo modo possono conoscere persone provenienti da ambienti, culture e luoghi diversi.
E proprio in quest’ottica si pongono anche i Cantieri della Solidarietà, campi di lavoro della Caritas ormai giunti alla 14ª edizione. Quest’anno si svolgeranno in Italia a Firenze, Pozzuoli, Palermo e all’estero in Bulgaria, Georgia, Moldova, Montenegro, Giordania, Libano, Thailandia, Kenya, Bolivia, Nicaragua e Perù da metà luglio a fine agosto.
Una proposta rivolta ai giovani dai 18 ai 30 anni. Un’esperienza di condivisione e servizio. Un’occasione di incontro interculturale e interreligioso in una dimensione di vita comune. Incontri di conoscenza a livello di famiglie, gruppi, enti, associazioni locali, visita a luoghi significativi del territorio, attività ludico ricreative a favore dei minori in collaborazione con giovani e animatori del luogo di attività, sostegno ad anziani in carico a progetti di home care dalle Caritas locali, ma anche momenti di confronto a livello ecumenico e interreligioso con i rappresentanti delle Chiese locali. Sono quasi 1.300 i ragazzi che sono stati all’estero in Paesi in cui la Caritas ha progetti di paternariato per emergenze o rapporti di gemellaggio con chiese sorelle. «Quello che mi sembra più tipico di questo tipo di esperienza è la dimensione culturale e relazionale più che quella legata all’attività manuale. Sono un’occasione di incontro con la cultura e la povertà di questi paesi. L’obiettivo è di poter raccontare e testimoniare il proprio vissuto al ritorno nella comunità di provenienza», precisa Malacrida. Uno scambio internazionale all’insegna della solidarietà. Anche quest’anno Caritas Ambrosiana ha promosso il progetto “Sport in parrocchia”, in collaborazione con la Missione Sociale Diaconia della Chiesa Rumena di Moldavia. Un’iniziativa che prevede assistenza nei villaggi durante l’anno e scambi internazionali nel periodo estivo. Quest’anno sono stati dieci i giovani moldavi ospitati in Italia: un’occasione per conoscere le attività che gli oratori svolgono nella nostra diocesi e come si formano i loro animatori.«L’anno scorso il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Csi, quest’anno con la Fom e ha dunque coinvolto gli oratori. Lo scorso fine settimana i ragazzi hanno partecipato a un week-end di formazione a gruppi in preparazione ai gruppi di lavoro estivi e ai “Cantieri di Solidarietà” – spiega Sergio Malacrida, responsabile del Progetto -. Mentre questa settimana cinque ragazzi moldavi hanno partecipato all’oratorio estivo presso la parrocchia di San Luigi a Lissone e gli altri cinque giovani adulti, tra cui un sacerdote ortodosso, hanno preso parte a un’iniziativa di formazione residenziale dedicata ai giovani animatori degli oratori estivi». Anche quest’anno, poi, grazie a un finanziamento della Caritas è stato possibile acquistare alcuni calciobalilla e tavoli da ping pong per la Moldavia, oltre a 2500 magliette.Capire come nasce un oratorio estivo, com’è organizzato, quali percorsi seguono i giovani che lo animano. «Si tratta di momenti molto importanti che danno modo ai moldavi di introdurre poi l’esperienza dell’oratorio estivo nelle loro parrocchie», continua Malacrida. Ma anche un’opportunità di crescita per i ragazzi italiani, che in questo modo possono conoscere persone provenienti da ambienti, culture e luoghi diversi.E proprio in quest’ottica si pongono anche i Cantieri della Solidarietà, campi di lavoro della Caritas ormai giunti alla 14ª edizione. Quest’anno si svolgeranno in Italia a Firenze, Pozzuoli, Palermo e all’estero in Bulgaria, Georgia, Moldova, Montenegro, Giordania, Libano, Thailandia, Kenya, Bolivia, Nicaragua e Perù da metà luglio a fine agosto.Una proposta rivolta ai giovani dai 18 ai 30 anni. Un’esperienza di condivisione e servizio. Un’occasione di incontro interculturale e interreligioso in una dimensione di vita comune. Incontri di conoscenza a livello di famiglie, gruppi, enti, associazioni locali, visita a luoghi significativi del territorio, attività ludico ricreative a favore dei minori in collaborazione con giovani e animatori del luogo di attività, sostegno ad anziani in carico a progetti di home care dalle Caritas locali, ma anche momenti di confronto a livello ecumenico e interreligioso con i rappresentanti delle Chiese locali. Sono quasi 1.300 i ragazzi che sono stati all’estero in Paesi in cui la Caritas ha progetti di paternariato per emergenze o rapporti di gemellaggio con chiese sorelle. «Quello che mi sembra più tipico di questo tipo di esperienza è la dimensione culturale e relazionale più che quella legata all’attività manuale. Sono un’occasione di incontro con la cultura e la povertà di questi paesi. L’obiettivo è di poter raccontare e testimoniare il proprio vissuto al ritorno nella comunità di provenienza», precisa Malacrida.