Sirio 26-29 marzo 2024
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11 febbraio

«Una comunità serve con amore chi soffre»

Giovedì si celebra la Giornata del malato: alle 16 messa dell'Arcivescovo�a Santa Maria di Lourdes. Monsignor Cresseri: il tema voluto dal cardinale Tettamanzi in sintonia con quello dell'Anno pastorale

di Annamaria BRACCINI Redazione

8 Febbraio 2010

Condividere la sofferenza anche con i gesti semplici, “normali” di cui si intesse la quotidianità di chi vuole essere autentico testimone del Vangelo, sulla frontiera della missionarietà di ogni giorno. Così si può e si dovrebbe vivere il farsi prossimo con i malati, specie nella Giornata, l’11 febbraio, che in tutto il mondo si dedica a loro.
È in questo orizzonte di significato che bisogna “leggere” il titolo, “Una comunità sacerdotale serve con amore chi soffre”, proposto all’intera Chiesa ambrosiana per celebrare in questo 2010 la Giornata del malato, che, per scelta di Giovanni Paolo II, fu istituita 18 anni fa. «Il tema è stato esplicitamente voluto dal cardinale Tettamanzi, in sintonia con quello dell’Anno pastorale in corso, dedicato al sacerdozio comune dei fedeli», spiega monsignor Piero Cresseri, responsabile del Servizio per la Pastorale della salute, che aggiunge, «nasce da qui l’attenzione che intende sottolineare l’Arcivescovo, indicando la possibilità di vivere intensamente la vicinanza e la prossimità mettendosi a servizio di chi soffre».
Come concretizzare questo impegno? «Con un gesto, appunto, alla portata di tutti – dice ancora monsignor Cresseri -, che testimoni l’amicizia e la solidarietà a coloro che ci sono accanto, perché spesso non riusciamo a raggiungere chi si trova lontano, se non con il pensiero e la preghiera. Il gesto è quello di individuare un vicino di casa malato o un anziano solo che abita nel palazzo o nella propria via e di andarli a visitare, come fece il samaritano con il ferito evangelico incontrato sulla strada verso Gerico».
La Giornata del malato è inserita, anche cronologicamente, nel “cuore” delle quattro celebrazioni che l’Arcivescovo invita a sperimentare in coerenza. In che senso? «Anzitutto occorre comprendere che sono quattro Giornate “sociali” perché è la società nel suo complesso a essere chiamata in causa – spiega Cresseri -. Insieme, quindi, alla famiglia, al grande tema della vita, ai problemi del lavoro, è la sofferenza, anzi, la persona sofferente che deve avere la nostra specifica cura umana. E questo non solo perché ognuno può ammalarsi, ma soprattutto perché chi è ora malato è fragile. Ed è l’insegnamento stesso di Gesù che ci viene così in aiuto, Lui che ha curato il dolore in tutte le sue manifestazioni e che ha operato tanti miracoli».
Non dimentichiamolo mai, anche i malati sono – come giustamente ricorda l’Arcivescovo – “Pietre vive”, che magari pur da un letto di ospedale edificano la comunità. E quanto il Cardinale sia vicino al mondo della sofferenza lo si può davvero toccare con mano ogni 11 febbraio, quando, come tradizione, si reca nella parrocchia cittadina di Santa Maria di Lourdes (via Induco 12), per presiedere, di fronte a molte centinaia di fedeli, l’eucaristia incontrando poi, personalmente i malati. Alla celebrazione di giovedì prossimo, che avrà inizio alle 16, sono particolarmente invitati, nel contesto dell’Anno sacerdotale, tutti i presbiteri ammalati. Condividere la sofferenza anche con i gesti semplici, “normali” di cui si intesse la quotidianità di chi vuole essere autentico testimone del Vangelo, sulla frontiera della missionarietà di ogni giorno. Così si può e si dovrebbe vivere il farsi prossimo con i malati, specie nella Giornata, l’11 febbraio, che in tutto il mondo si dedica a loro.È in questo orizzonte di significato che bisogna “leggere” il titolo, “Una comunità sacerdotale serve con amore chi soffre”, proposto all’intera Chiesa ambrosiana per celebrare in questo 2010 la Giornata del malato, che, per scelta di Giovanni Paolo II, fu istituita 18 anni fa. «Il tema è stato esplicitamente voluto dal cardinale Tettamanzi, in sintonia con quello dell’Anno pastorale in corso, dedicato al sacerdozio comune dei fedeli», spiega monsignor Piero Cresseri, responsabile del Servizio per la Pastorale della salute, che aggiunge, «nasce da qui l’attenzione che intende sottolineare l’Arcivescovo, indicando la possibilità di vivere intensamente la vicinanza e la prossimità mettendosi a servizio di chi soffre».Come concretizzare questo impegno? «Con un gesto, appunto, alla portata di tutti – dice ancora monsignor Cresseri -, che testimoni l’amicizia e la solidarietà a coloro che ci sono accanto, perché spesso non riusciamo a raggiungere chi si trova lontano, se non con il pensiero e la preghiera. Il gesto è quello di individuare un vicino di casa malato o un anziano solo che abita nel palazzo o nella propria via e di andarli a visitare, come fece il samaritano con il ferito evangelico incontrato sulla strada verso Gerico».La Giornata del malato è inserita, anche cronologicamente, nel “cuore” delle quattro celebrazioni che l’Arcivescovo invita a sperimentare in coerenza. In che senso? «Anzitutto occorre comprendere che sono quattro Giornate “sociali” perché è la società nel suo complesso a essere chiamata in causa – spiega Cresseri -. Insieme, quindi, alla famiglia, al grande tema della vita, ai problemi del lavoro, è la sofferenza, anzi, la persona sofferente che deve avere la nostra specifica cura umana. E questo non solo perché ognuno può ammalarsi, ma soprattutto perché chi è ora malato è fragile. Ed è l’insegnamento stesso di Gesù che ci viene così in aiuto, Lui che ha curato il dolore in tutte le sue manifestazioni e che ha operato tanti miracoli».Non dimentichiamolo mai, anche i malati sono – come giustamente ricorda l’Arcivescovo – “Pietre vive”, che magari pur da un letto di ospedale edificano la comunità. E quanto il Cardinale sia vicino al mondo della sofferenza lo si può davvero toccare con mano ogni 11 febbraio, quando, come tradizione, si reca nella parrocchia cittadina di Santa Maria di Lourdes (via Induco 12), per presiedere, di fronte a molte centinaia di fedeli, l’eucaristia incontrando poi, personalmente i malati. Alla celebrazione di giovedì prossimo, che avrà inizio alle 16, sono particolarmente invitati, nel contesto dell’Anno sacerdotale, tutti i presbiteri ammalati. – – Materiale e sussidi – La Giornata mondiale – Incontri a Macherio – Dibattito all’ospedale Sacco – Vidas cerca volontari